scoprono che non è territorio abbandonato, ma è territorio abitato e vivo.
e anziché prendere un po' di terra diventano, con molti sbagli, strenui difensori degli indios.
una storia in cui i bianche sono insieme i cattivi, con qualche buono, che capisce che tutti stanno sterminando gli indigeni.
non sarà un capolavoro, ma si vede bene - Ismaele
Film realizzato con una buona dose di impegno, spesso e volentieri un
po’ didascalico, ma che ha comunque l’insito merito di raccontare una pagina di
storia a noi lontana, ma importante, anche perchè non unica nel suo genere.
Realizzato nei territori narrati, racconta con discreto ordine e
senso civico il contatto tra la società moderna (di allora ovviamente) e gli
indigeni, con tutte le avidità che ne sono conseguite e l’impegno (di pochi)
per creare un ecosistema sostenibile tra sviluppo e rispetto verso quella terra
incontaminata.
Un’operazione sentita, ma anche scolastica, spronata da buoni
sentimenti (come da stessa natura dei fratelli protagonisti), con spirito
avventura ed umanitario, con ampio spazio riservato alla convivenza tra l’uomo
bianco e gli indios, piena di scoperte ed insidie.
E’ l’ennesima, non per colpa dell’opera, rappresentazione
dell’ingordigia umana tutta rivolta ad un progresso non sostenibile, con una
lotta di pochi verso il sistema perché prevalga la ragione (con anche qualche
conquista non marginale visto l’insieme).
Finale segnato da immagini di repertorio che ci riportano all’oggi e
che fanno il loro mestiere, trama che non può raccontare tutto fino in fondo,
in tal senso appare un po’ mutilata nel suo dispiegarsi per decine di anni e
per questo probabilmente ciò si è rivelato inevitabile anche se si poteva
essere meno trancianti.
Un film necessario, soprattutto per chi abita quelle terre (ma non
solo, of course), realizzato con coerenza, ma che sotto il punto di vista
cinematografico non riesce sempre a soddisfare, nonostante l’impegno sia più
che evidente.
E tanto basta per acquisire una propria dimensione.
…sebbene Xingu abbia l’indubbio merito
di riportare l’attenzione delle platee mondiali su un encomiabile episodio
storico recente, poco conosciuto al di fuori del Brasile ma cruciale per la
difesa della variegata ricchezza culturale planetaria, il risultato complessivo
appare squilibrato. L’idea infatti di partire da una cornice storica obiettiva,
delineata dalle spedizioni sul fiume Xingu e dalla nascita dell’omonima riserva
indigena per poi soffermarsi sulle meno note variabili soggettive con l’analisi
chiaroscurale dei protagonisti – il passionale e ribelle Leonardo, lo scaltro
mediatore Orlando e l’innato ma combattuto leader Claudio – non sempre risulta
cristallina (vedi la scelta di fingersi analfabeti e la presa del comando della
spedizione, fatti che restano inspiegate). Da applaudire comunque la decisione
di analizzare realisticamente l’uso della speculazione politico-mediatica per
fiaccare i favori dell’opinione pubblica verso la causa indigena e
l’impossibilità di mantenere il (fino ad allora) naturale isolamento nativo.
…Helmer Cao Hamburger transpired some style and even passion
by telling a good story, but the film is not totally devoid of flaws. In some
moments, especially in the first half, it showed to suffer from some apathy in
its development and evinced a deficient political contextualization. Even so,
and regardless some imprudence in determined aspects, the well-performed and
nicely photographed “Xingu” is watchable, providing valuable historical
information about Brazil and their almost unknown heroes from other times.
da qui
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