mercoledì 2 marzo 2022

Per uno solo dei miei due occhi – Avi Mograbi

Avi Mograbi (un regista eccezionale) fa film documentari che, se non sapessimo che raccontano e testimoniano una terribile realtà, potrebbero sembrare dei film distopici.

Gli israeliani sembrano dei pazzi, a credere ai loro miti biblici fondanti come se fossero delle verità storiche.

si tratta di una nazione nata dal sangue (dei palestinesi), dai massacri, e che è sempre più un sistema orribile.

guardate questo film, e soffriamo tutti, questo è sempre più il peggiore dei mondi possibili.

buona visione - Ismaele

 

 

 

 

QUI il film completo con sottotitoli in italiano

 

 

L'articolazione narrativa, ovvero la modalità prescelta di esporre il racconto dei testimoni (israeliani e palestinesi), non ha in apparenza un disegno cronologico né tematico, somiglia piuttosto a un flusso che amplifica l'impatto emotivo sullo spettatore. Pur dichiarando una posizione critica verso la politica dello Stato d'Israele, che si trasforma nell'epilogo in un atteggiamento addirittura e giustamente sprezzante, lo sguardo di Mograbi contempla con rispetto gli israeliani che incontra nelle scuole o nelle gite culturali e i palestinesi che cercano di arare le terre occupate o di raggiungere l'ospedale o il posto di lavoro.
Il benessere di un popolo coincide con la condanna di un altro, la costruzione di uno Stato con la distruzione di un altro e ciascuno si adegua a questo stato di cose con un dolore di vivere straziante. Non ci sono aperture fra loro, che si muovono come monadi in una realtà priva di compromessi. Ciascuno nella sua via, solo, alla ricerca di un senso al caos in cui si è perduto. Il documentario di Avi Mograbi riflette al telefono (con un amico palestinese) sulle ragioni mitologiche (la morte di Sansone e l'assedio di Massada) e su quelle storiche che hanno condotto ai drammatici fatti che accadono oggi in Palestina: il fallimento degli accordi di Oslo e della mediazione statunitense, l'esplosione della nuova Intifada, la devastazione di Gaza, della Cisgiordania e di Gerusalemme (est) dopo quarantun'anni di occupazione militare, lo smantellamento dell'Autorità Nazionale Palestinese e, sopra tutto, la strage di ebrei e palestinesi innocenti. Capire cosa sta accadendo in Palestina non è facile e la televisione e i giornali non ci aiutano. Ignorano o rimuovono. Proviamo col cinema.

da qui 


During this documentary, Mograbi talks to a Palestinian friend living in the West Bank and learns from him that he and many who live nearby are losing the will to live; they cannot envision enduring any more pain and suffering. This means that suicide bombings will increase rather than lessen. The filmmaker enables us to see just what this means on a day-by-day basis as peasants in a field must stop their plowing because a soldier arbitrarily decides to make a show of force. A Palestinian must plead with soldiers to let his wife who is bleeding through a checkpoint. They finally relent and she is taken away in an ambulance. Truck drivers and other businessmen approach men in control towers and must show their IDs. One woman breaks down at a crossing and says that she just doesn’t have the strength to go on after waiting so long and being treated so shamefully. Another woman's daughter cries after seeing her parents humiliated…

da qui


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