domenica 16 marzo 2025

Follemente - Paolo Genovese

è un film simpatico, che fa molto sorridere e a volte riflettere.

ottimi attrici e attori rendono meritevole la visione, ma il film resta un giochino ben fatto, ma nulla più, Perfetti sconosciuti era un'altra cosa.

buona (romantica) visione - Ismaele

 

 

 

La storia di Follemente scopiazza in modo ben più sfacciato e ruffiano l'idea geniale rappresentata nel lontano 1972 dal genio di Woody Allen nell'esilarante, all'epoca quasi scandaloso, certamente irriverente e geniale (quello si) film intitolato "Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso, ma non avete mai osato chiedere".

La fiera dei neuroni consiglieri, litigiosi e dispettoso, invadenti e ironici attinge da questo caposaldo.

Follemente, al solo confronto, è poca cosa in termini di risultato artistico. Certo il film è attraversato da bravi attori, tra cui spicca un Claudio Santamaria dalle doti vocali eccelse (per quanto già note) e una Emanuela Fanelli a tratti irresistibile.

Ma la vicenda si trascina in avanti secondo siparietti stanchi, un po' bolsi, risaputi, che appare incredibile quanto la folla possa apprezzare, ridere a crepapelle, manifestando un entusiasmo spesso davvero fuoriluogo.

Certo ormai il pubblico ha bisogno di certezze, di ripetizioni estenuanti per rassicurarsi, per non doversi impegnare troppo; per rimanere legati a quella tendenza, tutta televisiva, a cui non piace mai osare, ma adagiarsi in formule ampiamente sperimentate che garantiscano facili consensi di massa.

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Il giochino – in alcune occasioni anche molto divertente (pensiamo alla scena della cyclette o al Somebody to Love suonato e cantato all’unisono) – funziona grazie e soprattutto alla verve e all’amalgama di entrambe le compagini, il rischio è quello di avere la meglio sull’andamento e sullo sviluppo della storia stessa: è inevitabile così che l’apparato più brillante (quello in capo alle due squadre presenti nelle due teste) abbia sempre la meglio sui duetti tra Leo e Fogliati, spesso con il freno a mano tirato per esigenze di copione e per sottolineare le irrisolvibili differenze tra i due sessi e gli altrettanto inevitabili compromessi che bisogna accettare per mantenere in equilibrio qualsiasi rapporto di coppia. Quando invece, ogni tanto, basterebbe “spegnere la mente” e godersi i momenti semplicemente così, come arrivano.

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Ed è appunto il lavoro sinergico e ben diretto di queste tre componenti a tenere salda (nonostante tutto) la presa sul pubblico, attenuando peraltro alcuni chiari limiti di un'operazione non sempre rispettosa della promessa del proprio titolo.

L’impressione, difatti, è che FolleMente ragioni e proceda troppo di testa, sia troppo calcolato, accomodato, addomesticato, pressoché algoritmico nel suo essere un congegno precipuamente designato per per piacere e soddisfare il maggior numero di persone. Se ciò non significa che la porta del cuore sia completamente serrata, è giusto indicare come Genovese & co. rifuggano e silenzino ogni prospettiva di follia e, di conseguenza, il rischio di scontentare - ad esempio, proponendo una visione del sesso e delle fantasie erotiche meno pudico, conformista, di facciata - e alfine di ottenere un’elevazione ed evoluzione ancor più mordaci e incisive. Un caos calmo, per farla breve…

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