domenica 27 marzo 2022

Ober - Alex van Warmerdam

 secondo me il film sarebbe piaciuto a Pirandello.

gli attori recitano le parti e le avventure che lo scrittore decide per loro, ma, sorpresa, i personaggi posso andare, e ci vanno, dallo scrittore con le loro richieste.

il loro creatore è superficiale, banale, sadico, scontato, e giustamente i personaggi creati da lui, i prodotti del deus ex machina, vorrebbero vivere meglio, avere una parte migliore, un po' di felicità.

purtroppo vivono solo lo spazio di due ore.

il cameriere protagonista è interpretato, benissimo, dallo stesso regista.

un piccolo gran film da non perdere.

buona visione - Ismaele


 


 

 

 

Edgar, da sempre cameriere di un decadente ristorante, è infelice. I suoi giorni si avvicendano sempre uguali tra sofferenze e umiliazioni: sua moglie è malata e lo tradisce con il dottore, i clienti lo insultano e malmenano, la sua amante possessiva lo perseguita. Decide dunque di bussare alla porta dello “sceneggiatore”, colui che sta (ri)scrivendo la storia della sua vita.

Fondamentale in un autore come Van Warmerdam è il suo background teatrale, la sua concezione scenica della vita. Edgar (lo stesso Van Warmerdam che del film è realmente regista, sceneggiatore e protagonista) è un personaggio triste, una maschera angosciata e stanca della vita; un uomo di mezz'età che ha smarrito (o che non ha mai trovato) la sua ragione di esistere aspettando il suo Godot. Nulla nella sua vita va come deve andare, ma soprattutto nulla va come lui vuole: la sua assurda condizione è quella della marionetta; costretto al sorriso e allo scorrere del tempo senza controllo su di esso. E dunque chiede gli sia concessa un po' di felicità, un amore, un fugace attimo di luce nella tristezza monocromatica della sua esistenza…

da qui

 

 

Like a puppet master with a twisted sense of humor, Dutch writer-helmer-actor Alex van Warmerdam has gleefully dished out suffering to hapless characters in films like “The Northerners” and “Grimm.” He puts the cruelty of the creative process itself in the spotlight with the nested narratives of “Waiter,” wherein a schnitzel-slinger (played by van Warmerdam himself) takes periodic timeouts from his unhappy life to ask for a break from the writer penning his life. This sophisticated black comedy could serve up small B.O. portions for niche distribs, especially if marketed to auds who like cerebral Charlie Kaufman-style metafiction.

da qui

 

 

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