mercoledì 11 ottobre 2023

Le Miracle du Saint Inconnu - Alaa Eddine Aljem

un film sorprendente dal Marocco.

un ladro nasconde la borsa dei soldi (rubati), va in galera, dopo qualche anno va a recuperare la borsa coi soldi.

ma trova una sorpresa: sul terreno, deserto, vuoto, è nato un santuario e un piccolo villaggio.

i personaggi che popolano queste case sono memorabili, il barbiere cavadenti, il medico, l'infermiere, il coltivatore fra le pietre, chi vuole fuggire, le persone in fila dal barbiere e dal dottore, tra gli altri.

un piccolo film a cui volere bene, da non perdere, promesso.

buona (religiosa) visione - Ismaele

 

 

La storia prende il via con un ladro (Younes Bouab) inseguito dalla Polizia e con l’auto in panne. Finito alle strette, in un luogo situato nel nulla, in pieno deserto del Marocco, decide di seppellire il bottino. Ma una volta uscito dal carcere, nel posto dove è nascosta la refurtiva, trova una piccola costruzione dedicata ad un misterioso santo sconosciuto. L’imprevisto del film fa tornare in mente il classico di Cimino, Una calibro 20 per lo specialista, con Clint Eastwood e Jeff Bridges impegnati a scovare il malloppo lasciato anni prima, ma le atmosfere sono meno febbrili e le linee narrative totalmente differenti, le trame scarnificate e poco morbose, con un tono generale vicino alla commedia…

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Poursuivi par la police, un braqueur cache son butin au sommet d’une petite colline pierreuse dans une fausse tombe, en plein désert marocain. Quand il revient, des années plus tard après avoir purgé sa peine, il découvre qu’un mausolée a été édifié autour de la tombe…
Le Miracle du Saint Inconnu a été écrit et réalisé par le marocain Alaa Eddine Aljem. Il s’agit de son premier long métrage. C’est une fantaisie où l’humour est manié de façon très subtile, se moquant des croyances et des religions sans en cibler une seule, tournant en dérision les comportements figés. Par sa faculté de faire surgir l’humour là on ne l’attend pas, de mettre en scène les situations saugrenues, son cinéma très placide n’est pas sans rappeler celui d’
Elie Suleiman. L’ensemble est épuré, sans paroles inutiles. Le film n’est pas exempt de défaut, il est sans doute un peu trop étiré, mais il se montre assez réussi.

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