ladri senza stoffa tentano un colpo facile facile, credono.
la banda dei soliti ignoti non teme confronti.
il film sarebbe stato uno di quelli senza pretese, senza infamia e senza lode,
se non fossero apparsi, come testimoni della loro avventura, e parte integrante del film, i veri ragazzi che hanno fatto sette anni di galera.
e questo rende il film meritevole .
buona visione - Ismaele
QUI il film
completo, in italiano
…Leyton non si limita a raccontare a modo suo la storia
dei quattro, e di come la loro rapina sia prevedibilmente andata in malora, ma
decide di fondere le sue due sensibilità (quella di filmmaker con una gran
voglia di fare uno heist movie, e quella di documentarista) per creare uno
strano ibrido che alterna sequenze in cui i quattro attori inscenano alcuni dei
momenti più importanti della preparazione, esecuzione e postumi della rapina, e
altre in cui intervista i quattro veri ladri e una serie di altre figure che
ruotavano loro attorno, dalla bibliotecaria dell’università ai genitori di
Spencer. Il fatto che siano passati più di dieci anni dalla tentata rapina al
momento della lavorazione del film crea così una situazione bizzarra, e
sicuramente stimolante per uno che ha cominciato la sua carriera documentando
la realtà: i ricordi dei quattro sono confusi, inaffidabili, anche perché, per
loro stessa ammissione, mentre elaboravano il loro piano si sentivano già
distaccati dalla realtà e immersi nella finzione, come protagonisti di un film
che stanno mettendo in scena un copione…
…La cosa più sorprendente di American
Animals è infatti come alle convenzioni da film di rapina si
affianchi non solo il documentario ma pure una sottile malinconia. Layton gioca
a carte scoperte, sa entusiasmare con una colonna sonora ricca di brani del
passato davvero straordinaria e si avvale di un cast accattivante con due
attori molto lanciati (Evan Peter e Barry Keoghan, visto in Dunkirk e Il sacrificio del cervo sacro), ma non nasconde mai come il
livello più cinematografico sia in fondo una messa in scena. Una sorta di
tunnel mentale distorto, circondato da una realtà dove le cose vanno in ben
altro modo, inflessibile alle fantasie dei protagonisti.
American Animals è dunque un'opera squisitamente
metacinemtaografica che però non si accontenta di sofisticazioni cerebrali e
anzi riesce a essere sia trascinante e divertente sia dolorosamente umana.
… Ambientato nel 2003 in
Kentucky, e tranne che per trascurabili differenze rispettando dunque i dati
della reale cronostoria, "American Animals" evidenzia le falle degli
Stati Uniti post-11 settembre, ove le istituzioni crollano come castelli di
sabbia, emblematicamente messi sotto scacco da un collettivo insospettabile, i
classici ragazzi bianchi della porta accanto, studenti e provenienti da
rispettabili famiglie. Una metafora che abbiamo visto tante volte nel recente
cinema americano e qui inglobata in una vicenda bizzarra, costruita con perizia
e discreto ritmo, almeno fino al momento della rapina stessa: citazioni ovvie
ma non moleste ("Le iene", "Quei bravi ragazzi"),
ricostruzione e confezione di buona fattura, calzante colonna sonora composta
da brani non certo inediti nell’immaginario popolare (c’è anche "A Little
Less Conversation" di Elvis Presley), facce giuste di attori appassionati
(ma Barry Keoghan è superiore ai suoi colleghi di almeno una spanna). Che
finisce però con il perdere qualche colpo quando si avvicina il momento del
colpo: vittima di isterismi giovanilistici, di mancata sintesi e dimostrazione
che rappresentare con adeguata suspense il momento topico di una rapina è
mestiere per pochi registi.
Niente più e niente meno di un piacevole divertissement,
accettabile heist movie contemporaneo, ma deludente se setacciato
con gli intenti teorici premessi: "This is not based on a true story. This
is a true story", recita una iniziale didascalia. In tal senso il discorso
sul vero e il falso è soffocato.
…Promettente nell’idea, come nel modus
narrandi, American Animals finisce allora per essere solo superficie,
solo forma, ma manca un contenuto capace di stupire, di suscitare una vera e
propria riflessione, di lasciare il segno nello spettatore. Allo stesso tempo,
come heist movie / comedy si prende troppo seriamente, i
ritmi, le battute, purtroppo non funziona nulla nemmeno in questo senso.
… Pur non fugando del tutto i dubbi che
suscita, American Animals ha dalla sua una sana dose
di disincanto e di amaro cinismo, che tiene il film ben al di qua del pamphlet
su un’improbabile “gioventù bruciata” borghese. La ricostruzione della rapina
ha i toni pulp, eccessivi e surriscaldati che i protagonisti amavano nei film
di cui si nutrivano: non va come vorrebbero negli esiti, ma il mood è quello,
ben lontano – e lo intuiamo chiaramente – da ciò che realmente i quattro
giovani devono aver vissuto. C’è l’uso insistito della musica, c’è la
componente grottesca e surreale, ci sono i riferimenti agli heist movie del
passato (da Rapina a mano armata a Le
iene), in una sarabanda sincopata che non vuole dare risposte, ma
piuttosto insinuare quesiti sotto la sua accattivante patina. Il tono amaro
della vicenda è riscontrabile a un livello più profondo, ma il film resta
lontano (e questo è il suo più importante pregio) dal moralismo consolatorio di
tanto cinema che tratta gli stessi argomenti. Spencer, Warren, Erik e Chas
hanno pagato il loro debito con la giustizia, ma non sono necessariamente
persone migliori di allora: né la giustizia li ha in qualche modo “rieducati”.
La differenza coi loro alter ego giovani sta solo nella consapevolezza
(fisiologica) del tempo che è passato, e degli anni persi. Il quesito sul
perché, e sull’eventuale possibilità di un esito diverso, resta volutamente
aperto.
…siamo di fronte ad una storia su due
personaggi , i cervelli del colpo, che sembrano tutto tranne che due persone
dotate di intelletto, anche perché la banale motivazione di tentare il colpo
per “oltrepassare la linea” suona veramente superficiale e poco credibile;
possibile che nessuno abbia potuto pensare alle conseguenze che di certo ci
sarebbero state in una simile impresa ?
Quale è il
motivo che li ha spinti ? Cosa nascondeva un gesto del genere? Erano in grado
di capire i rischi che correvano? Erano spinti da un sacro furore che faceva di
loro degli eroi maledetti? Tutto ciò il film di Layton non solo non lo spiega,
ma le motivazioni che tenta di addurre , come detto, appaiono ben poco
convincenti e credibili, allo stesso modo della darwiniana conclusione
sull’uomo americano votato nella sua evoluzione all’individualismo estremo.
Il risultato
è un lavoro che in alcuni momenti offre anche spunti divertenti,
ha un discreto ritmo, ma risulta carente nello sviluppo dei
personaggi e la stessa storia si affloscia pericolosamente nel
momento in cui dovrebbe confezionare una conclusione credibile.
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