lunedì 14 settembre 2020

La petite apocalycse – Costa Gavras

 come un gioco, due ex sessantottini, a Parigi, credono che un polacco si voglia suicidare perché non riesce ad avere successo, a pubblicare i suoi libri.

il polacco sfigato è Jirí Menzel, morto qualche giorno fa.

si affidano a un "mago" degli eventi culturali e architettano un piano folle, ma di sicuro successo, nella società dello spettacolo.

divertente e triste insieme - Ismaele


 

 

 

Alla festa data da Barbara e Henri si ritrovano gli amici della coppia, gli ex-compagni firmatari di petizioni, il più intimo dei quali è Jacques, detto Jack, allora uno dei più impegnati, oggi senza dubbio il meno guarito e il più nostalgico. Un vassoio alla mano, l'aria neutra e intenta, circola Stan, primo marito di Barbara, come lei polacco emigrato. Jacques insegue Stan per i corridoi dell'appartamento, avido di conoscere i suoi sentimenti sullo stato del mondo, smanioso di essere nuovamente "motivato", ma Stan non vuole parlare di poiitica, la cosa lo annoia e lo affatica; allora se ne sale sulla soffitta scalcinata dei suo ospiti, dove si ammucchiano i suoi quaderni di scrittore portati dalla Polonia. Ma l'unica lampadina sfrigola, volendola sostituire con abilità da pagliaccio, Stan scatena un vero cataclisma, provocando un incendio e precipitando dalla sua impalcatura di fortuna. Henri e Jacques, messi in allarme dal fumo e dal fracasso, trovano Stan per terra, una parte del soffitto sulla testa, i fili elettrici attorcigliati intorno al collo. da qui nasce l'equivoco e si impianta la farsa: Stan è disperato! Si è voluto impiccare! Ridisceso al piano nobile, vezzeggiato e strettamente sorvegliato, Stan sopporta con filosofia lo scatenarsi di compassione che consuma Jacques (che non sopporta di stare senza una causa da difendere), sconvolge Barbara e finisce addirittura per vincere Henri, probabilmente per altre ragioni.

da qui

 

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