ti aspetti un bel film, lo è ancora di più.
in C’è ancora domani Paola Cortellesi è regista e interprete di Delia, voto 10 in tutti e due i ruoli, e anche sceneggiatrice.
il film racconta una storia che molte donne hanno conosciuto bene, e conoscono bene ancora oggi.
in certi momenti sembra di vedere un film dell'orrore, non quello degli effetti speciali, che non spaventano troppo, ma quello dell'orrore quotidiano, che tutti capiscono, e che anche se non lo subiscono (o lo hanno subito) personalmente sanno bene che esiste.
le vittime sacrificali sono le donne, gli angeli del focolare, dicono, cioè le serve del focolare, umiliate e silenziose (per il bene dei figli), il centro di gravità della famiglia, sempre a disposizione del maschio, affascinante all'inizio, una merda tossica dopo.
Valerio Mastandrea (che interpreta Ivano) è bravissimo, nella parte meno "simpatica" della sua carriera.
tutti gli attori sono bravissimi e ci sono tante scene indimenticabili, tristi, ma anche divertenti.
il film riesce ad essere leggero e denso di significati, e come il film di Scorsese e di Garrone anche questo è un film politico.
il film è ambientato nell'anno 1946, dopo la guerra, quando l'Italia era ancora in ginocchio e provava a rinascere.
l'epilogo del film, per chi non ha voluto sapere prima come andrà a finire, sarà sorprendente.
sarà difficile girare una pellicola così perfetta, ma Paola Cortellesi è sorprendente, tutto sembra possibile, il dio del Cinema la conservi.
non perdetevelo, se vi volete bene, naturalmente al cinema.
buona (Cortellesi) visione - Ismaele
…all’inizio sembra infatti che Delia sia
ormai rassegnata a subire ogni tipo di violenza, tanto fisica quanto verbale. Lo fa per i suoi tre figli ma
soprattutto per un retaggio che da millenni schiaccia la maggior parte degli
esseri viventi di genere femminile, di cui Delia diventa inevitabilmente
emblema. Viene subito spontaneo empatizzare con lei, soprattutto se si è donne
e ci si è ritrovate, almeno una volta nella vita, ad abbassare la testa o
rimanere in silenzio di fronte a qualsivoglia violenza, fisica e non. Ci si
domanda se alla fine lei riuscirà a liberarsi dalla convinzione di non meritare
di meglio, se sceglierà di ribellarsi e se riuscirà effettivamente a fuggire
dal suo orco: il coraggio, in questo caso, arriva anche grazie ai piccoli gesti
di solidarietà che persone intorno a lei mettono in atto nei suoi confronti, ma
arriva soprattutto dalla sua voglia di avere un ruolo attivo nella propria
vita, di ricordarsi chi era Delia, prima di finire nel suo drammatico loop…
…In C'è ancora domani non si scimmiotta il Cinema
neorealista o le grandi interpreti di quel periodo come Anna Magnani,
ma si racconta Delia nella sua quotidianità di donna e madre disposta a tutto,
non esclusivamente per la sua felicità ma per quella della collettività e, in
particolare, di sua figlia: per entrambe lei spera e sogna un futuro migliore.
I suoi gesti sono altruisti e non peccano di castrazione, sa di essere vittima di un sistema che necessita di essere scardinato con i gesti non con le imprese impossibili: non si ribella al marito ignorante e violento, ma lo sfida con forza di volontà sconfiggendolo nel meraviglioso finale che non può che far commuovere e sperare nella bellezza dell’umanità.
Paola Cortellesi dirige C'è ancora domani con mano abile, utilizzando anche una
colonna sonora indovinata che arriva al contemporaneo; ci sono a mio avviso
alcune ingenuità in fase di scrittura, tipiche però di chi vuole, appunto, dire
tanto e lo deve condensare in poche ore.
Sa ben mischiare dramma e commedia grazie anche al suo talento comico e
alla generosa recitazione di tutti i suoi attori, amici, complici, innamorati
di uno degli esordi nostrani più importanti degli ultimi anni.
