il 17 febbraio Ennio sarà al cinema, però c'è stata la proiezione nei cinema sabato e domenica di fine gennaio, per vedere l'effetto che fa.
gli incassi del fine settimana sono stati buoni, e meritati.
probabilmente è il film della stagione, Tornatore è stato bravissimo e tutti possono conoscere Ennio Morricone di persona, e non solo le sue musiche.
si dirà che solo dopo che uno muore ci si accorge della sua grandezza, meglio tardi che mai.
le sue musiche da film sono quelle che tutti riconosciamo, e hanno accompagnato le nostre vite, e lo faranno ancora, finché le centinaia di film (528, certifica Imdb) dei quali ha creato la colonna sonora saranno visti e rivisti.
per quasi tutti ci sarebbero volute diverse vite per fare quello che Ennio ha fatto in una vita sole, come se fosse la cosa più normale del mondo.
è un film che racconta una storia, anzi molte, fa pensare, fa sorridere, fa commuovere, fa venire la pelle d'oca, fa scorrere qualche lacrima, è un film che fa bene al cinema e a chi lo guarda.
e quindi non perdetevelo, quando riapparirà nei cinema - Ismaele
…Ennio si apre con un'alternanza brillante di opposti
movimenti di direzione d'orchestra e stretching domestico, dando l'attacco a
un'immersione competente e appassionata nella carriera di un compositore dall'opera
incalcolabile, che ha spaziato in ambiti molto diversi. Erroneamente
identificato in tutto il mondo per lo più per le invenzioni strumentali e
rumoristiche dei western di Sergio Leone e accompagnato per tutta la
vita dal dispiacere per un pregiudizio accademico nei suoi confronti.
Il pregio di Ennio, non solo dentro il genere documentario,
risiede nella sua semplicità e chiarezza così difficili da raggiungere, ma
ancor prima nel fatto che Tornatore abbia concepito la propria linea narrativa
come una partitura musicale. Il montaggio aggraziato e puntuale di Massimo
Quaglia e Annalisa Squillaci rende questa cavalcata di oltre due ore e mezzo
tra film e pentagrammi uno svelamento seducente anche per non addetti ai
lavori, che non si vorrebbe finisse mai, perché, tra aneddotica e archivio
cinematografico, la musica e le sue leggi restano a fuoco.
…la forza del documentario sta tutta nell’intimità del
racconto in prima persona, nella commozione che fluisce dal ricordo, con una
naturalezza spiazzante, nella memoria di ferro delle divagazioni musicali. Per
Morricone comporre musica voleva dire difendersi dalla solitudine, affidando
agli strumenti le proprie passioni interiori. Ecco allora che si chiarificano
le ombre, che emergono i non detti: la delusione per quegli Oscar non vinti,
non futili simboli di un successo mai rincorso, quanto una legittimazione
all’esistenza di un uomo che ha consegnato se stesso ad ogni nota scritta. Per
due ore e mezza i capolavori di Morricone risuonano senza tregua ed è chiaro il
tentativo di costruire il documentario sul modello di un grande concerto
polifonico, riuscendo comunque a mantenere una chiarezza espressiva che la
massiccia quantità di materiale, tra archivio, aneddoti e curiosità, avrebbe
potuto facilmente annebbiare.
…Se piace
il genere, lo si amerà. Se non piace il genere, si sappia che gli italiani
ormai sono maestri dei docufilm. E se tutto ciò non dovesse convincere,
andatelo ad ascoltare. Proprio
così: chiudete gli occhi e usate le orecchie, questo film già così vi regalerà
emozioni. Certe canzoni del passato vi faranno ricordare istanti passati; certe
melodie vi riporteranno alle relative scene di film. Fra i cantautori
con cui Morricone lavorò: Gianni Morandi, Mina, Gino Paoli, Luigi Tenco, Rita
Pavone, Edoardo Vianello e molti altri. Negli anni 60, Morricone
collaborò con la casa discografia RCA. Arrangiava canzonette. Il pop italiano
visse un momento d’oro. Ennio Morricone cercava sempre “di arricchire
una canzone, sia che fosse bella o sia che fosse modesta […]”; cercava di
non rifugiarsi “in un lavoro passivo”.
Per Con
le pinne fucile ed occhiali di Edoardo Vianello Morricone volle
ricreare lo splash di cui alla canzone e ci riuscì. In Sapore
di sale aggiunse un paio di suoni in più che ben si distinguono e ne
fecero un grandissimo successo. E ci furono Se telefonando (Mina), Abbronzatissima (Vianello), Il
mondo (Jimmy Fontana), C’era un ragazzo che come me amava i
Beatles e i Rolling Stones (Morandi) e così via, tutti trasformati
pezzi indimenticabili. Avviandoci verso la conclusione della nostra recensione
di Ennio, aggiungiamo che i film che raccontano le vite dei
grandi innovatori di arte e storia o scienza e cultura, e così via, valgono la
pena di essere visti sempre. E se il personaggio è Ennio Morricone, forse,
ancora di più.
…Ma quale Morricone viene
fuori da Ennio? L'uomo innanzitutto: un essere attento, taciturno, intelligente,
modesto, enigmatico, abitudinario. Molti già lo conoscevano per queste
caratteristiche, ma laddove il film di Giuseppe Tornatore diventa qualcosa di nuovo e appassionante è
nella messa in risalto della pura genialità di Ennio Morricone, che scriveva note anche sulle tovaglie di carta dei
ristoranti, che creava melodie nella sua testa, che traeva spunto dal verso di
un animale o dal rumore di un barattolo o di ferraglia. Forse non importa
sapere che Stanley Kubrick ha chiamato Ennio per Arancia
Meccanica e che è stato il Maestro ad arrangiare "Se
telefonando" e "Abbronzatissima",
quando lavorava per la RCA, ma è bellissimo e commovente scoprire il dramma che
il figlio di un suonatore di tromba costretto a frequentare il conservatorio ha
vissuto per quasi tutta la vita a causa dell'atteggiamento di rifiuto del suo
maestro Goffredo Petrassi, che riteneva la composizione
per il cinema uno svilimento della musica stessa. Proprio questo snobismo
da parte dell'accademia ha portato Morricone a
vivere la sua vita artistica come una rivalsa, come un antidoto alla paura di
aver tradito i padri. La sua rivincita l'ha avuta Ennio,
e parlandone in vecchiaia si commuove spesso, e noi con lui. Del resto, a
inizio film, l’artista viene immortalato mentre fa la sua ginnastica mattutina,
prima di entrare in uno studio dove il caos è ordine e meraviglia. Questa
intimità non può non avvicinare lo spettatore…
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