venerdì 7 gennaio 2022

Aspettando il re – Tom Tikwer

tratto da un romanzo di Dave Eggers, dicono che il linìbro è meglio.

il film è sulle spalle di Tom Hanks, che da solo basta a riempire la scena, e a rendere almeno sufficiente qualsiasi pellicola.

viene eso palese uno scontro di civiltà, potremmo dire così, e nessuna delle due ci piace, ma questo è un altro discorso.

buona (desertica) visione - Ismaele

 

 

QUI il film completo, su Raiplay

 

 

Aspettando il re, trasposizione cinematografica di Ologramma per il re (Mondadori, 2013), non riesce a rendere sullo schermo l’efficacia della scrittura di Dave Eggers. La semplicità quasi elementare dello scrittore americano, che nel romanzo in questione racconta in modo sottilmente sinistro lo spaesamento in Arabia Saudita di un imprenditore di Boston, pur partendo da buone intenzioni si trasforma in disarmante povertà di messa in scena. Come se alla superficialità della parola corrispondesse una altrettanto auspicata, ma non ugualmente opportuna, piattezza dell’immagine. Anche con un regista come Tykwer, da sempre impegnato a frullare generi e immaginari ma qui ridotto, dopo un promettente inizio onirico con Once in a Lifetime dei Talking Heads, a esporre in maniera piatta e solo un poco frastornata (ellissi, montaggio secco, soggettive, rapidi frammenti di flashback) la crisi di un commesso viaggiatore dell’era digitale (che ha la faccia perfetta di Tom Hanks), capitato per necessità in una terra dove l’ipotesi milionaria di un futuro distopico poggia su un patrimonio di regole e conflitti da società tribale. Aspettando il re (re che dovrebbe presentarsi al protagonista e acquistare un pacchetto di soluzioni hi-tech per una new town da costruire nel deserto) da studio di carattere minimalista si trasforma così un po’ alla volta nella favola esistenziale di un alieno contemporaneo. Niente di male, in fin dei conti, ma nemmeno qualcosa di interessante.

da qui

 

È un film piuttosto ambiguo per certi versi Aspettando il re, specie per i ribaltamenti che subisce la sua critica a quel capitalismo da tempo morente, ma sempre pronto a risorgere dalle sue ceneri, in ogni dove. La storia in cui ci ritroviamo immersi è fatta poi di trovate bizzarre, qualche cliché, numerose partenze e altrettanti arresti. Arresti che però non risultano mai troppo bruschi, né riescono a inficiare una struttura narrativa che è frutto di un adattamento accorto e raffinato del romanzo di Eggers, firmato dallo stesso Tykwer…

da qui

 

Aspettando il Re ha il suo punto di forza in Tom Hanks. Pur recitando in uno dei suoi ruoli meno vistosi, la prova è esemplare. Hanks riesce a diventare il perno del film mentre rappresenta un uomo che ha perso tutti i propri punti di riferimento. Ci vuole un attore della sua caratura per fondere il subbuglio, la mortificazione e il panico del protagonista senza mai giocarsi la carta del pietismo e ridare dignità e valore alla persona. Così gli spettatori si possono sia immedesimare sia fidare di Clay e della sua capacità di raddrizzarsi, modellarsi e, in barba a tutto, andare avanti.

Purtroppo il racconto di Tykwer risulta discontinuo, con uno stacco ritmico troppo netto tra una vivace prima parte e una seconda ben più lenta e riflessiva, con un tale ammasso di circostanze e frustrazioni da confondere e affievolire l’attenzione dello spettatore.

da qui 

 


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