anche Stefano Benni ha girato un film, tratto dal suo libro Comici spaventati guerrieri.
partecipa Dario Fo, e lascia il segno, ma anche gli altri attori sono bravi.
vedere per credere - Ismaele
QUI o QUI si può vedere il film completo
Un film che lascia meravigliati, in pochi sono capaci di
apprezzare a pieno quest'opera.
In un
futuro catastrofico indefinito, un professore in pensione, un giovane meccanico
ed una bambina ribelle, si ritrovano ad intraprendere un viaggio in una città
distopica e surreale, mossi ognuno dalle proprie motivazioni.
Un capolavoro dimenticato, mal distribuito ai tempi e non capito
dalla critica, un film d'autore pieno di poesia, simbologie e fantasia,
scenografia e location suggestive, una colonna sonora meravigliosa, senza
parlare degli attori protagonisti perfetti con una lode ad un Dario Fo
adorabile. Per gli italiani finché i film autoriali complessi li fanno altri
oltre confine va tutto bene, quando è un italiano a farlo a parte Fellini, deve
essere disprezzato e trattato con prevenuta superficialità.
Un film originale che non riesce però a conservare la
leggerezza e l'aura favolosa del romanzo da cui è tratto (Comici spaventati
guerrieri). Benni non si dimostra all'altezza dell'incarico della regia, ma
dissemina qua e là qualche battuta carina. Direi che dividerei il film in tre
parti: l'inizio è spiritoso, allegro, spigliato; poi c'è una parte intermedia
che risente dell'appesantimento della storia che perde l'avventura e l'azione;
nel finale si riscatta perché raggiunge toni surreali e grotteschi ben gestiti.
Un film di certo grottesco, fuori dagli schemi... ambientato
in un atmosfera surreale e ricco di un mix di ingredienti: comicità, avventura,
rischio, ricerca.
Film con cadenza simboliche, fantasiose, da
scoprire.. Difetta un pò nel ritmo, ma è piacevole soprattutto per
l'interpretazione dei personaggi e per il loro carattere tragi-comico. Toccante
la scena finale.
…La predilezione per il monologo e il
modo quasi fumettistico di costruire i dialoghi (frasi ad
effetto, tono di voce quasi sempre alto, ritmi serrati) fanno di lui uno dei
migliori scrittori in circolazione, ma sul grande schermo trasmettono un
senso di artefazione e di dispersione che non funziona.
Il film somiglia più ad un racconto aiutato dalle immagini e
interpretato da attori eccellenti che parlano e si muovono come a teatro e ne
sembrano consapevoli.
Forse la razionalità esce sconfitta da certe scene e la realtà, pur essendo
vicinissima alla nostra, è talmente estremizzata da richiedere uno sforzo
di fantasia perché l'opera risulti gradevole.
Ma anche se il film non parla direttamente al cervello, vi posso assicurare
che arriva dritto al cuore.
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