Sapessi come è
strano (e piacevole) il cinema al tempo del virus – Michele Emmer
Domenica 22 sono andato al cinema.
Sì, sono andato in sala insieme ad alcune migliaia di persone. E c’ero stato
anche i tre giorni precedenti. Anzi la domenica 22 di film ne ho visti due.
Naturalmente ho prenotato prima i posti, odio stare vicino alle altre persone
per vedere un film che mi interessa. Preferisco stare in fondo e laterale e
quindi sono contento di poter scegliere perché quando si va a fare il biglietto alla
cassa del cinema il computer (che pure se ne intende di virus) raggruppa tutti
al centro nelle file centrali perché secondo il software inventato da qualcuno
che non ama il cinema, quelli sono i posti migliori, magari con il vicino che
mangia il popcorn, che oltre a puzzare
fa un rumore bestiale. Dovrebbero fare le sale per quelli che mangiano e per
quelli che non mangiano.
Dunque ho prenotato il posto, anzi due,
non mi piace andare al cinema da solo. E con M. abbiamo gli stessi gusti
(decido io). Sono andato al cinema per la prima volta qualche giorno prima a
rivedere Ralf Fiennes in The Costant Gardener,
poi il giorno successivo ho rivisto Sean Penn in Milk. Domenica abbiamo visto
La tortue rouge (La Tartaruga rossa) il pomeriggio e Masquerade alla
sera. Il primo film d’animazione, rigorosamente in 2D, con disegni, del regista
olandese (ma francese nello spirito cinematografico) Michael Dudok de Wit che
ha faticato molto a farsi produrre e distribuire il film, non solo in 2D ma
senza una parola. L’ha poi prodotto la casa cinematografica di quel grande
virtuoso dell’animazione 2D Miyazaki(con sconfinamenti in computer animation).
Era la terza volta che lo vedevo. Candidato all’Oscar per
il miglior film d’animazione del 2017, gli è stato preferito per mancanza di
coraggio e fantasia un filmone Disney. Vi
ricordate chi l’ha vinto? Io no e non guardo Wikipedia. Masquerade bel filmone
romantico, senza duelli con spadoni e salti acrobatici (meno male), film Sud
Coreano del 2012 di Choo Chang-min.
Per ogni film sono dovuto andare al sito per prenotare
un posto, anzi due. Sito rodato che funziona molto bene da tanto tempo. Ho
scelto il film (tutta la programmazione sino a gli inizi di aprile è già in
rete e non ci sono problemi di posti, un solo film era sold out, per una prima
nazionale, non si rischia quello che succede volendo fare la spesa in rete!).
Ho ricevuto subito i miei due posti ma sono rimasto seccato perché nella pianta
della sala (anzi delle sale, sono più di una) non erano vicini. Il prezzo era
molto conveniente come per tutti gli altri film: assolutamente gratis! Già, è
chiaro che non sono uscito, ma ho fatto quello che faccio da anni. Prenoto il
film nel sito di mymovies.it/cinema/roma. E
dopo aver prenotato i posti sono stato invitato ad entrare in sala qualche
minuti prima della proiezione per scambiare qualche parola con amici o altri
spettatori. La proiezione inizia all’ora precisa, non c’è alcuna pubblicità né
interruzione. E siamo in migliaia a guardare il film. E alla fine della
proiezione si scambiano commenti sul film, troppi commenti perché troppi sono
gli spettatori. Ma non c’è problema, siamo vicini ma siamo ognuno a casa sua. E
mi sono reso conto che quando ho prenotato due biglietti la prima volta avevo
fatto una cosa ridicola, ognuno vede il film sul suo computer! Ma sembra di
essere, la sensazione è quella di essere in una grande sala con Il pubblico e
siamo insieme. Non mi interessano commenti su queste parole vagamente
sentimentali . Abbiamo ogni sera (tranne quelle in cui andiamo a ballare) appuntamento con
tanti altri per vedere e commentare alla fine un film.
Una iniziativa geniale di mymovies.it/iorestoacasa.
Sono molto seccato perché ieri sera, 23 marzo, c’erano due film e quello che
abbiamo scelto noi era in sala 2 più piccola. Peccato.
