la mamma muore, i genitori sono alcolisti (come il curato di campagna), qualcuno la violenta, le compagne la evitano o la maltrattano, per la maestra è un disturbo, ogni tanto fa la serva a pagamento, e il padre le ruba i soldi per berseli, solo il fratellino ancora in fasce le vuole bene, ancora.
come l'asino Balthazar, Mouchette è umiliata e oppressa.
cosa resta da fare a Mouchette?
un piccolo capolavoro che fa soffrire - Ismaele
…Tratto
da un racconto di Georges Bernanos, "Mouchette" è un film
tremendamente crudo, costruito sulla totale assenza di atmosfere umanizzanti.
Non c'è spazio per la pietas, per i sentimenti, per la solidarietà. La piccola
Mouchette sembra essere il paradigma di una società che ha perso il senso
dell'umano sentire delle cose, di una umanità che conta i giorni senza
preoccuparsi di riempirne i vuoti con un po' di amore disinteressato. Col rigore
e l'asciuttezza stilistica consueta, Bresson tratteggia uno dei
personaggi più forti ed emblematici del suo cinema. La scontrosità, la
passività con cui Mouchette affronta tutto ciò che gli capita, gli
derivano da una vita di privazioni e di sacrifici, da un vissuto cioè che
evidentemente gli ha anestetizzato anche il dolore per le continue umiliazioni
che è costretta a subire…
…In the last analysis, one
might ask whether Mouchette was devoid of any hope at all. That
final calling out to the tractor driver on the part of Mouchette in the film is
reminiscent of Joseph K’s final, hopeful glance up to the lighted window in
Franz Kafka’s The Trial.
This was one last appeal for a meaningful interaction. Something more than the
cold stare that Mouchette received might have saved her life. But those
life-saving “something more” gestures are all-too rare in this world.
“Between thought and expression”—as
Lou Reed wrote in the Velvet Underground song “Some Kinda Love”—“lies a
lifetime.” Mouchette, and maybe all Robert Bresson’s
inexhaustible, majestic films, transpire in that puzzling space “between,” that
incalculable “lifetime.” How, for instance, does a director as visually acute
as Bresson and so insistent on “the resources of cinematography and the use of
the camera to create” also imply the urgency of the unseen, the ineffable, the
otherworldly? How does a filmmaker so attentive to metaphysical demands honor
the press of our physical existence, whether everyday or tragic? The marvel of Mouchetteinheres in the
elegance, obstinacy, and capaciousness of Bresson’s double-mindedness. A rape
edges into tenderness, suicide emerges as at once holy and appalling, and scene
upon scene invokes, simultaneously, spiritual despair and an afterlife…
It was rumored for years that the trailer for this
film was by Jean-Luc Godard, and he has recently confirmed this by
programming it in a self-curated retrospective of his work. The trailer is
virtually a miniature essay on (or subversion of) the film, jarringly
intercutting excerpts from it with a written commentary that calls it "Christian
and sadistic”.
da qui
"come l'asino Balthazar, Mouchette è umiliata e oppressa." E come lo stesso, si fa carico della crudeltà degli uomini, è più o meno quello che avevo scritto. Hai ragione infatti, a mio avviso sono i due film di Bresson che meglio si accompagnano nel sofferente, ma incisivo percorso dell'autore. Quanta malinconia però!
RispondiEliminaRobert Bresson non lascia scampo, la specie umana è la peggiore :(
Eliminagrande, grandissimo film, lo vidi grazie a un grande amico di cui lessi la recensione nel primo blog che ha aperto e mi incuriosì parecchio, il film è molto minimalista e fa soffrire parecchio, ma è stupendo, dobbiamo dirlo :)
RispondiEliminaavercene amici così :)
EliminaIo l'ho visto la prima volta all'età di 12 anni e non l'ho mai più dimenticato. .
RispondiEliminabenvenuta Lunapinot :)
Eliminasì, hai ragione, è un film che non si dimentica, non te ne liberi.