mercoledì 16 marzo 2022

Triplo gioco - Neil Jordan

un bel film, un Nick Nolte eccezionale, gli altri attori solo molto bravi, una sceneggiatura a orologeria, un ladro gentiluomo, una fotografia solare, poliziotti e ladri simpatici allo stesso modo, da vedere, direi proprio che non ci si annoia.

le opere minori di Neil Jordan sono sempre di livello medio-alto - Ismaele



…E’ un ruggito di estetica contemporanea l’ultima opera di Neil Jordan. Essenziale ma non superficiale, glamour ma mai modaiolo, confezionato con stile ma non leccato, Triplo Gioco rende giustizia e onore al suo autore. Giustizia per il finalmente risollevato interesse nei confronti di un cineasta anomalo, abile nel traslocare da un genere all’altro ma non altrettanto nell’assicurare sempre esiti importanti (come quelli raggiunti negli ultimi anni per The Butcher Boy e Fine di una Storia), e onore per il coraggio e la valenza dei risultati con cui il regista irlandese si è presentato di fronte al remake di Bob le Flambeur (1955) di Melville. Spostato il centro d’interesse da Deauville alla Costa Azzurra, Jordan si occupa personalmente della sceneggiatura - eccezionale nella resa totale degli elementi base del genere e nel compendio delle dinamiche narrative tipiche (si veda la dissertazione sul ruolo poliziotto/ladro di Bob in macchina con l’amico Roger), risintonizzando e aggiornando gli ambienti e le tematiche dell’originale melvilliano alla contemporaneità di un hard-boiled positivo, forse più vicino alla prima maniera di Mona Lisa (1986) che alle ultime produzioni, splendidamente sostenuto dalla messa in scena e dal cast…

da qui



…Nessuna conciliazione, nessuna pacca sulla spalla, solo una fiducia preziosa nei desideri dell’uomo, anche attraverso il sangue, alla faccia di legalità, morale, pessimismo, tragicità e quant’altro. Non è poco, oggigiorno. Quei rapidi e bellissimi “freeze frame” su volti e corpi, o che a volte interrompono un gesto sul nascere, stanno lì apposta a dirci che non c’è tempo pen pendere tempo, e che La vita va troppo in fretta per occuparsi anche della monte. Con collaboratori prestigiosi (magnifica la fotografia iperrealista di Chris Menges, grande la musica di Elliot Goldenthal), un centro focale, Nick NoIte, da urlo, e facce da incorniciare, Jordan trasforma la malinconia, il disincanto e il senso di sconfitta di Melville in piacere nel ritrovare il riscatto. Vivendo.
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Molto liberamente ispirato a "Bob le flambeur" film di Jean-Pierre Melville del 1956, il nuovo lavoro di Neil Jordan è veramente sorprendente.
All'inizio sembra una tragedia, con un giocatore eroinomane che sembra non abbia alcuna via d'uscita, e invece piano piano il film prende la forma quasi di commedia rivelandoci le due facce di Bob Montagnet (interpretato da uno strepitoso Nick Nolte)…
…Certo il film vuole essere anche un omaggio a tutto quel filone giallo-rosa di cui anche in Italia eravamo maestri, ma anche senza nessun riferimento il film ha una valenza che è solo sua. E se proprio Neil Jordan ha preso un pò dal cinema precedente ha fatto esattamente come Picasso, che, lo dice Bob Montagnet, è il più grande ladro che sia mai vissuto (glielo ha confessato Pablo stesso!).
Tutto ciò che Bob vive, dal brutto al bello, sembra assumere una forma d'arte, ed è per questo che forse la fortuna, che sembra venire e andare, è invece sempre lì che guarda, proprio come succedeva con gli eroi dell'epica antica.
da qui



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