alleanza fra ladri e derubata contro i mostri, e dimostrazione che lo studio è una cosa importante, e i mostri sono solo innamorati in calore.
personaggi a cui ti affezioni, e Moses, che dice che i mostri sono mandati dal governo, dopo la droga e le armi, un altro modo per uccidere i ragazzi neri, riesce a essere eroe delle periferie e di tutti.
gran film, non perdertelo - Ismaele
…Cornish filma il racconto di un assedio, senza però
tralasciare – pur tratteggiandolo con minor veemenza politica rispetto a quanto
avrebbe fatto Carpenter – il fatto che la popolazione che vive nel blocco è
abituata a essere sotto assedio: sotto assedio della polizia, dello sguardo
borghese ma anche di chi traffica in maniera illecita, sfruttando i ragazzini
del posto come galoppini, carne da mandare al macello senza troppi
ripensamenti. La Londra periferica di Attack the Block è quella di
Brixton, realtà multietnica che fu al centro delle rivolte contro la Thatcher e
che i Clash cantarono (Guns of Britxon resta uno degli apici del loro percorso musicale) in
quel coacervo di rabbia sottoproletaria, sarcasmo e violenza punk che è London Calling. Nessuno però risponde al richiamo di Londra, nel 2011, e i
ragazzini devono vedersela da soli con questi mostri neri come la notte più
nera che sono piovuti dal cielo e uccidono senza pensarci due volte,
squarciando gole e staccando teste.
Anche alcuni dei protagonisti del film cadono sotto le zanne fluorescenti delle bestie aliene, e Cornish li liquida senza troppi convenevoli, con una brutalità diretta e priva di fronzoli che in pochi si permettono in questi tempi di ridondanza epica senza troppa sostanza sotto l’epidermide. È invece un esordio folgorante, Attack the Block, rimasto purtroppo senza troppi fratellini nel corso di questi anni: Cornish si dimostra regista attento, brillante nel risolvere la messa in scena ricorrendo ai cliché per smentirli, nella maggior parte dei casi, o comunque per smontarne almeno in parte il meccanismo automatico. Quale che sia il futuro registico di Cornish, e l’insuccesso commerciale che sta patendo Il ragazzo che diventerà re potrebbe creargli non pochi problemi, il suo nome è destinato a rimanere impresso nella storia dello sci-fi; un onore non concesso a tutti.
Anche alcuni dei protagonisti del film cadono sotto le zanne fluorescenti delle bestie aliene, e Cornish li liquida senza troppi convenevoli, con una brutalità diretta e priva di fronzoli che in pochi si permettono in questi tempi di ridondanza epica senza troppa sostanza sotto l’epidermide. È invece un esordio folgorante, Attack the Block, rimasto purtroppo senza troppi fratellini nel corso di questi anni: Cornish si dimostra regista attento, brillante nel risolvere la messa in scena ricorrendo ai cliché per smentirli, nella maggior parte dei casi, o comunque per smontarne almeno in parte il meccanismo automatico. Quale che sia il futuro registico di Cornish, e l’insuccesso commerciale che sta patendo Il ragazzo che diventerà re potrebbe creargli non pochi problemi, il suo nome è destinato a rimanere impresso nella storia dello sci-fi; un onore non concesso a tutti.
…Attack the Block suscita più simpatia che ammirazione
incondizionata: in parte per
l’onnipresente sensazione di déjà vu, certo, ma soprattutto perché gli intenti
sociologici di Cornish sembrano fermarsi alla superficie delle cose, rimanendo
più abbozzati che altro. E a voler essere del tutto sinceri, prenderli
eccessivamente alla lettera significa però considerare anche il rovescio della
medaglia: e cioè che l’atteggiamento assolutorio nei confronti dei membri della
gang, sebbene poco più che adolescenti, suscita oggettivamente più di una
perplessità. Non siamo certo dalle parti dell’eroismo tragico di Distretto 13 – Le brigate
della morte, dove persino un criminale incallito come Napoleone poteva
trovare redenzione; qui invece, lungi da qualsiasi moralismo, non si capisce
perché si dovrebbe provare simpatia per una manciata di teppisti imberbi che
non si fanno scrupolo di commettere atti violenti (come nella scena iniziale),
salvo poi cercare un’opportunità di riscatto dinanzi all’invasione aliena.
Meglio lasciar perdere quindi l’aspetto sociale del film, concentrandosi sul
ritmo e la velocità di un prodotto di intrattenimento di buon livello ma ad
alto rischio di sopravvalutazione. Divertente e realizzato con un innegabile
talento per la messa in scena, certo, ma i veri cult sono un’altra cosa.
