sabato 6 ottobre 2012

Man Push Cart - Ramin Bahrani

un gran film, una opera seconda fatta con pochi soldi in tre settimana, neorealista nell'anima, gli attori hanno i nomi della vita.
Ahmad conduce una vita di scarto, per usare le parole di Zygmun Bauman, e questo è il mondo degli ultimi.
e nei titoli di coda, fra i ringraziamenti, Amir Naderi (un grande) e Lodge Kerrigan(vedrò qualcosa a breve)
da non perdere - Ismaele


QUI il film completo in inglese

 

this is an unforgettable film that delivers the grind without sugar and clichés.

da qui

 

"Man Push Cart" was filmed in Manhattan by an American born in Iran and an American born in Pakistan, and embodies the very soul of Italian neo-realism. Free of contrived melodrama and phony suspense, it ennobles the hard work by which its hero earns his daily bread. He owns a stainless steel bagel wagon, which he pushes through the lonely pre-dawn streets. He sells bagels and sweet rolls and juice and coffee and many customers call him by his first name although they would never think to ask his last one...

continua qui

 

L’essenza di Man Push Cart è tutta in questa sequenza di immagini, dove la solitudine e l’estraneità del venditore Ahmad risaltano inconfodibilmente. Attraverso la regia pulita ed essenziale di Ramin Bahrani seguiamo da vicino le vicende di questo piccolo commerciante pakistano e del suo chiosco. Un uomo che non riesce ad integrarsi, in una New York da poco uscita dalla tragedia dell’undici settembre e che non vede di buon occhio immigrati di religione musulmana.
La macchina da presa passa leggera accanto al protagonista, senza far mai sentire la sua presenza e regalando agli spettatori frammenti di vita reale. Si scopre così che Ahmad in passato era stato un cantante di successo nel suo paese e che ora è costretto a dover fare questo misero lavoro, per poter tirar su qualche soldo per mantenere sua figlia. Quest’ultima non si vede mai nel film, ma è una presenza fortissima, il vero motore delle azioni del protagonista.
Il tutto si chiuderà proprio come era cominciato, con Ahmad che prepara il carretto completando la circolarità della sua esistenza che va avanti con sogni e ambizioni, puntualmente affogate nel caffè della mattina. La solitudine e l’estraneità di un venditore iraniano incapace ad integrarsi nella realtà newyorkese del post 11 settembre

da qui


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