venerdì 11 marzo 2022

Pandora'nin kutusu (Il vaso di Pandora) - Yesim Ustaoglu

chi ha avuto la mamma con l'Alzheimer capisce meglio il film, gli altri possono solo intuire, ma capiranno tutto.

Nusret è fuggita di casa, ha l'Alzheimer, i tre figli si precipitano al paese e poi la portano a Istanbul.

per loro è un peso e la vecchia è sempre più in difficoltà, per fortuna c'è Murat e la vecchietta può tornare nella casa dove ha sempre vissuto.

un bel film, nel quale tutti i sentimenti appaiono senza finzioni.

a me è piaciuto molto - Ismaele

 

 

La toccante storia di una famiglia divisa nella Istanbul di oggi. Quando le due sorelle Nesrin e Güzin e il fratello Mehmet ricevono una telefonata nel cuore della notte, apprendono che la loro anziana madre Nusret è scomparsa.
È allora che sono costretti a mettere da parte problemi personali, incomprensioni, fratture, per tornare nella piccola città costiera sul Mar Nero in cui sono nati. Il viaggio per ritrovare la madre è lungo e rivela alienazioni, sogni, rassegnazione. I tre cominciano a realizzare che sanno molto poco l'uno dell'altro e sono costretti a riflettere sulle proprie debolezze.

da qui

 

…Con il corpo vecchio e traballante che si muove a fatica fra gli oggetti sconosciuti della casa di Nesrin, Nusret si dispera nel buio dell’ascensore e si perde a giocare in strada con le uniche forme viventi per lei comprensibili, frotte di ragazzetti allegri. ìVecchia donna dagli occhi severi, guarda un mondo diventato assurdo e accarezza con dolcezza protettiva il nipote che la riporterà fra i suoi boschi. Ci sono grandi vecchi nella storia del cinema, uomini e donne che denunciano con la loro sola presenza la drammatica perdita di un senso umano del vivere, in un mondo che non riesce più rientrare nei cardini. Dersu Uzala di Kurosawa e Alexandra di Sokurov, per citarne solo due fra i più noti. Ora c’è anche questa nonna Nusret, organismo obsoleto in una società che ha perso i contatti col ciclo naturale della vita e della morte, vittima di un accanimento terapeutico sulla vecchiaia e sulla malattia che altro non è se non l’inutile ripescaggio della propria coscienza oppressa dai sensi di colpa. Imamura Shohei creò uno dei suoi capolavori con l’indimenticabile Orin de La ballata di Narayama, vecchia donna che aspetta la morte sul monte, sotto la neve che scende a coprire pian piano il suo corpo. Ustaoglu sembra porgergli omaggio, assimilando Nusret alla vecchia madre giapponese che sa quando è il momento di allontanarsi dalla famiglia per riunirsi al sacro spirito della montagna. Nusret sparirà nel verde dei boschi mentre Murat, il giovane nipote, la guarderà andar via, fermo sul pendio davanti alla casa di legno, lì dove ha trovato il vecchio slittino dei bambini di una volta…
da qu


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