un professore ha un incidente che lo cambia dentro, degli anni di coma gli fanno perdere la donna della sua vita e gli fanno acquisire un potere di leggere il passato, e alla polizia serve per risolvere i casi insoluti.
poi il protagonista scopre di poter anche leggere il futuro, e il gioco diventa pericoloso.
Christopher Walken e Martin Sheen sono perfetti nei due ruoli chiave, e sarà una lotta incredibile.
un gioiellino da non perdere, promesso - Ismaele
…Cronenberg dirige un film coerente con quella che già
si era delineata come la sua poetica; lo fa amalgamandone i punti chiave col
tessuto narrativo costruito dallo scrittore, raggiungendo un equilibrio capace
di arricchire la storia senza stravolgerne le premesse. La sceneggiatura di
Jeffrey Boam (che in seguito firmerà – tra gli altri – gli script di Salto nel buio e Indiana Jones e
l’ultima crociata) sfronda intelligentemente le parti di
romanzo non direttamente funzionali al film (il già citato personaggio della
madre del protagonista, il subplot – qui ridotto all’osso – del killer di
Castle Rock, l’incontro, totalmente espunto, col giornalista del tabloid
scandalistico), sintetizzandone in modo più che funzionale l’andamento
narrativo. Da par suo il regista, appoggiandosi alla densa fotografia (così
poco eighties) di Mark Irwin, e al plumbeo commento
musicale di Michael Kamen (qui alla sua unica collaborazione con Cronenberg)
opta per una messa in scena sobria, elegante quanto controllata, che penetra le
visioni del protagonista solo laddove ciò risulta narrativamente necessario:
una regia che si fa esplicita, in questo senso (operando un necessario
“tradimento” del romanzo) solo nel finale, e rendendo in modo perfetto il
culmine di un climax che non si dimentica facilmente.
…Il regista dimostra ancora una volta di essere uno dei
pochi artisti contemporanei capaci di dare forma ai mostri dell’inconscio e,
sebbene tenuto un poco a freno dalla produzione, ha modo di dare ai giovani
amanti dello splatter all’acqua di rose lezioni di “archeologia dell’orrore”
sussurrando loro: “niente sangue, niente effetti speciali: l’orrore nasce
dentro di voi!". Il grande Christopher Walken è assolutamente perfetto nel
ruolo del fantasmatico protagonista, personaggio essenzialmente tragico cui fa
da alter ego negativo il “presidente operaio” Martin Sheen. Come quasi sempre
in Cronenberg, le atmosfere sono glaciali e lo "sguardo"
programmaticamente freddo. Non siamo ai livelli di Videodrome o Il pasto nudo ma
si vola comunque alto.
da qui
da qui
"The Dead Zone" does what only a good supernatural
thriller can do: It makes us forget it is supernatural. Like Rosemary's
Baby and The Exorcist it tells its
story so strongly through the lives of sympathetic, believable people that we
not only forgive the gimmicks, we accept them. There is pathos in what happens
to the Christopher Walken character in this
movie and that pathos would never be felt if we didn't buy the movie's premise…
…resta
interessante, vedere il re dell’horror andare a duetto sul grande schermo con
il re delle mutazioni umane e carnali. A prevalere, nel film, non sono la pietà
a la commozione per lo sfortunato protagonista, né le interpretazioni degli
attori o le scelte registiche, che risultano davvero molto semplici ed
elementari. E’ invece proprio la trama del libro ad emergere, la trama
originale.
Ciò permette allo spettatore di rimanere distaccato dalle
emozioni al punto giusto (il libro, invece, coinvolge pienamente e fa
addirittura piangere anche i meno empatici), e lo fa concentrare totalmente
sulla storia. Più che paranormale,
il film è ancor meno fantascientifico del libro e il personaggio di
Johnny sembra molto umano, nonostante le sue capacità premonitive. L’umanità di
Johnny viene anche evidenziata da un romanticismo sottile che caratterizza il
suo impossibile amore per Sarah, un tempo corrisposto e ora non più.
Non mancano,
tuttavia, le tipiche inquietudini cronenberghiane e le sue scene opprimenti, che pongono la sua firma, restando
però sull’astratto, senza mai approfondirsi in descrizioni e scene metafisiche.
Da sottolineare poi, l’effetto e l’importanza che
aveva Stephen King in quegli anni: uscirono uno dopo l’altro moltissimi film
tratti dai suoi scritti; da Carrie a Shining, passando per Christine e
arrivando a Stand by Me, negli anni ’80 i registi erano quasi obbligati
a confrontarsi con questo enorme ed amatissimo scrittore. E Cronenberg fu uno
di questi che, a detta di King stesso, creò una delle migliori trasposizioni di
un suo libro.
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