giovedì 27 gennaio 2022

Effetto domino - Alessandro Rossetto

l'occasione rende l'uomo debole, perché spesso crede di potersi permettere passi più lunghi della gamba.

le crisi finanziarie (e non solo) nascono quando si rischia troppo, pensando di potercela fare.

l'effetto domino è tutto qui, ogni impresa è legata alle altre, quando inizia uno tsunami sembra che riguardi gli altri, invece ci si trova nell'occhio del ciclone e uscirne è impossibile.

il film di Alessandro Rossetto è un film necessario, dietro l'economia e le crisi ci sono imprese e famiglie, che si schiantano senza pietà.

c'è sempre qualcuno che tira la rete e raccoglie i pesci, vittime di un sistema truccato.

se hai molto da ridere lascia perdere Effetto domino.

il film merita molto, bravi attori, appaiono anche Marco Paolini e Vitaliano Trevisan.

buona (economico-dolorosa) visione - Ismaele

 

 

 

QUI il film completo, su Raipaly

 

 

Il racconto, sceneggiato insieme a Caterina Serra, sta fra il saggio di antropologia, l'osservazione entomologica e la messa a nudo della dimensione grottesca, "sorrentiniana", del potere e dell'umiliazione cui si espone chi il potere non ce l'ha. Effetto domino affronta di petto alcuni "elefanti in salotto" della contemporaneità: l'invecchiamento progressivo dei Paesi occidentali e la conseguente nascita del "business della vecchiaia"; il crollo dell'edilizia, settore trainante dell'economia e in alcune zone attività primaria; la globalizzazione come epitome dell'etica (si fa per dire) del cane mangia cane, secondo una piramide di sopraffazione in cui ognuno si scopre contemporaneamente vittima e carnefice.
La vicenda narrata è una via crucis in sei stazioni, con il commento algido e talvolta sarcastico della voce fuori campo di Paolo Pierobon, che sottolinea in maniera "scientifica" le dinamiche fra gli esseri (sempre meno umani) in scena, attingendo anche ad alcuni passi firmati da Jonathan Franzen. La storia è durissima e dolorosa, non solo perché ne riconosciamo i contorni, ma anche perché è raccontata come un lento scollinamento verso gli inferi attraverso atmosfere rarefatte e ambienti lunari: il disfacimento dei luoghi e dei convincimenti morali, la scomparsa dei punti di riferimento, il ruolo che ognuno gioca nel creare quell'effetto domino che fa crollare impalcature costruite da persone la cui soddisfazione più profonda sarebbe quella di "far nascere le cose". In assoluto il tema più rilevante è l'incapacità degli uomini di affrontare la morte: anziani che credono di poter vivere per sempre, cinquantenni che contemplano con orrore la propria caducità, giovani che ostentano il loro sentirsi invincibili…

da qui

 

Per spiegare il mito fondativo dell’identità veneta, dell’industrializzazione e dell’annesso deturpamento del suo paesaggio – cui alludono le inquadrature aree del sito destinato al resort –, si ricorre a un’esegesi antropologica per cui l’essere umano avrebbe sempre cercato di irreggimentare la natura, di ridimensionarla, poiché ove v’è più vita vi è anche più morte. E nei paesi che già possono permettersi il lusso di guardare al prossimo secolo, la morte sarà una realtà ben più tangibile della vita, che andrà progressivamente ghettizzata e ricondotta a forme che ne occultino la sostanza. Da qui la grandezza della visione di Colombo, forse persino troppo raffinata per lui e che solo qualcuno come Hu, che vive dove il sole sorge prima che altrove, è in grado di perfezionare, mentre il Veneto, la regione che per prima aveva intercettato e inseguito questo sogno, sembra aver perso la bussola ora che il mondo e il mercato si sono definitivamente aperti.

Se si può affermare senza tema di essere tacciati di campanilismo che il cinema italiano è dominato da una tendenza Mezzogiorno-centrica, è altrettanto vero che opere come Effetto domino, che invece di enfatizzare arcaismi culturali per amore del soft power mette in scena un attualissimo conflitto inter e intragenerazionale guardando anche all’immediato rivale dell’Occidente, sono rare a vedersi. Potrebbe suonare come una speculazione, ma non lo è: proprio come il suo predecessore, Effetto domino è un film piccolo ma non da poco, che nonostante qualche incertezza programmatica si fa alfiere della Weltanschauung di un territorio e della sua gente.

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Alessandro Rossetto racconta, con limpida schiettezza, in una storia cruda che sbatte in faccia allo spettatore un sottobosco di imprenditori approfittatori e guerrieri furbi che lottano in terre di nessuno. Il regista mantiene il tratto documentaristico della storia, ispirata ad eventi realmente accaduti, affiancandolo a una visione sarcastica, grottesca e quasi sorrentiniana del potere, della paura della morte, della distruzione fisica e personale. Il pregio di Effetto Domino risiede nella genuinità delle performance di un cast corale (in cui spiccano Maria RoveranNicoletta MaragnoLucia Mascino e il grande Marco Paolini) che inscena una tragedia pronta a sgretolarsi in piccoli frammenti, crollando come crollano le impalcature degli imprenditori ingannati dai loro simili…

da qui

 

…Sicuramente ciò che sta alla base di un film di questo tipo è la concitazione, il terrore: Effetto Domino è a tutti gli effetti una pellicola che guarda al lato oscuro della finanza, dell’edilizia, delle imprese: è tutto ciò che ruota attorno ad un mondo che è tanto imponente quanto fragile. Anche solo una piccola tessera traballante può far crollare un’intera impalcatura. Il panico non è solo conferito dal rischio di poter perdere tutto, investimenti milionari, aziende, case di proprietà, ma anche dal rischio personale di questi uomini di poter perdere, in un certo senso, la propria virilità.

Il lato più interessante del film è osservare come questa visione maschilista aziendale (e familiare), evidentemente tossica, sia la diretta conseguenza di un sistema finanziario sicuramente abitato dalla maggior parte dagli uomini. Le donne sono una assoluta minoranza, il loro punto di vista è sempre marginale, ed è un bene che questo venga rilevato, anche se in modo dimesso. Alessandro Rossetto firma un film tragico, attuale, una storia infuocata che colpisce nel segno e dimostra quanto sia fragile la nostra economia e quanto sia frangibile l’essere umano.

da qui

 


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