venerdì 6 marzo 2020

Doppio sospetto - Olivier Masset-Depasse

due convincenti brave attrici sono l'anima del film, sono vicine di casa, vanno abbastanza d'accordo fino a che il caso non le costringe a essere altro, homo homini lupusfoemina foeminae lupior.
alcuni colpi di scena tengono vivo il film, quando stai per annoiarti succede qualcosa che, forse, non ti aspetti.
e la tranquilla commedia quasi rosa, con tradimenti annessi, si trasforma in un film nerissimo.
buona visione - Ismaele







Una cornice idilliaca, giornate placide trascorse all’insegna di serenità e condivisone di momenti piacevoli. Insomma, niente di meglio per farci accomodare rilassati in poltrona e poi piano piano farci insinuare sottopelle il tarlo del dubbio, una tensione che sale sempre di più, con un ritmo appena crescente, ma sempre presente, fino a penetrare nell’architettura stessa di queste case a due piani, in cui la verticalità è usata con grande sapienza per alimentare una visione distorta, che si guardino le cose dal basso o dall’alto, da una casa o dall’altra. Il doppio, così caro a Hitchcock, è semplicemente la presa d’atto di come ogni cosa possa essere vista da punti di vista opposti, possa sembrare naturale o morbosa, pacifica o frutto di un’elaborata strategia sottotraccia di violenza.
Gli abiti color pastello, il rumore dei tacchi sulle scale, tutto può essere una conferma rassicurante o una minaccia incombente, dal momento in cui la normalità è sconvolta da una tragediaDoppio sospetto lavora lungo l’intero spettro cromatico e alterna con maestria temperature emotive opposte, il glaciale e il calore più assoluto, costruendo un thriller formalmente davvero ben congegnato, che però non dimentica per strada una costruzione narrativa impeccabile, che ci scuote e ci conforta, anche se per un attimo, senza mai essere scorretta, sfruttando la propria onniscienza…

l’invito di entrare in sala e godersi, in ogni caso, questo film ben riuscito, ottimamente girato e recitato, capace di tenere incollato alla poltrona nonostante qualche volta si possa pensare che i colpi di scena siano troppo innaturali. Nonostante un epilogo un po’ stonato, ciò non toglie che Doppio sospetto sia un thriller psicologico capace di racchiudere uno dei poteri più forti dell’arte cinematografica: renderci insicuri e a disagio e allo stesso tempo non lasciarci smettere di guardare.

…"Doppio inganno" è un film ricco di colpi di scena, hitchcockiano, per il quale il regista, come egli stesso ha affermato, si è ispirato al maestro e anche ai lavori di Douglas Sirk e David Lynch. Le figure maschili assumono connotati secondari, non riescono a stare al passo delle due protagoniste che tutto rendono sullo schermo con le loro azioni, e soprattutto con le loro espressioni palesi, minime o minimizzate, immediatamente sostituite quando ci si rende conto di essere osservate dagli altri, in un gioco sottile ed elaborato che di fatto costituisce un fine thriller psicologico.
Il regista si è circondato di un cast notevole: Veerle Baetens interpreta Alice e Anne Coesens interpreta Céline. Si fa fatica a decidere quale delle due sia più brava, in un lavoro in cui i primi piani sono frequenti; soprattutto nelle scene ad alta tensione, le due interpreti reggono i loro personaggi in maniera magistrale…

…Quando la mente diviene l'occhio con cui vediamo il mondo, la realtà viene travisata. La finzione e la vita vera non sono più categorie distinte e lontane, ma entrambe si presentano come alternative plausibili. Eppure, sappiamo benissimo che solo una delle due visioni è reale, mentre l'altra è invece apparente e frutto della visione del mondo causato dalla mente, solo che non riusciamo a distinguerle, ci sembrano entrambe possibili e quindi percepiamo il disagio di trovarci aggrappati a qualcosa che potrebbe non esistere ma essere solo il frutto dello sguardo nevrotico dei personaggi. La distorsione della realtà viene aiutata anche dalle scelte del regista Olivier Masset-Depasse. La macchina da presa si sofferma spesso sugli specchi, mostrandoci i rapporti sotto punti di vista differenti. Lo specchio è infatti oggetto che modifica la percezione di una determinata visione, proprio perché riflette ciò che vogliamo vedere, ciò che la mente impone di osservare…

Doppio Sospetto risulta essere un thriller atipico, psicologico o per meglio dire “psicologizzato”, il cui vero obiettivo più che creare una tensione costante è quello di ritrarre la psicologia delle due donne; dall’altra parte però non mancano scene di suspense pura, che inchiodano per alcuni minuti lo spettatore alla sedia. I dialoghi e il montaggio a volte sembrano essere troppo esplicativi: piuttosto che puntare a un “realismo mimetico”, a far trasparire indirettamente i pensieri e le inquietudini dei protagonisti, più di una volta sono diretti, e non del tutto giustificati da quanto visto nella singola scena (“Sono una pessima madre”).
Allo stesso tempo, la risposta al dubbio se i sospetti di Alice siano fondati o meno arriva in una maniera un po’ fastidiosamente “americana”, come una rivelazione tutt’altro che inaspettata che sembra essere al tempo stesso o tardiva o precoce, di certo fuori tempo sia per creare maggiore tensione nel terzo atto del film sia per, alternativamente, far rovesciare l’interpretazione che lo spettatore ha dato delle vicende con una rivelazione finale scioccante.
Questi piccoli difetti sono però compensati da un finale impressionante, sintesi perfetta del motto rilkiano di “bellezza e terrore” che avvicina Doppio Sospetto, nel suo unire la poesia visiva alla ferocia unicamente psicologica, a film quali Martyrs di Pascal Laugier o Troi jours et une vie di Nicolas Boukhrief, altro film belga del 2019 che verteva su tematiche analoghe.

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