venerdì 13 marzo 2020

La Bastille – James Watkins

James Watkins è il regista di quel grandissimo film che è Eden Lake, quindi non fate confronti.
a parte che in questo film i buoni sono della CIA, è comunque un bel film, una corsa contro il tempo.
leggo da qualche parte che la sfortuna del film è che è uscito subito dopo gli attentati di Parigi, peccato.
attori bravi, i bastardi questa volta sono una banda di poliziotti e un ministro, ladri e fascisti, e vederli e smascherarli, almeno nel film, è una cosa che dà proprio soddisfazione.
buona visione - Ismaele









…Come in ogni action movie che si rispetti, nella epica battaglia tra le strade di Parigi  i buoni avranno la meglio sui cattivi, ma devono faticare non poco. E lo fanno senza troppi interventi di computer grafica: lo spettacolare inseguimento iniziale è stato girato realmente sui tetti di Parigi, per l’occasione solo truccati per ragioni di sicurezza, con una preparazione – compresa quella dei due protagonisti – durata sei settimane.
Nella sua totale prevedibilità, Bastille Day è un vivace e piacevole  film di intrattenimento, dove i buoni vincono sempre e l’impossibile (perfino per Idris Elba) diventa possibile. Soprattutto a noi è parso il banco di prova di un action hero che riempie lo schermo con una affascinante fisicità e un futuro da superstar.

Ma se si è disposti a non farsi troppe domande tipo sul perché a Parigi tutti parlino l’inglese, non tutto è da buttare. Il film scorre, offende il minimo, osa due o tre scelte quasi originali e azzecca un paio di battute (ho riso di gusto quando Elba chiede a Madden “Are you in love? Are you writing a novel? Then what the fuck are you doing in Paris!”), mentre Madden e il resto del cast si fanno piccoli piccoli per non disturbare Idris Elba che picchia duro, incenerisce con lo sguardo, infila one-liner, canta sui titoli di coda e in generale convince pure in una prova di puro pilota automatico…

…Se solo Watkins avesse avuto l’ardire di spingere maggiormente l’acceleratore sul pedale del malcontento sociale e della corruzione nelle alte sfere, Bastille Day sarebbe potuto divenire un piccolo oggetto di culto, sorta di pellicola manifesto su tutti i movimenti “alternativi” che imperversano nei vari paesi europei e non. Purtroppo si è scelta la strada più semplice, quella di un thriller action in cui la cornice di una qualche ambizione rimane pretestuosa ed il contenuto principale resta quello delle armi che fanno fuoco e degli inseguimenti in auto o piedi, ambito nel quale c’è peraltro da segnalarne uno discretamente efficace sui tetti parigini che ricorda molto da vicino quello girato da Roman Polanski in Frantic (1988). Gli appassionati del genere troveranno dunque pane per i loro denti, senza però che Bastille Day compia quel salto di qualità verso il lidi dorati della serie B intelligente. Quel che rimane è un thriller fortemente venato d’azione dove i colpi di scena arrivano telefonati e in dosaggio omeopatico, con Watkins fortemente impegnato a rispettare le rigide regole del simbolico manuale dell’ordinario artigiano, intenzionato in primo luogo a condurre in porto il film senza infamia né lode…

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