non facile, ma davvero da non perdere - Ismaele
Celeberrimo film dell’avanguardia
americana, manifesto della destrutturazione cinematografica sia per quanto
riguarda le scelte formali che di contenuto. Fiammeggiante inno alla libertà
individuale, girato in un solo giorno a New York, sul tetto di un palazzo del
Lower East Side utilizzando lampi di genio e pellicola scaduta, il film rappresenta
con una sconcertante anarchia visiva una baldoria collettiva dei bassifondi. Le
immagini, spesso date da abbaglianti flash subliminali, sono contorte,
imperfette e quasi terremotate dall’interno e vengono accompagnate da atmosfere
oniriche e allucinate che rievocano i film surrealisti degli anni Venti e
Trenta.
Le protagoniste della pellicola sono
creature fiammeggianti ermafrodite, ambigue sirene vamp, paradossali drag queen
dal trucco eccessivo (il misero budget di trecento dollari servì per gli
accessori, i trucchi e i costumi che richiesero diverse ore di preparazione
agli attori prima delle riprese) immortalate in un istante di libertà estrema
ed irripetibile…
…Alla sua
uscita lo scandalo fu enorme: il film fu bandito in 22 stati USA e in 4 paesi
esteri. Il padrino del cinema d'avanguardi americano, Jonas Mekas, negli anni
'60 si sforzo di far girare il film in vari cinema ma venne arrestato ad ogni
tentativo. Nonostante la condanna in penale della corte newyorkese per
oscenità, il lavoro di Smith, poi definito il padre della performance art, non
rimase troppo a lungo nascosto. Ma cosa si vede di così sconvolgente inFlaming Creatures? Nulla di che, diremmo oggi davanti ad un pene
ballonzolante, a qualche seno palpeggiato e ad un gruppo di travestiti. Cosa
diversa negli anni '60 la transessualità non era proprio cosa comune, neppure
nell'aperto East Village della Grande Mela. A colpire però non è il cosa ma il
come. Smith, in un atto programmatico di non-cinema e di non-regia, invita
davanti alla mdp donne e uomini da circo dei miracoli e li filma finché loro
non si annoiano, inscenando anche un finto terremoto realizzato con scossoni
alla macchina da presa e grida. In realtà non si tratta solamente di accendere
la telecamera e di impressionare una pellicola ma la volontà è quella di girare
un pezzo di commedia anarchica che sbeffeggi la Hollywood di un tempo, facendo
dei suoi affreschi e delle sue star (specialmente dell'icona Maria Montez amata
da Smith) un surreale paradiso in cui regna il gender-fuck (noi diremmo
transgenderismo) al ritmo di un melange musicale coerentemente incoerente
(Be-Bop-a-Lula, tracce spagnoleggianti, arabe, etc). Il sesso, così tanto
temuto, è solo concettuale e per nulla performato, quindi di pornografico non
c'è nulla…
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