Pessimo titolo italiano, per un film che affronta la lotta per il progresso, ma non tutto è così semplice.
Le dighe sul fiume Tennessee eviteranno alluvioni, ma a costo di espropriare le terre che saranno sommerse.
Una vecchietta non cede la sua isola, (ex) schiavi inclusi.
E' una partita a scacchi, nella quale non tutto è bianco e nero, il funzionario che arriva dal nord deve risolvere un problema, in quello Stato dove ancora la segregazione e il razzismo sono la regola.
E l'amore ci mette lo zampino, in una storia di ordine pubblico, dove bisogna raggiungere i risultati, lo sgombero e l'esproprio, senza la forza pubblica.
E Montgomery Clift ci riesce.
Il progresso, il razzismo, le disuguaglianze si scontrano, una lotta tutta da vedere.
C'è l'insopportabile retorica del progresso, a qualsiasi costo, che asfalta tutto il resto.
A parte questo, un gran bel film, Lee Remick e Montgomery Clift sono proprio un bel vedere, e tutti sono bravi, Elia Kazan sa come si fa il cinema.
buona (non razzista) visione - Ismaele
ps: il vedovo di Carol si chiama James Baldwin, sarà un omaggio allo scrittore?
QUI il film completo, in italiano
Per consentire la costruzione di una diga nel Tennessee che
metterebbe fine alle periodiche inondazioni che colpiscono la zona, un
ingegnere di città cerca di convincere una vecchia signora a vendere la sua
terra, destinata ad essere sommersa... Melodramma sudista intriso di passioni
che si impernia sul contrasto tra la spinta del progresso e l'attaccamento alle
proprie radici sostenuto da un individualismo di stampo pioneristico. Kazan
mostra come entrambe le parti abbiano le proprie ragioni e questa complessità
rende il film contradditorio ma anche interessante. Grande cast.
Quando i sentimenti, la libertà (in un paese libero), la vita
stessa vengono sepolti da inappellabili scelte "in nome del
progresso". Grande sceneggiatura - tratta da due romanzi - e grande
direzione di Kazan, Wild River riesce a coinvolgere per i diversi temi
trattati, sentimenti, interessi piccoli e superiori, discriminazioni razziali e
la bellezza selvaggia di una natura che l'uomo tenta di dominare. Un notevole
cast dove spiccano figure femminili determinate più che mai, con le ottime
interpretazioni della Van Fleet e della Remick.
L'azione non è la particolarità di Kazan, ma quello che più
gli interessa è affrontare i temi sociali e morali attraverso i suoi
personaggi, e qui ce ne sono importanti, come il New Deal ed il razzismo nel
sud. Lo scavo psicologico dei personaggi è quello che incide meglio nella
storia, la stessa fotografia, abbastanza insolita, di una provincia
realisticamente ritratta è assoltutamente di primo piano.La storia d'amore non
annacqua il tutto, anzi lo sottolinea in maniera determinata. I problemi
vissuti dal di dentro riescono ad acchiapparci la mente senza ricorrere a
mezzucci del caso.
Elia Kazan è stato tra i più controversi autori
hollywoodiani:sul giudizio circa la sua figura pesa fortemente il comportamento
moralmente condannabile che lo vide commettere un'abiura coinvolgente
personalità dello spettacolo che si videro rovinare carriere ed esistenze anche
grazie alle sue delazioni.Dal punto di vista artistico,negare la sua importanza
sarebbe assurdo:è stato, come è risaputo, uno dei più grandi direttori di
attori, e comunque un cineasta spesso capace di saper raccontare storie intense,
come questa di "Fango sulle stelle". Una pellicola profondamente
americana,che mette in scena molte conflittualità:dal conservatorismo ottuso
degli abitanti sul fiume Tennessee che rifiutano di trasferirsi per far posto
ad una diga che porti migliorie nell'ambiente e che risparmi vite strappate via
dal fiume,alle tensioni razziali, e dall'uomo di Stato che si ritrova coinvolto
anche nei sentimenti e nella difficile missione di convincere i più
recalcitranti tra gli autoctoni. Se può sembrare un film in cui l'azione
latita, drammaturgicamente non cerca il facile effetto del melodramma,ma porta
le proprie argomentazioni in fondo con un senso della Storia e del raccontare
un aspetto se si vuole marginale ma essenziale della crescita di una
nazione.Notevoli sia Monty Clift che Lee Remick, tra i maggiori talenti del
cinema americano dell'epoca.
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