lunedì 6 maggio 2024

Anselm – Wim Wenders

grazie a Wim Wenders, Anselm Kiefer diventa per noi un artista conosciuto.

in un documentario, nel quale Wim Wenders non appare mai, il protagonista assoluto è Anselm Kiefer (e le sue opere, naturalmente).

un film che lascia a bocca aperta, promesso.

buona (maxi) visione - Ismaele




 

Quelle che mette in scena Wenders sono immagini suggestive, evocative, che ipnotizzano e conquistano per eleganza e sobrietà, ma che non tolgono spazio all'oggetto che si vuole rappresentare: Wim Wenders racconta Anselm Kiefer senza mai prendere il sopravvento su di lui, senza che la sua mano artistica possa oscurare le opere che ci vengono mostrate e il processo creativo che ne è alla base. Il risultato è un documentario originale nell'approccio, efficace nei contenuti per come riesce a dar voce all'artista e la sua opera.

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…C’è la necessità di fotografare quella che Kiefer non esita a definire in uno dei momenti topici di Anselm come la pelle della terra. La superficie, i paesaggi, e con essa i suoi esseri viventi, per stamparli in libri di piombo così da renderli pesanti («L’insostenibile leggerezza dell’essere. La leggerezza è il rimedio degli uomini alla pesantezza, per non avere il coraggio di guardare nell’abisso.») e immortali al tempo stesso. Un’arte espressiva fatta di lanciafiamme e idranti, palettate e colpi violenti, e dipinti dove gli uomini appaiono fagocitati dal vortice buio di paesaggi di male e dolore. In essi Wenders naviga con la sua cinepresa in movimenti silenziosi e sinuosi mostrandoci un Kiefer spettatore della propria vita e creatore del proprio mondo.

Immagini pure di arte e memoria che Wenders inanella in un linguaggio filmico accattivante fatto di dissolvenze ispiratrici che testimoniano e documentano del genio di Kiefer nel raccontare del processo creativo dietro alcune sue opere. Ma anche della sua vita, tra immagini di repertorio e ricostruzioni artistiche in perfetto bilico tra realtà e sogno, rese possibili dal contribuito attoriale di Daniel Kiefer e Anton Wenders. Composizioni ricercate, caotiche, e dalla bellezza a perdita d’occhio che vanno a riflettere lo stile dell’artista, o per usare le sue stesse parole: «Quando il caos viene determinato da un confine rettangolare, allora diventa un dipinto». Anselm, un’opera straordinaria, che ci ricorda il valore e l’importanza dell’arte come espressione, ma soprattutto e dell’arte come godimento e stimolo percettivo, nella vita di ognuno.

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Wim Wenders in Anselmsegue l’artista senza mai dare la sensazione che ci sia altro oltre che Kiefer; l’impressione più profonda di un atto cinematografico come questo è la visione individualistica a cui ci riduce, stancandoci nelle nostre stesse riflessioni che attendono di scrutare l’arte di un dannato dentro il suo stesso inferno.

È così che appare Anselm Kiefer nel mondo delle sue creazioni, un Virgilio che accompagna se stesso dentro vortici di insistenti voci e creature ramificate in un profondo dolore, fino a sentirsi parte di una sua stessa installazione. Anselm Kiefer non è artista è lui stesso la sua arte; è battesimo di crociate infantili estremizzate nelle rocce di una maturità affaticata dal dramma di un’inquietudine permanente…

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Anselm riesce nell'impresa di catturare il tempo nel lavoro di Kiefer e di renderne visibili le tracce. Quello che vediamo scorrere è il "lavoro della memoria", non una vaga ingiunzione morale da applicare a intermittenza. È una pratica, un esercizio muscolare, una disciplina, perché l'artista ne fa un'attività quotidiana di scavo, riesumazione, modellamento, che gli conferisce la statura di 'atleta della memoria' tedesca e occidentale. Se il rischio con la sua opera gigantesca era cadere in un imponente monumento, enfatizzato dal 3D, il documentario resta, al contrario, a misura d'uomo.
Amichevole e intima, fin dal titolo, la relazione che 
Wenders stringe con Kiefer nel suo atelier-fabbrica, percorso in bicicletta, produce una meditazione astratta ed erudita sulla fertile bellezza del gesto che scolpisce e disegna, salda e martella. Mobile contrappunto all'artista, figura romantica e arcaica che parla con gli dei e li rende visibili ai mortali, Wenders passa in rassegna le sue ricerche e le sue ossessioni, orchestra oggetti artistici (dipinti, sculture, fotografie...) e apre percorsi nella sua tenuta, dove cattura le opere nello spessore del tempo, nella luce naturale, nel loro ambiente, così come Kiefer le ha installate, tra i rami, il cielo blu e le erbe selvatiche. In assenza di gravità, Anselm crea immagini oniriche, un mondo apocalittico, una terra di nessuno che rievoca i temi in gioco nell'opera di Kiefer.

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1 commento:

  1. Mettere la cornice al caos


    https://www.filmtv.it/post/39281/mettere-la-cornice-al-caos/

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