comunque la si pensi Ben Wheatley non lascia mai indifferenti.
In The Earth si racconta di quanto poco conta l'essere umano, rispetto alla natura, ma ce ne dimentichiano troppo spesso.
alcuni scienziati studiano degli strani fenomeni, non in laboratorio, ma immersi in quella natura che studiano, e anche i loro rapporti interpersonali vengono coinvolti, e non poco.
alla fine il film un po' ricorda Annientamento (Annihilation), di Alex Garland, ed è un complimento.
In The Earth è un film che merita, lo capirete vedendolo.
buona (inquietante) visione - Ismaele
Mentre il mondo cerca la cura per un terribile
virus, uno scienziato e una guardia forestale si addentrano nel bosco per un
controllo di routine delle attrezzature. Dal genio visionario del regista
inglese Ben Wheatley arriva In the Earth, un sci-fi horror avvincente,
ingegnoso e inquietantemente attuale. Un viaggio terrificante nel ‘cuore di
tenebra’ della natura.
Pretendere di frullare assieme il post apocalittico con
il folk horror è davvero un gran bell’azzardo. Ma per uno
come Ben Wheatley che con I disertori – A Field in England aveva dimostrato di non farsi il benché minimo problema nel
piazzare un alchimista irlandese legato in mezzo a un prato in piena guerra
civile americana, nulla è davvero impossibile. E non è bastata nemmeno una
pandemia globale a fermare il nostro piccolo talentuoso genietto, il quale,
alla chetichella e in appena due settimane di riprese a regime ridottissimo, è
riuscito a confezionare con tutti i sacri crismi un ennesimo allucinato ed
elegantissimo incubo cinematografico ad occhi aperti…
…Film complesso, profondamente
stratificato, In the Earth conserva
anche una superficie di pura e semplice meraviglia audiovisiva dagli esiti
davvero sorprendenti e di rara efficacia. Se Ben Wheatley percorre strade verso
una sorta di realismo filosofico intorno
all’horror, d’altro canto i poco frequenti effetti speciali sono utilizzati con
stupefacente sapienza. Ben lontano dall’idea dell’effetto speciale che
giustifica se stesso, finalizzato esclusivamente alla meraviglia dell’occhio
fino alla nausea e all’assopimento, l’autore connette intensamente lo stupore audiovisivo
a uno stringente percorso di senso. Pensiamo in particolare alle terrificanti e
caleidoscopiche sequenze finali, dove l’orrore si tramuta in puro fastidio
percettivo, conseguito tramite l’uso sagacemente combinato di suoni e colori.
D’altro canto, nel più puro spirito del torture movie, In the Earth propone alcune sequenze tra le
più rabbrividenti viste di recente al cinema. Tra amputazioni, cauterizzazioni,
tagli e ricuciture di varia natura, il corpo del malcapitato Martin si tramuta
in una letterale mappa sacrificale dove l’orrore si carica di toni ai limiti
dell’intollerabile proprio perché calato in un contesto di realistica
credibilità. Intorno al piede martoriato di Martin, per dire, non c’è alcun
sovrabbondante effetto speciale a rendere iperrealistica, e paradossalmente
irrealistica, l’atmosfera generale e quello specifico brano di racconto. Accade
lo stesso con la riscoperta di feroci armi rudimentali, rispolverate per
angoscianti cacce all’uomo nella foresta – pensiamo all’inseguimento con arco e
frecce. È anche forte la componente ironica, grazie alla quale si è in grado di
sostenere una sequela di torture riconvertendo il ribrezzo in una cinica risata
liberatoria.
È chiaro a tutti che la sospensione dell’incredulità richiesta è
altissima. In the Earth propone una
sfida alla quale si può scegliere di stare o non stare. Passato al vaglio di
una visione che cerca logica e coerenza ad ogni costo, il film di Wheatley può
essere smontato pezzo per pezzo (e fatto a pezzi) in un secondo. Perché Martin
e Alma, quando possono, non scappano? Possono davvero fidarsi così tanto del
loro ultimo incontro fatto nel bosco? Possibile che siano così ingenui? E la
passione per la ricerca scientifica davvero può giustificare tutto fino a
questo punto, visto che Martin rimane nella foresta con un piede semi-amputato
e un paio di cuciture sulle braccia? Domande che è meglio non farsi, che non
bisogna farsi. Perché lo spettacolo proposto da Wheatley, ancorché ammorbidito
da sottili notazioni ironiche e autoironiche, è più intelligente dei nostri
insormontabili scrupoli di realismo e credibilità.
Girando in pochi giorni e con mezzi limitati, Ben Wheatley è dunque
capace di proporre un’opera caratterizzata da una frastornante alternanza tra
realismo e barocco. In the Earth è
il prodotto di un immaginario e di uno sguardo cinematografico decisamente
originali, che possono anche respingere l’adesione dello spettatore. Prendere o
lasciare. Resta comunque il dato di un cinema che dal genere affonda verso
stratificate riflessioni. Cinema che affonda nella terra, nelle
radici di un lontano rapporto preculturale tra Uomo e Natura. Scuote, incolla
alla poltrona, spaventa, stordisce. Può essere respingente, ma è indubbiamente
un cinema vivace. La vivacità sta nelle idee.
…Una película que toma riesgos y no teme a tomar
rumbos inesperados y generar ese cóctel que tan buen gusto deja. Y es que hoy
en día entre tanta fórmula, Blockbuster y universo prefabricado, es de
agradecer y valorar al que toma esos riesgos en pos de algo más novedoso.
Un análisis aparte merece su
tratamiento sonoro, que propone un viaje totalmente sensorial y coherente
con ese montaje estroboscopico, casi caleidoscopio y que busca sumergirnos en
ese estado de locura que sobrevuela la película.
En conclusión una película que
atrapa, sorprende en sus decisiones esteticas y narrativas, que arriesga y que
podría haber caído en el facilisimo y sin embargo no se conforma y va más allá.
Una invitación a revisar la filmografia de su director.
…El
presupuesto más ajustado y las condiciones de rodaje más libérrimas permiten
cierta fluidez en su estilo y forma de narrar la historia. Sin embargo, el
pasado suele dejar marca, y esta película, de alguna manera, tiende a la
grandilocuencia y a la excesiva seriedad, aún a pesar de tratar con maníacos
melenudos armados con hachas y entidades forestales vivientes. Puede que
algunos entren en sus secuencias más lisérgicas de colores y sonidos chillones.
Al igual que podríamos decir que su tono consigue respirar algo de aire puro
gracias a determinados puntos de humor bien colocados y a algunas escenas de
tensión que repuntan su trama. Pero, siendo sinceros, ni con esas… In The Earth, muy a pesar de las virtudes de sus
artífices, resulta aburrida. Y es una verdadera lástima. Por su diseño de
sonido, su manejo de lo excéntrico o incluso por su preocupación por lo actual.
Muchos serían los motivos por los que merecería la pena rendir cuentas a esta
película que, por desgracia, quedan enterrados en la fanfarria, la
condescendencia y el sopor.
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