mercoledì 25 giugno 2014

A Religiosa Portuguesa - Eugène Green

un atto d'amore per Lisbona, intanto.
una recitazione quasi inespressiva, volutamente, una protagonista, Leonor Baldaque (ad oggi è il suo ultimo film), già attrice in diversi film di Manoel de Oliveira, molto brava, che, dopo aver parlato con una suora che passa le notti a pregare in chiesa, capisce e decide alcune cose importanti della sua vita, c'è un bambino, Vasco, che la conquista (è reciproco).
sembra tutto molto confuso, è un film strano, c'è anche un film nel film, bisogna lasciarsi prendere, allora ti cattura, come succede a Vasco.
non per tutti, ma per chi si abbandona è un film che merita, e molto - Ismaele






Desde los primeros planos de los créditos iniciales, la película ya indica que es una carta de amor a la ciudad de Lisboa. Pero “A religiosa portugesa” es un filme que intenta ir mucho más allá. Combina poesía y un trato cargado de intelectualidad con una forma de narrar fuera de los cánones. Los actores mantienen intencionadamente sus diálogos de una forma rígida y forzada, todo es estático, mecánico y hay un evidente intento de no dejar que el filme tenga ningún ritmo narrativo. Es completamente artificial y una vez se consigue entrar en su lenguaje, funciona…

Never are we forcefully made to feel or think a certain way by actions on screen.  But he also never takes himself or the film entirely seriously and what might normally be construed as pretentious or self indulgent, comes across as sincere here.  With The Portuguese Nun, Green ignores traditional literary and film devices and gives us an unconventional and stylish work that is both subtly profound, amusingly comical, and maybe even a little bit heartwarming too.

La storia e' quella dell'amore contrastato tra una monaca e un ufficiale, vista prima dal punto di vista dell'uomo, poi della donna. Le riprese in comune sono solo due e la sopraggiunta dell'attrice e' l'occasione per incontrare il partner e confrontarsi sul pezzo da recitare. Leonor inoltre si perde alla scoperta di una Lisbona seducente e vitale che sa affascinare e colpire al cuore con la sua bellezza schietta. Incontra un letterato piu' anziano di lei che la corteggia con la sua cultura, un bambino orfano che scegliera' di adottare, si confronta col partner cinematografico invidiandone apertamente la stabilita' di relazione e condividendo una fugace passione d'amore, rivivendo con l'occasione la scena che dovranno condividere il giorno dopo. In questo modo la pellicola si dipana in un "film nel film nel film", ma tutto cio' non appesantisce anzi rende piu' affascinante il discorso narrativo. L'incontro con una monaca votata a trascorrere le notti in preghiera in una cappella nella parte alta e storica della capitale, contribuira' a far maturare nell'attrice la consapevolezza del suo ruolo e delle scelte mature che andra' a fare.
Leonor Baldaque, attrice tanto cara a de Oliveira, e' di un bellezza ritrosa, perlacea e delicata che la rende perfetta per il ruolo. Nei suoi occhi castani meravigliosi lo spettatore rapito si perde come in un sogno senza fine. Magico, suadente, di una laicita' religiosa che lascia sgomenti e affascinati nello stesso tempo.

Senza dubbio il film più punk di questa edizione del Festival: Eugène Green se ne impipa allegramente delle regole minime dell’intrattenimento cinematografico e, mentre mette al centro del suo film Lisbona, resa ancora più magica dalle note di Fado che accompagnano il peregrinare della sua protagonista, filma dialoghi in campo e controcampo di durata inusitata, fa sgranare gli occhi in favore di camera ai suoi attori al termine di ogni battuta recitata con tono volutamente monocorde, filma i cantanti di Fado come in un musicarello italiano degli anni ’60 (con tanto di lunghi primi piani sofferti) e, soprattutto, mette in bocca ai personaggi dialoghi didascalici e innaturali. Il tutto in un film profondamente barocco che, se nei primi minuti appare ostico, diventa subito esercizio di autoironia, capace di tenere l’attenzione dello spettatore volenteroso, in cui non sembrano mancare alcune frecciatine a certo cinema “intellettuale” francese (o del Maestro del cinema portoghese)…
da qui

3 commenti:

  1. Regista interessante Green, su cui vorrei approfondire. Di suo ho visto solo "Le Monde Vivant" (http://visionesospesa.blogspot.it/2013/07/le-monde-vivant.html) ma dal trailer qui sopra si riconosce immediatamente lo stesso stile: impostazione teatrale, dialoghi affrontati, estetica asciutta... Lo segno, grazie :)

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  2. intanto ho trovato "Le Monde Vivant" , lo guarderò, grazie anche a te per la segnalazione:)

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