mercoledì 17 febbraio 2021

Il processo - Georg Wilhelm Pabst

una caccia agli ebrei, ambientata in un villaggio ungherese, alla fine del XIX secolo, girato nel 1948.
false testimonianze, una folla inferocita, confessioni estorte con torture, le voci d'innocenza, o perlomeno di dubbio vengono ignorate.
poi le cose sono andate, quella volta, bene, ma un quarto di secolo dopo cominciò a brillare la stella di Adolf Hitler, e nessun processo salvò nessun ebreo.
un film che merita - Ismaele 

 

 

Una ragazza scompare e la voce pubblica accusa la comunità ebraica di assassinio. Un commissario che fa parte di una cricca politica interessata a pescare nel torbido strappa una falsa testimonianza al figlio del rabbino locale. Quando per i poveretti tutto sembra perduto interviene energicamente un avvocato famoso, deputato al parlamento, che riesce abilmente a dimostrare la loro innocenza.

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Più che un semplice film, è una sorta di mea culpa da parte del regista Georg Wilhelm Pabst: l'autore, dopo un periodo passato in Francia nel corso degli anni Trenta, era tornato in Germania avvicinandosi al regime nazista e alla propaganda bellica. È un film che descrive le origini dell'antisemitismo per poi condannarle in toto: il respiro storico-politico è adeguato e Pabst sa come costruire al meglio una vicenda ambigua e ricca di personaggi diversi. La struttura drammaturgica è solida, così come le interpretazioni, ma c'è da segnalare un lieve calo col passare dei minuti che sfocia in un finale incerto. Ispirato a una storia realmente accaduta.

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Le Procès (Der Prozeß, 1948, 1.37:1, noir et blanc, Dolby Digital 1.0, 103 minutes). Dans un village hongrois, en 1882, Ester, une adolescente, fuit la maltraitance de sa maîtresse. La rumeur qu’elle aurait été enlevée par les Juifs et victime d’un assassinat rituel est le point de départ d’un vibrant plaidoyer contre l’antisémitisme. Salué à la Mostra de Venise par le Prix international du meilleur film et l’attribution du Prix du meilleur acteur à Ernst Deutsch.

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