a parte che in questo film i buoni sono della CIA, è comunque un bel film, una corsa contro il tempo.
leggo da qualche parte che la sfortuna del film è che è uscito subito dopo gli attentati di Parigi, peccato.
attori bravi, i bastardi questa volta sono una banda di poliziotti e un ministro, ladri e fascisti, e vederli e smascherarli, almeno nel film, è una cosa che dà proprio soddisfazione.
buona visione - Ismaele
…Come in
ogni action movie che si
rispetti, nella epica battaglia tra le strade di Parigi i buoni avranno
la meglio sui cattivi, ma devono faticare non poco. E lo fanno senza troppi
interventi di computer grafica: lo spettacolare inseguimento iniziale è stato
girato realmente sui tetti di Parigi, per l’occasione solo truccati per ragioni
di sicurezza, con una preparazione – compresa quella dei due protagonisti –
durata sei settimane.
Nella
sua totale prevedibilità, Bastille Day è un vivace e piacevole film di
intrattenimento, dove i buoni vincono sempre e l’impossibile (perfino per Idris
Elba) diventa possibile. Soprattutto a noi è parso il banco di prova di un
action hero che riempie lo schermo con una affascinante fisicità e un futuro da
superstar.
… Ma se
si è disposti a non farsi troppe domande tipo sul perché a Parigi tutti parlino
l’inglese, non tutto è da buttare. Il film scorre, offende il minimo, osa due o
tre scelte quasi originali e azzecca un paio di battute (ho riso di gusto
quando Elba chiede a Madden “Are you in love? Are you writing a novel? Then
what the fuck are you doing in Paris!”), mentre Madden e il resto del cast si
fanno piccoli piccoli per non disturbare Idris Elba che picchia duro,
incenerisce con lo sguardo, infila one-liner, canta sui titoli di coda e in
generale convince pure in una prova di puro pilota automatico…
…Se solo Watkins avesse avuto l’ardire di spingere
maggiormente l’acceleratore sul pedale del malcontento sociale e della
corruzione nelle alte sfere, Bastille Day sarebbe potuto divenire un piccolo oggetto di culto,
sorta di pellicola manifesto su tutti i movimenti “alternativi” che
imperversano nei vari paesi europei e non. Purtroppo si è scelta la strada più
semplice, quella di un thriller action in cui la cornice di una qualche
ambizione rimane pretestuosa ed il contenuto principale resta quello delle armi
che fanno fuoco e degli inseguimenti in auto o piedi, ambito nel quale c’è
peraltro da segnalarne uno discretamente efficace sui tetti parigini che
ricorda molto da vicino quello girato da Roman Polanski in Frantic (1988). Gli
appassionati del genere troveranno dunque pane per i loro denti, senza però che Bastille Day compia quel
salto di qualità verso il lidi dorati della serie B intelligente. Quel che
rimane è un thriller fortemente venato d’azione dove i colpi di scena arrivano
telefonati e in dosaggio omeopatico, con Watkins fortemente impegnato a
rispettare le rigide regole del simbolico manuale dell’ordinario artigiano,
intenzionato in primo luogo a condurre in porto il film senza infamia né lode…
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