La parte degli angeli, sia chiaro da subito, non è un
film perfetto.
Non lo è perché costruito attorno ai suoi personaggi, con tutto il cuore possibile, e per nulla attento alle evoluzioni tecniche.
Non lo è perché costruito attorno ai suoi personaggi, con tutto il cuore possibile, e per nulla attento alle evoluzioni tecniche.
Non lo è perché dedicato e partecipe, e non troppo
attento ai dettagli che per uno script definito al millimetro risulterebbero
stonati - il rapporto tra Robbie ed i parenti di Leonie, o quello con i suoi
persecutori, la facilità d'esecuzione del colpo alla distilleria -.
Non lo è perché privo di una direzione precisa, a metà
tra la drammatica denuncia e la commedia dai toni di favola urbana.
Eppure, è pervaso di cuore dal primo all'ultimo
minuto, è tosto e commovente, riesce ad affrontare tutto il carico di una vita
al limite senza mai esagerare in retorica, pesantezza, eccesso di realismo…
… sguardo
disincantato su reietti in cerca di redenzione, un'ironia palpabile dalla prima
all'ultima sequenza, messaggio politico ben presente (perché questa società è
un qualcosa a cui ribellarsi sempre e comunque, ognuno con le proprie armi
ovvero le proprie capacità) che però non appesantisce una narrazione lieve e
fruibile anche da uno spettatore non per forza avvezzo alle dinamiche del
cinema d'autore.
Si sorride spesso e si ride anche di questi quattro soliti ignoti al doppio malto…
Si sorride spesso e si ride anche di questi quattro soliti ignoti al doppio malto…
… El director de “Buscando a Eric” (2009) se
entretiene con gusto en la visita a la bodega o en las catas y en la subasta, y
no le importa que algún momento del golpe o la propia conversión de Robbie en
experto catador parezcan poco verosímiles o se caiga en un costumbrismo
pintoresco de cliché, porque sólo aspira a decir que la parte de los
ángeles es lo que le corresponde a cada persona y no le será quitado.
Porque es su dignidad, su trabajo, su familia.
… La
primera parte de la película es estupenda. El oído del espectador se hace
pronto a los marcados acentos escoceses que narran un guión que se siente
doloroso, divertido y real. La escena en la que la víctima recapitula los
hechos de la agresión de Robbie es sumamente poderosa. La identificación casi
al instante con la víctima y lo horrendo de los actos de Robbie no anula que se
integre la percepción de que el arrepentimiento y el dolor que él siente por
ser claramente culpable es genuino.
Puede
que una rehabilitación de servicios a la comunidad se queda corta para Robbie y
que verdaderamente necesite pisar terreno carcelario. Sin embargo nos lo
presentan como el personaje protagonista que el espectador está obligado a
acompañar durante toda la película. La secuencia finaliza con la madre de la
víctima gritando en la cara de Robbie para instantáneamente pasar a un plano de
Robbie sujetando a su bebé, su hijo. ¿Compasión por su verdadero
arrepentimiento o indignación de que una persona que ha cometido tan recientemente
tal agresión tenga el privilegio de ser padre?
En
este sentido, la naturaleza contradictoria de la película es desafiante y
excelente. Un ejemplo de que Robbie —más que convincente Paul Brannigan— es el
personaje adecuado para ser el protagonista…
vedere vedere vedere....
RispondiEliminauna volta basta, per ora:)
RispondiEliminafatto!
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