… Bisogna riconoscere inoltre al
regista di essersi saputo circondare da collaboratori validi che hanno
contribuito a rendere il risultato particolarmente riuscito, dal direttore
della fotografia Tom Townend allo scenografo Marcus Rowland, senza tralasciare
il commento musicale di Steven Price che aiuta a creare le atmosfere idonee
(qualcuno le ha definite carpenteriane...cosa che appunto non deve stupire per
niente!). Trattandosi comunque di un film di fantascienza, sebbene a basso
costo, non si può ignorare il contributo del reparto trucchi che grazie a
metodi tradizionali ha creato alieni simili ai baubau dell'immaginario
fiabesco...magari sfortunati per essere capitati nel posto sbagliato ma non
privi di fascino…
… In un periodo florido di invasioni aliene
su celluloide, Attack the Block è come una boccata d'ossigeno dallo standard hollywoodiano
che vuole o coraggiosi marine o imberbi ragazzetti alle prese con creature di
un altro mondo. L'ambientazione e la caratterizzazione dei personaggi riesce a
rendere originale una storia dal plot abbastanza classico, che vede la classica
lotta tra uomo e mostro, in una scanzonata e divertente avventura che racchiude
in sé sia spunti comici che venature horror di non poco conto, nonché ricche di
svariate e riuscite citazioni a classici del genere. Questa volta non è
l'umanità a dover essere salvata, ma un semplice microcosmo popolare che si
rispecchia in uno squallido sobborgo londinese, abitato dalle fasce più povere
della popolazione. E, perfettamente in tema con il luogo, i protagonisti sono
veri e propri antieroi, giovani sbandati dediti a scippi e violenze, che pur di
difendere "il Blocco", il posto dove sono cresciuti, lottano con
tutte le loro forze contro un nemico spaventoso e temibile. Tralasciando ogni
contatto con la realtà, ma questo gioco-forza è un limite / pregio di ogni pellicola
sull'argomento, Joe Cornish riesce a costruire figure interessanti e per nulla
banali, ognuna con la propria importanza logistica all'interno della
narrazione, sviluppata (eccetto la parte iniziale) completamente all'interno di
un enorme edificio popolare. Le interpretazioni, con la punta di diamante nel
gustoso cameo di Nick Frost, alle prese con un personaggio perfettamente nelle sue
corde, convincono per la loro spontaneità, mentre la rappresentazione delle
creature from outer space, resa con un'affascinante commistione di effetti
digitali e giochi di luci e ombre, convince per il suo sapore vagamente retrò.
Nella parte finale il regista/sceneggiatore non si fa mancare neanche un
accenno di tematica sociale che però, evitando di scadere nella retorica
populista, si ibrida perfettamente alla disperata lotta dei "nostri".
… Attack the Block ha dalla sua un’ambientazione da brivido
(letteralmente) e un gruppo di interpreti poco conosciuti ma già pronti per
“cacciare fantasmi su Marte”. L’autore non dimentica il messaggio sociale:
essere nero ed abitare dalle parti delle banlieu inglesi è peggio che vivere all’inferno. In giro, per i
protagonisti c’è, oltretutto, qualcosa di peggio dei cattivissimi alieni neri e
pelosi: la Polizia.
Ovviamente il film è un horror d’azione e non vengono prese posizioni precise su quanto appena descritto. Il regista però ci ha confermato come nelle sue intenzioni ci fosse certamente “tutta la denuncia del mondo”. Precisa Cornish: “io però volevo solo fare una pellicola di intrattenimento”. E dobbiamo affermare come ci sia riuscito grazie anche ad una durata simile a quelle dei “vecchi tempi”. Solo ottantotto minuti serratissimi in cui nulla di quello che vediamo avviene per caso.
Ovviamente il film è un horror d’azione e non vengono prese posizioni precise su quanto appena descritto. Il regista però ci ha confermato come nelle sue intenzioni ci fosse certamente “tutta la denuncia del mondo”. Precisa Cornish: “io però volevo solo fare una pellicola di intrattenimento”. E dobbiamo affermare come ci sia riuscito grazie anche ad una durata simile a quelle dei “vecchi tempi”. Solo ottantotto minuti serratissimi in cui nulla di quello che vediamo avviene per caso.
da qui
…I
protagonisti di Attack
the block sono Goonies in acido ,
tenuti a bagnomaria nel marciume della periferia, sono i figli del proletariato
incazzato ( e dai genitori avranno in eredità giusto la rabbia cieca verso
tutto e tutti) che sembra davvero provenire da un pianeta rispetto ai borghesi
riconciliati con le case pulite e i giardinetti profumati dell'erba tagliata di
fresco dei film di Spielberg e negli altri epigoni votati alla descrizione di
certa fanciullezza .
In fondo sono alieni anche loro al resto dell'umanità.
Il film del debuttante Cornish in questa cornice introduce una neanche tanto originale invasione da un altro mondo con creature dal design spartano ma decisamente efficace: sono palle di pelo nero molto realistiche perchè "vere" e non aggiunte in computer grafica, con varie file di denti fosforescenti che sbranano umani che è un piacere.
L'insieme tra parodia dell'amerikanata, invasione aliena e gang di giovani disadattati è invece un mix vincente perchè il film va veloce come un'Eurostar e strappa il sorriso in più di un'occasione…
In fondo sono alieni anche loro al resto dell'umanità.
Il film del debuttante Cornish in questa cornice introduce una neanche tanto originale invasione da un altro mondo con creature dal design spartano ma decisamente efficace: sono palle di pelo nero molto realistiche perchè "vere" e non aggiunte in computer grafica, con varie file di denti fosforescenti che sbranano umani che è un piacere.
L'insieme tra parodia dell'amerikanata, invasione aliena e gang di giovani disadattati è invece un mix vincente perchè il film va veloce come un'Eurostar e strappa il sorriso in più di un'occasione…
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