un piccolo film francese come solo loro sanno fare.
una storia d'amore, tradimenti, gelosie, inganni, coincidenze.
grande interpretazione di Laure Calamy, ma ancora di più lo è quella di Patrick, che interpreta se stesso.
certo non è un capolavoro, ma si vede proprio bene, e dopo vorrete bene a Patrick quanto gliene ho voluto io.
buona (itinerante) visione - Ismaele
ps: in regalo una poesia di Francis Jammes
Fra le tante opere cinematografiche che
stanno finalmente arrivando nelle nostre sale, merita sicuramente
attenzione Io, lui, lei e l’asino, secondo
lavoro di Caroline Vignal. Un titolo
decisamente più bizzarro dell’originale Antoinette dans les Cévennes,
che però coglie in pieno l’essenza del progetto, che si presenta come un
classico triangolo amoroso, per poi spaziare fra diversi temi e registri.
Protagonista assoluta di Io, lui, lei e l’asino è
la sorprendente Laure Calamy (già vista
nella serie Chiami il mio agente!), che regge
spesso la scena da sola, con l’unico conforto di un testardo ma fedele asino,
sua silenziosa spalla comica.
Antoinette (Laure Calamy) è un’insegnante parigina, che vive una relazione clandestina con il padre di una sua alunna. Al termine dell’anno scolastico, l’uomo annulla la settimana romantica già organizzata con Antoinette, in quanto la moglie ha prenotato nello stesso periodo nelle Cévennes con un asino, ispirandosi al celebre libro di Robert Louis Stevenson. In un impeto di ripicca, Antoinette prenota il medesimo viaggio. All’arrivo, incontra il suo compagno in questa avventura, l’asino Patrick, grazie a cui comincia a familiarizzare con i luoghi e con lo stile di vita del posto…
…La regista Caroline Vignal sembra proprio essere stata felicemente
influenzata dal cinema del compianto Erich Rohmer, d’altra parte nella sua
biografia si legge che è stata folgorata dalla visione de ‘Il raggio verde’.
Come in quest’ultimo e nel ‘Racconto d’estate’, colloca temporalmente il film
durante le vacanze estive ed omaggia il regista con questa commedia che ha il
grande merito di essere leggera nella sostanza (come spesso il cinema
rohmeriano risultava) e nella forma (su questo si discosta dal maestro).
La Vignal, anche sceneggiatrice e mestierante per la tv francese, fa
notare i suoi trascorsi televisivi mettendosi in disparte e dirigendo senza
inutili orpelli ‘confezionando’ un prodotto non banale, garbato e fruibile dal
grande pubblico.
La aiuta nella causa la bravissima attrice Laure Calamy che ha
meritato il premio Cesar in patria (il corrispettivo del nostro David di
Donatello) per l’interpretazione femminile.
Come attrice secondaria ho riconosciuto con piacere l’anziana ma
sempre affascinante Marie Riviere che mi ha riportato alla mente l’altro
capolavoro rohmeriano ‘Racconto d’autunno’ del quale era l’attrice principale.
IL CAMMINO DI
STEVENSON
Robert
Louis Stevenson è noto al grande pubblico grazie a romanzi come L'isola del tesoro (1883) e Dottor Jekyll e Mister Hyde (1886). Ma nel 1878
non aveva ancora pubblicato nulla. A 28 anni, sognava di diventare uno
scrittore, versava in cattive condizioni di salute e aveva una vita personale
piuttosto complicata: sebbene vivesse in un ambiente benestante, dipendeva
finanziariamente dal padre Thomas, un fervente calvinista che considerava
scellerata la vita bohémien condotta dal figlio. E, come se non bastasse, era
innamorato di Fanny Osbourne, una donna sposata e madre di due figli che
conobbe in Francia, dove era arrivata per migliorare le sue tecniche di pittura
con gl impressionisti di Barbizon. Si trattava di un grande amore destinato a
concludersi nell'agosto del 1878 quando Fanny rientrò in California e lasciò
Robert cadere in una profonda depressione.
Nel
tentativo di dimenticare Fanny, il 22 settembre del 1878 il giovane scozzese
partì per un viaggio nelle Cevenne. A Monastier-sur-Gazelle prese in affitto
una piccola asina, Modestine, come compagna di viaggio. 12 giorni, 220 km e un
paio di avventure dopo, arrivò a Saint-Jean-du-Gard. Al suo rientro, scrisse
una sorta di cronaca del viaggio che, pubblicata nel 1879 con il titolo
di Viaggio con un asino nelle Cévennes, gli farà
guadagnare i soldi che gli consentiranno di raggiungere Fanny negli Stati Uniti
e di sposarla, dopo che la donna ottenne il divorzio.
Con il
tempo, il diario del viaggio di Stevenson è diventato un punto di riferimento e
un oggetto di culto per gli escursionisti di tutto il mondo. Ha ispirato molti
viaggi sui passi dello scrittore e della sua asina. Conosciuto come Cammino di
Stevenson, il GR 70 attira ogni anno qualcosa come 10 mila
escursionisti, desiderosi di seguire le orme del giovane scrittore scozzese
innamorato della Francia.
Desidero, come feci quaggiù, scegliere un sentiero per andare, come a me piacerà, in Paradiso, dove ci sono le stelle in pieno giorno.
Prenderò il mio bastone e sulla grande strada andrò e dirò agli asini, miei amici: -Io sono Francis Jammes e vado in Paradiso, perché non c’è l’inferno nel paese del buon Dio.
Dirò loro: Venite, dolci amici del cielo blu, povere care bestie che, con brusco muovere d’orecchio, cacciate le vili mosche, le botte e le api.
Che io vi appaia in mezzo a queste bestie che amo tanto perché abbassano la testa dolcemente, e si fermano giungendo i loro piccoli piedi in modo cosi dolce e che ispira pietà.
Arriverò seguito dalle loro migliaia d’orecchie, seguito da quelli che portano al fianco delle ceste, da quelli che tirano carrozzoni di saltimbanchi o carri di latte e spolverini, da quelli che portano in groppa bidoni ammaccati, dalle asine piene come otri, dai passi rotti, da quelli a cui mettono piccoli pantaloni a causa delle piaghe blu e trasudanti che fanno le mosche ostinate che vi si ammassano intorno.
Mio Dio, fate ch’io venga a voi con questi asini.
Fate che in pace, degli angeli ci conducano verso ruscelli frondosi dove tremano ciliegie lisce come la pelle ridente delle ragazze, e fate che, chino su questo soggiorno d’anime, sulle vostre divine acque, io sia uguale agli asini che specchiano la loro umile e dolce povertà nella limpidezza dell’amore eterno.
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