lunedì 10 dicembre 2012

Boy meets girl – Leos Carax

primo lungometraggio di Leos Carax, con il suo attore Denis Lavant.
è un film in bianco e nero, che starebbe bene dentro un film muto, e però è pieno di musica, e però potrebbe essere un film francese degli anni '60.
Carax non segue mode, fa i suoi film, forse per questo ne fa pochi, e sono da prendere o lasciare .
io prendo - Ismaele

PS: dopo la fine del film mi è venuta in mente questa canzone.

 


 Boy Meets Girl (1984) è un'acclamata folgorazione. E una dichiarazione d'intenti: ridurre la trama all'archetipo, per produrre un cinema oltre i canoni (letterari) della narrazione. Così, dell'onda degli anni 60, e soprattutto di Godard, Carax coglie l'assoluta contemporaneità del frammento: la forma rappresentativa capace di restituire l'obnubilarsi dei nessi causa/effetto, il vivere frantumato della postmodernità, la schizofrenia dell'esperienza, la molteplicità caotica dei punti di vista, il proliferare dei palcoscenici in cui recitare. L'identità è una crisi, il soggetto dell'enunciazione stenta a definirsi, a manifestarsi: Boy Meets Girl s'apre su una voce inclassificabile («Siamo qui, ancora soli. Tutto è così lento, così pesante, così triste. Presto sarò vecchio e tutto finirà, finalmente»), prosegue seguendo un personaggio femminile, in auto, mentre una voce canta alla radio la gainsbourghiana Je suis venu te dire (que je m'en vais), come se la donna alla guida necessitasse di una sfacciata colonna sonora per telefonare all'uomo che sta abbandonando, prima di gettare nella Senna i suoi quadri, chiedere a un giovane, immobile, che ore sono, mentre il rumore del traffico nasconde la risposta, e infine perdere un foulard a scacchi mentre il volto del suo amato compare in assolvenza e si dissolve, uscendo per sempre dall'inquadratura. Il giovane, catatonico, si smuove, raccoglie il foulard. Una voce lo chiama: «Thomas». E' Alex. Che lo raggiunge, s'incammina con lui lungo la Senna, narra di una donna perduta, del tradimento del suo migliore amico. E lo aggredisce: è Thomas, il suo miglior amico; è Thomas la passione di Florence. Alex sottrae il foulard a scacchi (come a scacchi è la sua giacca) stretto tra le mani del nemico inerme, se ne appropria come fosse un feticcio riconquistato, lo eleva a (malinteso) unico ricordo del suo amore. «Questo è quello che mi resta di Florence», dirà. Fugge…

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…It's the kind of film that reminds me of Eraserhead (1977), and makes me want to embrace it in the same way.

 

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 Boy Meets Girl è dunque manifesto del cinema bislacco di Leos Carax, opera prima per lui seminale, punto di partenza per uno che forse è stato troppo sottovalutato, ma che forse, a pensarci bene bene, il suo non-successo se l’è cercato. E per questo è da stimare.

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Boy Meets Girl is an often intriguing, sometimes dream-like and, just occasionally, blackly humorous drift through a cold landscape of youthful angst. But the film's key asset has to be Denis Levant, without question one of the most interesting faces in European cinema and a model here of buried frustrations and uncertainty. It's his controlled but enigmatic performance and the impulsive desires of his character that most clearly signal the direction that Carax was to head with his next two films…

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The film centres around a romantic and idealistic young man called Alex, a recurrent figure in the films of Leos Carax, played in each case by the same actor - Denis Lavant. Alex has just broken up with his girlfriend Florence, having discovered that she has been cheating on him with his best friend Thomas. Having savoured every key moment of their relationship – recording it on a map of Paris sketched out on his bedroom wall – Alex likewise wants to nurse his heartbreak and mark it with grand gestures. Having settled accounts with Thomas and chosen a suitably memorable song by David Bowie to mark the occasion (‘When I Live My Dream’), Alex takes to wandering through Paris on a night of stifling heat in May. The Paris night seems to be filled with lovers, meeting, breaking up and making-up. On his wander through the streets Alex meets Mireille (Mireille Perrier), a young woman who has just broken up with her boyfriend Bernard. Aware that she is going to a party, Alex invites himself along and the world witnesses yet another boy meets girl encounter…

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…The film is visually reminiscent of the early French new wave in the 1960s; its beautiful, evocative black and white scenery coexists with the energy and jumping camera work of the nouvelle vague. However, instead of seeming retrospective, Carax uses the imagery, scenes and settings to show a level of alienation and modernist abstraction made popular by authors such as William Gibson many years later.

Indeed, the profound darkness and minimalism of the scenery (reminiscent in some ways to cheeky old rascal, Ingmar Bergman) gives the characters an almost limitless bottom line of emotional depth as they discuss their troubles.

Beautiful to watch and a good taster of raw Carax (which would later bloom into his more highly acclaimed set pieces, Mauvais Song and Les Amants...) Boy meets Girl posesses an added vibrancy and rough edge one could say is lacking in his later films. Definitely well recommended.

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