Mi è capitato di trovare su Raiplay, in Un giorno in pretura, il processo che si è celebrato nella Corte d’Assise in Nuoro.
Ricordavo i fatti, a Orune (in provincia di Nuoro), l’8 maggio 2015, di
mattina, un ragazzo, Gianluca Monni, insieme a molte altre persone, aspettava
il pullman per Nuoro, dove frequentavano alle scuole superiori.
Ma quel ragazzo non sarebbe mai partito, da un’automobile partirono i colpi
di arma da fuoco che l’avrebbero ucciso, davanti a tutti.
Grazie alle tante testimonianze delle ragazze e dei ragazzi che erano con
lui, le forze dell’ordine individuarono l’assassino e i suoi scagnozzi.
Le cose sono molto complicate, l’auto (rubata) apparteneva a un ragazzo che
la sera prima non era tornato a casa, e del quale, ancora, dopo 10 anni, non si
è trovato il corpo.
La trasmissione, in due parti, dura complessivamente un paio d’ore, dopo
aver iniziato non sono riuscito a smettere di guardare e ascoltare, per una
delle visioni più sconvolgenti degli ultimi tempi, altro che film dell’orrore
(che sono finti).
La nota positiva è la forza e il coraggio delle ragazze e di alcune donne
adulte, già solo per questo il tempo dedicato alla visione non sarà sprecato.
Ecco dove vederlo:
qui
la prima parte:
qui
la seconda parte.
i giorni
successivi mi sono ricordato di un libro, di Nicola Lagioia, che mi aveva lasciato
una grande inquietudine.
scrive
Italo Calvino:
"L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno, è quello che
è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme.
Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti:
accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il
secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e
saper riconoscere chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo
durare, e dargli spazio."
ecco cosa avevo scritto di quel libro:
La città dei vivi – Nicola Lagioia
Marco e Manuel ammazzano Luca, in modi orribili.
Nicola Lagioia ricostruisce tutte le vicende che ruotano
intorno al fatto, dati causa e pretesto, in una Roma che diventa sfondo e protagonista della
storia.
quello che sconvolge nella lettura (e
nella scrittura) del romanzo è che non ci sono ruoli definiti per l'eternità,
ma vittime e carnefici potremmo essere ciascuno di noi, in una sadica e casuale
lotteria della vita e della morte.
Nicola Lagioia inizia a seguire la storia dopo un po' dal
momento dei fatti, e però non lascia niente d'intentato per riuscire a
ricostruire l'indicibile.
ps: il libro ricorda a tratti A
sangue freddo (di Truman Capote).
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