PS: è morta Lucia Bosé che avevo conosciuto da piccolo
quando girava con mio padre. Solito commento dei cosiddetti critici: A questi
film più autoriali seguono le commedie rosa di Luciano Emmer (Parigi è sempre
Parigi, Le ragazze di piazza di Spagna)
Il patrimonio
cinematografico Aamod al servizio della scuola - Letizia Cortini
Da tempo l’Archivio audiovisivo del movimento operaio e democratico ha
messo a disposizione gratuitamente migliaia di film sul proprio canale YouTube,
consultabili anche, corredati di schede con le descrizioni integrali, sul sito specifico.
L’Aamod propone alcuni percorsi, sulla storia del Novecento in particolare,
attraverso i film documentari del ricco e unico patrimonio
che custodisce.
I film, organizzati per grandi temi relativi alla
storia del Novecento, potrebbero essere utilizzati con
maggiore efficacia in questo periodo in cui è necessario ricorrere alle risorse
e alle lezioni sul web nelle scuole e nelle università.
Per gli insegnanti che vorranno usufruire di queste
fonti, si rinvia alla lettura di una guida di base, L’uso delle fonti audiovisive per lo studio della storia (Cortini,
Medici, 2016), per la comprensione della specificità del linguaggio
filmico, documentario, delle sue forme ed evoluzioni storico-produttive, nonché
dei loro contesti di realizzazione. Il contributo potrà fornire indicazioni
metodologiche utili per impostare una lezione di storia, a partire da un film
che racconta la storia.
Inoltre segnaliamo il più recente contributo Un approccio
metodologico alla fonte audiovisiva per il suo uso didattico,
su questo sito.
Per quanto riguarda il patrimonio filmico
dell’aamod va tenuto presente che si tratta di documenti
di militanza nella rappresentazione “del reale”; l’archivio si costituisce
infatti nel 1979 ereditando il patrimonio cinematografico dell’allora Partito
comunista italiano. Nel tempo, ha acquisito molta documentazione
cinematografica proveniente non solo dall’Italia, ma da tutto il mondo. Si
tratta di un cinema documentario di inchiesta, denuncia, testimonianza delle
lotte politiche sociali culturali, di liberazione, avvenute anche in altri
paesi; inoltre di rappresentazioni della cultura e del costume, dei movimenti
collettivi in Italia e in altri stati.
Lo sguardo è quello in parte della propaganda, della
militanza, ma anche della partecipazione forte, convinta, etica, oltre
politica, allo svolgersi della storia per rappresentare i fenomeni di protesta,
di lotta per i diritti umani, sociali, politici, del lavoro, sindacali, per le
loro conquiste.
Nell’uso di queste fonti va dunque tenuto presente il contesto
di produzione, di distribuzione, ma anche il fatto di essere fonti
produttrici di immaginari diversi in periodi storici e sociali differenti (come
ha ben evidenziato la regista Costanza Quatriglio in questa sua lezione all’Aamod nel 2016).
Naturalmente nell’uso di queste fonti si parte dal punto di vista sia di chi li
abbia “commissionati” (il partito, il sindacato, un collettivo, un ente,
un’associazione…), sia delle persone che li hanno realizzati, militanti nel
caso dei film dell’Aamod, al tempo stesso autori di cinema, alcuni anche molto
noti (Lizzani, Scola, Birri, Giannarelli, Montaldo, Taviani…).
Altra avvertenza è quella di tener sempre presente che
qualsiasi film è fonte per lo studio della storia, fonte che racconta la
storia, agente di storia, considerando che ogni film restituisce innanzitutto
la storia del suo presente, anche quando l’argomento è riferito al passato, e
nel corso del tempo produce, come già evidenziato, immaginari sempre nuovi e
diversi, a seconda del periodo e della società in cui è fruito.
Ecco dunque alcune playlist tematiche di film del
patrimonio Aamod, in costante incremento
***
In questi giorni stiamo pubblicando sulla
nostra pagina Facebook un film alla volta con una proposta di
approccio metodologico per il suo uso didattico. Seguiteci!
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