Puoi imbrogliare una persona tutte le volte, puoi anche imbrogliare tutti almeno una volta, ma non puoi imbrogliare tutti tutte le volte. diceva Abraham Lincoln e canta Bob Dylan.
attori bravissimi, come spesso capita.
non trascurate Arbitrage, non vi deluderà - Ismaele
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il film completo in inglese
…Jarecki ha
l'efficacia di chi non si perde in rivoli narrativi inutili e la sensibilità
per raccontare la ferocia gentile di un'aristocrazia economica che non ha
regole. Lo afferma proprio Miller-Gere nel dialogo cruciale con la figlia, sua
dipendente (è il direttore finanziario della sua società). Lui è "il
patriarca, è dio. E tu lavori per me, tutti lavorano per me". Il denaro e
il potere sono le colonne d'Ercole oltre cui il mondo non può andare, se non fa
parte di un club esclusivo e plaudente che può considerare un assegno di due
milioni di dollari come una manciata di spiccioli. Nulla conta più del cerchio
magico di questa comunità di eletti: persino quando si fa largo la questione
razziale, in verità, tutto si fonda solo su un rapporto di sudditanza che con il
colore della pelle non c'entra nulla. E il taglio sulla scena finale, che
arriva con qualche secondo di troppo, non lascia consolazioni ma solo
riflessioni…
…Una storia tutt’altro che
edificante, un protagonista che disturba nella sua capacità di mantenere il
controllo di fronte a tutto e tutti, nella sua irriducibile corsa verso la
propria salvezza. Un finale aperto, quasi destabilizzante nel rimanere sospeso,
ci mostra una legge che non riesce a essere uguale per tutti, non almeno per
chi – grazie a soldi e giro di giuste conoscenze – è nella cerchia degli
intoccabili, come ha dichiarato lo stesso Gere sul suo personaggio. Una
borghesia finanziaria che può essere distrutta solo dal suo interno, ma sempre
e comunque senza mostrare nessun graffio da fuori.
Quello che ci racconta Nicholas Jarecki è
un mondo dove tutti sanno come vanno le cose e dove chi cerca di opporsi sembra
destinato a rimanere con un pugno di mosche in mano. La sceneggiatura e la
regia sono ben costruite, soprattutto se si pensa che il regista è qui al suo
primo lungometraggio. Buono il ritmo del film, sostenuto da una colonna sonora
che contribuisce a suggerire l’idea dominante della corsa contro il tempo, e da
un ottimo cast: da un Tim Roth sempre perfettamente calato nel suo ruolo, a una
credibilissima Susan Sarandon e
un Richard Gere che sembra voler dimostrare la sua raggiunta maturità di
attore, superando a pieni voti la prova di un ruolo meno confortante ed
edulcorato del solito.
…Ogni personaggio della pellicola agisce per
ragioni giuste, ma compie azioni moralmente ed eticamente scorrette per
arrivare al proprio scopo, diventa quindi impossibile, e probabilmente anche
inutile, distinguere il buono e il cattivo; non esiste nel film una visione
manichea del bene e del male, tutti coloro che prendono parte alla vicenda
tendono a difendere se stessi, quindi agiscono nel loro più stretto interesse,
cercando di mettere con le spalle al muro chi li ostacola. In questo scenario
di corruzione e immoralità dilagante emerge un quadro cupo e degradante
dell'essere umano, il compromesso si insinua in tutte le sfere della vita, da
quella professionale a quella intima della famiglia e degli affetti, niente
viene risparmiato, la sete di bramosia pare travolgere tutto, anche contro la
volontà dei soggetti implicati, come se la degenerazione fosse inarrestabile…
…Senza poter ambire a chissà quale perfezione, né nella scrittura del
genere né nella lettura di una realtà quotidiana, il film di Jarecki riesce
comunque a convincere, anche per via di un finale del tutto privo di
consolazione, o di quello che potrebbe essere definitivo come lieto fine. Perché
in una società corrotta fino al midollo – ne La frode non
c’è praticamente nessuno che non si venderebbe per riuscire a raggiungere i
propri obiettivi – non è prevista alcuna catarsi, e non si può pretendere che
il cerchio si chiuda alla perfezione, tutt’altro. Una morale forse facile, ma
di cui si può avere bisogno: un discorso che torna ancor più valido per un film
imperfetto e affascinante come La
frode.
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