mercoledì 5 gennaio 2022

Sir - Cenerentola a Mumbai - Rohena Gera

Ratna, giovane vedova, deve andare in città a fare la serva, visto che deve mantenere i suoceri e deve pagare le spese per la scuola alla sorella.

Sir è una fiaba, non in stile Bollywood, e mostra la vergognosa realtà indiana delle caste, dei padroni e degli schiavi e delle schiave.

c'è una storia di un rapporto padrone-serva che si evolve, ma sembra inconcepibile a Ratna affrancarsi dalla sua condizione di eterna e immutabile sottomissione.

i film riescono a mostrare quello che le parole, spesso, non riescono a esprimere, e questo film andrebbe visto a scuola, dove non arrivano le parole dei libri arriverà questa storia.

buona (casta) visione - Ismaele


 

QUI il film completo, in italiano, su Raiplay

 

 

 

Se crediamo alla vicenda di Ashwin e Ratna, se vogliamo crederci, in questi tempi cinici e diffidenti, è perché la regia ce la pone su un piano di possibilità anziché di realtà. Si apre allora lo spazio del sogno, che è il vero regalo del cinema, laddove la fiaba su carta impone la contentezza e l'ultima parola.

Nel procedere a piccoli passi per costruire la relazione tra i protagonisti, il film di Rohena Gera non solo riesce a evocare la tensione erotica che la commedia sentimentale di cassetta non si dà mai il tempo di lasciar affiorare (preferendo risolvere la cosa con facili e usurate metafore), ma rende anche l'idea di un percorso che è lontano dall'essere praticabile a passo di marcia e può avvenire solo per piccoli scarti, impercettibili disequilibri.

La trama appare esile, dunque, e la distanza breve, quanto quella tra due stanze di uno stesso corridoio, ma è un'illusione ottica, perché nel contesto di riferimento non si è che sulla soglia di quel tratto di cammino. Ben vengano, perciò, i film come questo, che aprono gentilmente la porta, come fa la cameriera protagonista: i loro tanti compromessi si perdonano più facilmente. 

da qui


 

…Per parlare di questo film è importante fare un doveroso preambolo. L’india ha una forza lavoro domestica di 40 milioni di persone, per lo più donne, che lavorano senza contratto, né diritti, in condizioni simili ad una moderna schiavitù. Oltre alle condizioni estreme in cui sono costrette a lavorare devono anche subire umiliazioni quotidiane: mangiano sedute sul pavimento, dormono a terra e non possono usare lo stesso bagno del padrone (per i curiosi, il tema del bagno è trattato in maniera molto eloquente nel film Toilet: Ek Prem Katha dell’indiano Shree Narayan Singh).

 

Attenzione: non ci troviamo davanti ad un melodramma stile Bollywood, con balli colorati, canti e cose di questo tipo e, possiamo dire tranquillamente, che non è neanche un vero dramma neorealista ma è una fiaba. Ebbene sì: SIR è una bella fiaba, senza fronzoli, senza laccature ed eccessi. Lo stile indiano c’è, ma è presente in maniera assolutamente contestualizzata nei sotto testi sociali, dove la cultura orientale si avvicina a quella occidentale.

da qui


 

…ci troviamo a fare i conti con un copione già scritto, che nel caso specifico del film della Gera riesce tuttavia a generare sullo schermo momenti intensi e di grande dolcezza, nei quali viene facile rispecchiarsi e provare empatia. In tal senso, le scene tra le mura domestiche che descrivono e mostrano il crescere dei un sentimento tra Ratna e Ashwin (su tutte il primo bacio e la consegna della macchina da cucire) sono dispensatrici generose di sorrisi e commozione.

Se ciò riesce a prendere forma e sostanza sullo schermo il merito è sicuramente dell’autrice, capace di aggiungere qualche spezia interessante ad una minestra altrimenti solo riscaldata per l’occasione. E ad aiutarla nell’operazione ci hanno pensato le avvolgenti musiche di Pierre Aviat, ma soprattutto le interpretazioni di Vivek Gomber e Tillotama Shome, quest’ultima familiare alle platee nostrane per avere vestito i panni di Alice in Monsoon Wedding di Mira Nair e di Medha in Gangor di Italo Spinelli.

da qui

 


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