all'uscita della cantina il mondo è lo stesso di prima, grigio, difficile, loro due si sono conosciuti, un po', saranno più forti, chissà.
a me è piaciuto molto - Ismaele
…Apparentemente
un piccolo film, due personaggi (più qualche apparizione collaterale), quasi
tutto girato in un piccolo ambiente, la cantina di un palazzo della Roma
borghese. Apparentemente, perché poi indagando, leggendo, ascoltando si viene a
sapere che la preparazione è stata meticolosa ed è durata mesi, che lo
scenografo ha interamente ricostruito la cantina dopo averne girate decine
senza trovarne una che soddisfacesse davvero lui e il regista. La storia, anche
se ridotta a un confronto-scontro-dialogo, anche duello, tra il quattordicenne
Lorenzo e la sorellastra Olivia (qualche anno in più, stesso padre e madre
diversa) è costruita e raccontata come Dio comanda, altro che film minimalisti
e in stile indie di oggi dove tutti parlano a caso
mimando la pochezza del linguaggio quotidiano e si agitano come formiche
impazzite pedinati dalla solita steadycam. No, Bertolucci è un vecchio signore
e un maestro, e lui il cinema lo sa fare e lo fa alla maniera di una volta
curando i dettagli, ragionando sulla sceneggiatura, predisponendo gli ambienti,
soprattutto usando alla grande la macchina da presa…
…isolamento del
protagonista è accentuato dalla continua presenza di barriere, che solo
l’intimità di Bertolucci riesce a raggiungere senza però svelare il suo segreto
ma solo per condividerlo. Lo sguardo del cineasta si nasconde con lui, si ferma
davanti a vetri (come quello del formicaio che alla fine si rompe e prefigura
forse il cambiamento, una nuova iniziazione
del sublime finale), crea una tensione nei passaggi dalla cantina
all’appartamento con quell’ascensore in mezzo e con le ombre che potrebbero
trasformarsi anche nelle inquietanti oscurità thriller ‘polanskiane’ di L’inquilino
del terzo piano. Il romanzo omonimo di Niccolò Ammaniti (anche
cosceneggiatore assieme allo stesso regista, Umberto Contarello e Francesca
Marciano, scrittore già portato sullo schermo da Salvatores in Io non ho paura
e Come Dio comanda) viene assorbito dalle corde di Bertolucci, dalla sua
sensibilità incontrollata, in cui vuole eliminare quasi ogni distanza tra lui e
i suoi giovani protagonisti. Macchina da presa attaccata addosso, crisi
improvvise, un cinema che diventa dipendenza, droga, che vorresti sempre sul
filo dell’ultimo respiro, che balla da solo per poi cercare un abbraccio mentre
Olivia canta Ragazzo solo, ragazza sola di David Bowie, che si isola con le
cuffie nel suo mondo dove l’universo adolescenziale è più vicino in una
spallata data a scuola che in tanti film e serie-tv teenager italiani. E si
sente a corpo la vicinanza con le emozioni e i tempi dei suoi giovani attori
Jacopo Olmo Antinori e Tea Falco, entrambi contrapposti alla smaliziata
esperienza di Sonia Bergamasco…
…Il rapporto edipico di Lorenzo con la madre
nel film è solamente accennato, le sue difficoltà nel relazionarsi con i
compagni di scuola, le strategie adottate per passare inosservato, la profonda
solitudine e al tempo stesso il desiderio represso di essere accolto, sono
tutti aspetti che il film sfiora appena.
Bertolucci ha preferito rinunciare alla voce narrante del protagonista, togliendo così di mezzo i ricordi e le riflessioni di Lorenzo che nel romanzo più di tutto connotano la sua personalità. Si è affidato totalmente alle immagini, in una ricerca del dettaglio o dell'allegoria che a volte riesce davvero alla perfezione (l'incontro con Olivia che si toglie il cappello e libera i capelli, il moto perpetuo dell'armadillo imitato da Lorenzo, lo zoom sul formicaio) ma che nel complesso è una dimostrazione di abilità che non accorcia la distanza dallo spettatore...
Bertolucci ha preferito rinunciare alla voce narrante del protagonista, togliendo così di mezzo i ricordi e le riflessioni di Lorenzo che nel romanzo più di tutto connotano la sua personalità. Si è affidato totalmente alle immagini, in una ricerca del dettaglio o dell'allegoria che a volte riesce davvero alla perfezione (l'incontro con Olivia che si toglie il cappello e libera i capelli, il moto perpetuo dell'armadillo imitato da Lorenzo, lo zoom sul formicaio) ma che nel complesso è una dimostrazione di abilità che non accorcia la distanza dallo spettatore...
Devo ancora vederlo! e spero di farlo presto!
RispondiEliminale opere "minori" dei grandi sono sempre una bella cosa:)
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