Ratna, giovane vedova, deve andare in città a fare la serva, visto che deve mantenere i suoceri e deve pagare le spese per la scuola alla sorella.
Sir è una fiaba, non in stile Bollywood, e mostra la vergognosa realtà indiana delle caste, dei padroni e degli schiavi e delle schiave.
c'è una storia di un rapporto padrone-serva che si evolve, ma sembra inconcepibile a Ratna affrancarsi dalla sua condizione di eterna e immutabile sottomissione.
i film riescono a mostrare quello che le parole, spesso, non riescono a esprimere, e questo film andrebbe visto a scuola, dove non arrivano le parole dei libri arriverà questa storia.
buona (casta) visione - Ismaele
QUI il film completo, in italiano, su
Raiplay
…Se crediamo alla vicenda di Ashwin e
Ratna, se vogliamo crederci, in questi tempi cinici e diffidenti, è perché la
regia ce la pone su un piano di possibilità anziché di realtà. Si apre allora
lo spazio del sogno, che è il vero regalo del cinema, laddove la fiaba su carta
impone la contentezza e l'ultima parola.
Nel procedere a piccoli
passi per costruire la relazione tra i protagonisti, il film di Rohena Gera non
solo riesce a evocare la tensione erotica che la commedia sentimentale di
cassetta non si dà mai il tempo di lasciar affiorare (preferendo risolvere la
cosa con facili e usurate metafore), ma rende anche l'idea di un percorso che è
lontano dall'essere praticabile a passo di marcia e può avvenire solo per
piccoli scarti, impercettibili disequilibri.
La trama appare esile, dunque, e la distanza breve, quanto quella tra due
stanze di uno stesso corridoio, ma è un'illusione ottica, perché nel contesto
di riferimento non si è che sulla soglia di quel tratto di cammino. Ben
vengano, perciò, i film come questo, che aprono gentilmente la porta, come fa
la cameriera protagonista: i loro tanti compromessi si perdonano più
facilmente.
…Per parlare di questo
film è importante fare un doveroso preambolo. L’india ha una forza lavoro
domestica di 40 milioni di persone, per lo più donne, che lavorano senza
contratto, né diritti, in condizioni simili ad una moderna schiavitù. Oltre
alle condizioni estreme in cui sono costrette a lavorare devono anche subire
umiliazioni quotidiane: mangiano sedute sul pavimento, dormono a terra e non
possono usare lo stesso bagno del padrone (per i curiosi, il tema del bagno è
trattato in maniera molto eloquente nel film Toilet: Ek Prem Katha dell’indiano
Shree Narayan Singh).
Attenzione: non ci troviamo davanti ad un
melodramma stile Bollywood, con balli colorati, canti e cose di questo tipo e,
possiamo dire tranquillamente, che non è neanche un vero dramma neorealista ma
è una fiaba. Ebbene sì: SIR è una
bella fiaba, senza fronzoli, senza laccature ed eccessi. Lo stile indiano c’è,
ma è presente in maniera assolutamente contestualizzata nei sotto testi
sociali, dove la cultura orientale si avvicina a quella occidentale.
…ci troviamo a fare i conti con un copione già
scritto, che nel caso specifico del film della Gera riesce tuttavia a generare
sullo schermo momenti intensi e di grande dolcezza, nei quali viene facile
rispecchiarsi e provare empatia. In tal senso, le scene tra le mura domestiche
che descrivono e mostrano il crescere dei un sentimento tra Ratna e Ashwin (su
tutte il primo bacio e la consegna della macchina da cucire) sono dispensatrici
generose di sorrisi e commozione.
Se ciò riesce a prendere forma e sostanza sullo schermo il merito è
sicuramente dell’autrice, capace di aggiungere qualche spezia interessante ad
una minestra altrimenti solo riscaldata per l’occasione. E ad aiutarla
nell’operazione ci hanno pensato le avvolgenti musiche di Pierre Aviat, ma
soprattutto le interpretazioni di Vivek Gomber e Tillotama Shome, quest’ultima
familiare alle platee nostrane per avere vestito i panni di Alice in Monsoon Wedding di Mira Nair e di Medha in Gangor di Italo Spinelli.
Nessun commento:
Posta un commento