Tinto Brass, quando non filmava solo culi e tette, girava film memorabili.
Ça ira, il fiume della rivolta è uno dei primi film, con filmati di repertorio, montati dal bravissimi Franco (Kim) Arcalli, già montatore di alcune grandi pellicole italiane.
Ça ira è il titolo di una bellissima canzone di Edith Piaf, che accompagna tutto il film.
è un film ottimistico, quando si pensava in un futuro roseo, dopo la sconfitta dei nazisti da parte dell'Unione Sovietica (e qualcun altro) e la impetuosa decolonizzazione.
il ritmo è coinvolgente e sicuramente è un film che continua a dire molto.
buona visione - Ismaele
Tinto Brass nella sua fase di sperimentatore si dimostra un
piccolo mago del montaggio di repertorio (complice nientemeno che Kim Arcalli)
e dirige un film che mostra l'ottimismo con il quale si vedeva il futuro negli
anni del terzomondismo e della decolonizzazione. Un documento prezioso su come
le guerre di liberazione avrebbero potuto cambiare il mondo. Purtroppo non è
andata così.
Le vicende che nel corso del Novecento hanno condotto il
Mondo sul fronte della Guerra: La Rivoluzione Russa, la Rivoluzione Messicana,
la 1° Guerra Mondiale, il Nazismo, il Fascismo, la 2° Guerra Mondiale, i nuovi
conflitti e le divisioni del Dopoguerra, etc...Tinto Brass segue la moda del
momento e si getta in un Mondo Movies che vuole riflettere sulle rivolte
mondiali e la cattiveria umana. Anche se si tratta di scene d'archivio (per lo
più di cinegiornali) l'autore le monta in una maniera che vuole indurre al
pacifismo sorretto da retorica. Uno dei momenti più belli è appunto fornito
dalle immagini di un convegno dove ci sono molti capi di stato alla fine della
2° Guerra Mondiale che ridono e discutono inframmezzate a quelle di cadaveri,
bombardamenti, etc... il tutto commentato da una bellissima canzone in lingua
francese (ma sottotitolata) che parla di una lettera spedita ad essi dove gli
si chiede di non fare più guerre e, se proprio le dovranno fare, che vadano
loro a combattere. Davvero commovente. E tutto il film è montato così. Basta
già questo a definirlo un "quasi" capolavoro!!!
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