chi ha avuto la mamma con l'Alzheimer capisce meglio il film, gli altri possono solo intuire, ma capiranno tutto.
Nusret è fuggita di casa, ha l'Alzheimer, i tre figli si precipitano al paese e poi la portano a Istanbul.
per loro è un peso e la vecchia è sempre più in difficoltà, per fortuna c'è Murat e la vecchietta può tornare nella casa dove ha sempre vissuto.
un bel film, nel quale tutti i sentimenti appaiono senza finzioni.
a me è piaciuto molto - Ismaele
La toccante storia di una famiglia divisa nella Istanbul
di oggi. Quando le due sorelle Nesrin e Güzin e il fratello Mehmet ricevono una
telefonata nel cuore della notte, apprendono che la loro anziana madre Nusret è
scomparsa.
È allora che sono costretti a mettere da parte problemi personali,
incomprensioni, fratture, per tornare nella piccola città costiera sul Mar Nero
in cui sono nati. Il viaggio per ritrovare la madre è lungo e rivela
alienazioni, sogni, rassegnazione. I tre cominciano a realizzare che sanno
molto poco l'uno dell'altro e sono costretti a riflettere sulle proprie
debolezze.
…Con
il corpo vecchio e traballante che si muove a fatica fra gli oggetti
sconosciuti della casa di Nesrin, Nusret si dispera nel buio dell’ascensore e
si perde a giocare in strada con le uniche forme viventi per lei comprensibili,
frotte di ragazzetti allegri. ìVecchia donna dagli occhi severi, guarda un
mondo diventato assurdo e accarezza con dolcezza protettiva il nipote che la
riporterà fra i suoi boschi. Ci sono grandi vecchi nella storia del
cinema, uomini e donne che denunciano con la loro sola presenza la drammatica
perdita di un senso umano del vivere, in un mondo che non riesce più rientrare
nei cardini. Dersu Uzala di Kurosawa e Alexandra di Sokurov, per citarne solo due
fra i più noti. Ora c’è anche questa nonna Nusret, organismo obsoleto in
una società che ha perso i contatti col ciclo naturale della vita e della
morte, vittima di un accanimento terapeutico sulla vecchiaia e sulla malattia
che altro non è se non l’inutile ripescaggio della propria coscienza oppressa
dai sensi di colpa. Imamura Shohei creò uno dei suoi capolavori con
l’indimenticabile Orin de La ballata di Narayama, vecchia donna che aspetta la
morte sul monte, sotto la neve che scende a coprire pian piano il suo
corpo. Ustaoglu sembra porgergli omaggio, assimilando Nusret alla vecchia
madre giapponese che sa quando è il momento di allontanarsi dalla famiglia per
riunirsi al sacro spirito della montagna. Nusret sparirà nel verde dei
boschi mentre Murat, il giovane nipote, la guarderà andar via, fermo sul pendio
davanti alla casa di legno, lì dove ha trovato il vecchio slittino dei bambini
di una volta…
da qu
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