lunedì 13 luglio 2020

Lontano lontano - Gianni Di Gregorio

tre vecchietti sognano di andare a vivere in qualche paradiso lontano dall'Italia, con un favorevole potere d'acquisto e poche tasse da pagare.
Roberto Herlitzka è il loro convincente consigliere geografico e il viaggio è deciso, si parte.
ma fra il dire e il fare ci sono tante cose, paura, abitudini, incognite che non è semplice risolvere.
ultimo film per Ennio Fantastichini, e anche Giorgio Colangeli, Roberto Herlitzka e Gianni Di Gregorio non se la passano tanto bene, hanno i sogni, però.
ma la realtà è un'altra cosa.
un film senza effetti speciali, ricco d'ironia e di umanità, necessaria a noi umani.
nessuno si pentirà di aver visto Lontano lontano, promesso - Ismaele







QUI il film completo, su Raiplay



I tre simpatici protagonisti sono dunque Attilio (l’indimenticato Ennio Fantastichini), un bizzarro robivecchi, Giorgetto (Giorgio Colangeli), ex impiegato che fatica ad arrivare a fine mese, e il cosiddetto Professore (lo stesso Gianni Di Gregorio), insegnante di latino in pensione che non sa più come impiegare il parecchio tempo libero a disposizione. Al fine di faticare meno per arrivare a fine mese, i tre decidono di trasferirsi in quello che viene indicato come un vero e proprio paradiso fiscale. E, così, ha inizio un lungo viaggio alla volta delle Azzorre. Un viaggio che tuttavia (e come ben possiamo immaginare) non sarà privo di imprevisti…

il quarto lungometraggio di Gianni Di Gregorio segue il solco già tracciato nei suoi precedenti lavori, dei quali Lontano lontano mantiene infatti sia l’impianto sia diverse caratteristiche. Come già in Pranzo di ferragosto (2008), Gianni e le donne (2011) e Buoni a nulla (2014) infatti, l’autore anche qui firma regia, sceneggiatura (insieme al sodale Marco Pettenello) e ritaglia per sé il ruolo di protagonista, cercando come sempre di azzerare la distanza tra Persona e Personaggio. Oltre a ciò risultano le stesse anche la struttura drammaturgica, il tono (che mescola sagacemente una sottile quanto raffinata ironia a una dolente malinconia) e l’ambientazione (concentrata interamente a Roma e, ancora una volta, per la maggior parte a Trastevere, il quartiere della capitale dove l’autore è nato e tuttora risiede). Tanto che sembra corretto considerare Lontano lontano come una sorta di quarto capitolo di una produzione autoriale in continuo aggiornamento nel quale l’autobiografismo – cifra che sembra rifarsi a quella del primo Moretti (il cosiddetto “periodo Michele Apicella”) – diventa il motore intorno al quale ruota l’intera narrazione

…Lontano Lontano è uno sguardo che vola da un’altra parte. Sembra in un altro spazio. Forse è in un altro tempo. Pieno di un’umanità semplice e vera evidente anche nei confronti di Abu, un ragazzo del Mali che va a farsi la doccia a casa di Giorgetto. O in quella scena al mare tra Attilio e la figlia. Fantastichini (qui al suo ultimo film) e Colangeli sono intensi e carichi di vitalità. E quella dei tre protagonisti richiama quella dei tre pensionati che decidono di fare una rapina in banca in Vivere alla grande (1979) di Martin Brest. Nonostante le difficoltà di tutti i giorni. Alla fine basta poco. Una bottiglia di vino, un po’ di carne alla brace e ancora la voglia di stare insieme.




2 commenti:

  1. un gioiellino questo film, peccato sia uscito proprio nei giorni del lokdown: non ha avuto praticamente distribuzione, ma merita un recupero. Anche solo per vedere, con una certa emozione, l'ultima prova del compianto Fantastichini

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  2. gli altri tre li ho visti al cinema, questo su raiplay, questo e il primo mi sono piaciuti di più.
    Fantastichini non è mai sembrato uno giovanile, qua il peso della vita lo porta tutto sulle spalle.
    la cosa bella è che ciascuno sembra interpretare solo se stesso.

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