Così come ieri anche oggi esistono tante Delie in tutte le parti del mondo,
sia nel bene sia nel male, averne ambientato la vicenda nel passato non è
un escamotage per non voler parlare di attualità, anzi: serve a ricordare che
c’è sempre bisogno di lottare per difendersi.
Quando si parla di rispetto e diritti nessuno può fermare la massa e la sua
determinazione, ricordarlo non è mai banale.
Grazie Paola, ne abbiamo bisogno!
Cara Paola Cortellesi, mi hai sorpreso.
E non parlo solamente di qualità artistiche (sei una bravissima
attrice e nessuno obietta e l’esordio alla regia bello, fermo, deciso di chi sa
quello che vuole. Questo denota che hai avuto dei grandissimi maestri e sei
arrivata a fare questo passo nel momento giusto).
Mi hai sorpreso per come hai voluto raccontare questa storia, la
chiave di lettura che mescola le basi del neorealismo ma al tempo stesso il tuo
C’è ancora domani non vuole essere un omaggio ai grandi registi del passato
come Dino Risi o Ettore Scola. Il tuo C’è ancora domani è un film di Paola
Cortellesi al 100%.
Apri il con un 4:3 e un bianco e nero che può ricordare il “Biglietto
Amaro” di Garpelli by Aldo, Giovanni e Giacomo. Quasi una sorta di parodia.
Siamo nel 1946, l’Italia deve decidere del proprio futuro dopo una durissima
Seconda guerra mondiale e soprattutto dopo la liberazione dal Nazifascimo.
Delia e Ivano sono una delle tante coppie che tirano la cinghia per campare,
vivono in un seminterrato con 3 figli e il padre di lui allettato a modo suo e
la mattina quando si svegliano la prima cosa per Delia è dire Buongiorno e per
Ivano tirarle uno sganassone forte. In sottofondo “Aprite le finestre” che fa
tanto “Telefoni Bianchi”.
Solo dopo questo bel quadretto familiare che appare la scritta C’è
ancora domani e il film si prende tutto lo schermo intero. La cinepresa segue
Delia per tutto il suo percorso nella giornata con la colonna sonora di Calvin
di Joe Spencer Blues Explosion…
strepitoso debutto registico di una comica che grazie alla
leggerezza del tocco, ha parlato di concetti troppo importanti, con un piede
ben saldo nel nostro glorioso passato cinematografico, regalandoci un
personaggio importante che rimarrà
un film
folgorante, come il suo bianco e nero di una volta.
la creatura
di cortellesi brilla di un fermento e di un entusiasmo raro, almeno in certo
genere italiano.
la delia di
cortellesi inizia la sua giornata con uno schiaffo al suo "buongiorno
ivà" e prosegue di corsa dopo aver fatto la colazione a tutti e aver fatto
uscire tutti per lavoro e scuola.
poi inizia
a correre da un posto all'altro a raccogliere i soldi per i suoi aggiustamenti
al negozio di paola tiziana cruciani(grande attrice anche in silenzio o con
poche pose, ovviamente quasi non presa in considerazione dal nostro cinema)e al
negozio di ombrelli.
cortellesi
molto sapientemente organizza la suspence attorno al meraviglioso twist finale,
facendoMI credere una cosa invece dell'altra, in un modo spietatamente
sovversivo...
Complimenti Francesco, la tua recensione è bella, quasi quanto il film❤️
RispondiEliminasono d'accordo con te :)
EliminaIl commento precedente era mio. Daniela Pia
RispondiEliminaPerché il film della Cortellesi piace a tutti (o quasi) - Matteo Saudino
RispondiEliminahttps://www.youtube.com/watch?v=bzBRquJat4w
Film da non vedere: “C’è ancora domani” di Paola Cortellesi
RispondiEliminahttps://www.sinistrainrete.info/cultura/26986-joe-galaxy-film-da-non-vedere-c-e-ancora-domani-di-paola-cortellesi.html