domenica 9 marzo 2025

Il Nibbio - Alessandro Tonda

la storia di Nicola Calipari e della sua ultima missione.

lui salva l'ostaggio (la giornalista Giuliana Sgrena), ma muore quando era sul filo del traguardo, per mano degli Usa (che coincidenza!)

il film si focalizza sulla sua vita (in certi momenti potrebbe quasi sembrare un'agiografia, difficile però fare altrimenti), lui in famiglia, con la moglie e i figli, ma sopratutto nel lavoro, pieno di trappole e tradimenti anche da parte di colleghi, invidiosi e magari comprati.

diventa a momenti quasi un film di spie, nel quale la vita è sempre sul filo del rasoio, "dati, causa e contesto" sono offerti dalla sceneggiatura di Sandro Petraglia (già autore di tanti film politici), che descrive Calipari come un uomo dalle molte qualità, trasparente, senza doppi e tripli giochi, come tanti, sempre troppi.

un ottimo Claudio Santamaria rende il film da vedere, senza alcun dubbio.

buona (complicata) visione - Ismaele 

 

 

 

…Fondamentali la collaborazione della stessa Rosa e l’interpretazione di Santamaria, perfetto nel restituirci in modo naturale e nella sua umanità, la figura di questo mediatore, senza la fisicità prestante dell’eroe, ma nella sua esilità (per entrare nella parte l’attore ha perso ben dodici chili), nonché le buone prove attoriali di Anna Ferzetti e di Sonia Bergamasco (che, dopo anche il suo esordio alla regia con il doc Duse the Greatest, della sottrazione pare averne fatto una sua cifra stilistica a 360 gradi). Commuove dunque questo ritratto sincero, non retorico e artefatto, e tridimensionale dell’uomo.

Un ritratto che rende giustizia al suo ruolo storico di portatore di una precisa visione valoriale e strategica, in anticipo sui tempi. Di tempo ne è passato parecchio, ma ad oggi ancora “le spiegazioni sulla sua morte non sono esaurienti”, per usare le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella che oggi lo ha ricordato nel giorno del ventesimo anniversario della sua morte. Citando quelle del film ovvero nei titoli di coda: l’omicidio di Nicola Calipari è rimasto senza colpevoli. Cambia la forma, ma la sostanza purtroppo è sempre la stessa e fa molto male.

da qui

 

Il risultato è un racconto solido che si segue con facilità, anche se con amarezza, ben sostenuto dalle interpretazioni di Claudio Santamaria nei panni del Nibbio e di Sonia Bergamasco in quelli sgomenti di Giuliana Sgrena. Nota di merito per Anna Ferzetti nel ruolo della moglie di Calipari e soprattutto per Beatrice De Mei che interpreta con naturalezza la figlia 18enne, polemica e affettuosa al punto giusto. I cattivi, in questa rappresentazione, sono gli americani, dei quali si sottolineano l'arroganza e l'inettitudine, e il capo della Croce Rossa, intento a disturbare maldestramente (e dannosamente) la camminata sulle uova di Calipari.

Quel che avrebbe potuto elevare maggiormente Il Nibbio è un maggiore spessore storico-politico: il film ha perso (intenzionalmente) l'opportunità di rendere questa storia non solo un action movie ma anche una metafora del mondo in cui viviamo e delle tensioni che lo attraversano: mancano ad esempio tutte le polemiche suscitate all'epoca sia dalla presenza di Sgrena in Iraq che dal pagamento del riscatto, così come manca la volontà di approfondire i rapporti di forza fra tutti gli attori in gioco.

Tuttavia, la figura di Calipari emerge come un baluardo di buon senso e intelligenza diplomatica, un uomo la cui parola, credibilità e coerenza sono state moneta preziosa nel corso di rapporti delicati e trattative spinose, e altruistica garanzia di protezione per la giornalista rapita. Il ricordarci che esistono figure istituzionali di questa caratura, in un momento in cui latitano gravemente, è un merito indiscutibile del film.

da qui

 

…Lo sguardo proposto da Tonda e Petraglia, è al tempo stesso intimista e adrenalinico, in movimento costante tra distensione riflessiva e drammatica, propria della stasi – l’attesa e conferma della notizia – e veri e propri momenti action – il blitz a vuoto e il salvataggio -, che sembrano strizzare l’occhio, tanto al cinema di Kathryn Bigelow, quanto a quello di Paul Greengrass.

Cinema adulto, che ancor prima di farsi politico, osserva le potenzialità dell’intrattenimento. Non come strumento superficiale e vuoto, bensì come arma di coinvolgimento e immersione profonda e sentita, nelle dinamiche emotive e tensive del realismo dal quale tutto nasce. Un film nient’affatto consolatorio e amaro, sul disperato tentativo di far valere la propria idea di risoluzione rispetto ad ogni altra, in un clima profondamente omertoso, violento e oscuro. Claudio Santamaria offre qui una delle migliori interpretazioni di carriera.

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