all'interno del festival Al Ard (qui) è stato proiettato un film che sarà il più clandestino dell'anno, From Ground Zero, a cura di Rashid Masharawi.
si tratta du 22 brevi e intensi cortometraggi, girati da Aws Al-Banna, Ahmed Al-Danf, Basil Al-Maqousi, Mustafa Al-Nabih, Muhammad Alshareef, Ala Ayob, Bashar Al Balbisi, Alaa Damo, Awad Hana, Ahmad Hassunah, Mustafa Kallab, Satoum Kareem, Mahdi Karera, Rabab Khamees, Khamees Masharawi, Wissam Moussa, Tamer Najm, Abu Hasna Nidaa, Damo Nidal, Mahmoud Reema, Etimad Weshah e Islam Al Zrieai, all'interno della striscia di Gaza sotto le bombe isrealiane.
sarebbe un film da far vedere dappertutto, mostra 22 volte, in modo diverso e originale, un'umanità che non sa se l'indomani sarà in vita, ma che continua a sognare e a pensare a un futuro.
eppure, nel film, nessuno dice che buona parte dei morti israeliani del 7 ottobre del 2023 sono stati uccisi dalle armi del loro esercito (leggi qui), nessuno dice che odia gli israeliani o gli ebrei, nessuno cita il genocidio (come fa MrFish, qui), nessuno dice che Israele è una delle più brutali, crudeli tirannie sulla terra (come fa Gideon Levy, qui), i palestinesi di Gaza vogliono solo vivere in modo umano a Gaza, in Palestina.
un film da non perdere, se riuscite a trovarlo.
buona (palestinese) visione - Ismaele
Il pavido
servilismo di Cannes ha deciso di non presentare questo From Ground
Zero per “non suscitare polemiche”. Eppure, i
film che compongono questa raccolta di cortometraggi, ciascuno della durata di
tre-sei minuti, non discutono di politica né di chi abbia ragione o torto, la
domanda quindi suona piuttosto allarmante, cos’è esattamente che non si deve
mostrare?
Il regista
palestinese Rashid Masharawi, ideatore del progetto, si
trovava fuori da Gaza quando la situazione ha
degenerato, lo scorso anno. Ha deciso quindi di affidare la macchina da presa a
cineasti rimasti nella zona assediata, rendendoli protagonisti di un progetto
corale e di estrema importanza….
C’è un senso di
urgenza che attraversa tutte le opere, e uno stile essenziale che amplifica
l’impatto di ogni idea, si racconta il bombardamento di Gaza e la crisi
umanitaria dal punto di vista dei civili, con otto elementi che ricorrono
incessantemente: droni che ronzano ossessivi, ambulanze, taniche per
trasportare acqua, checkpoint, bambini, macerie, mare, esplosioni…
…Preme
sottolineare, anche se non dovrebbe essercene bisogno, che From Ground
Zero non ha nessuna sfumatura antisemita.
Raccontare
quello che vive il popolo palestinese, dare loro voce, mostrare la loro
quotidianità ridotta in frantumi dalla guerra non significa mancare di rispetto
a nessuno…
…Tra i migliori ci sono, per esempio, No Signal, sugli sforzi di un uomo che cerca di salvare il fratello sepolto sotto le macerie che ha una forza dirompente proprio per la sua dimensione claustrofobica perché girato in uno spazio di pochi metri ed A School Day, sullo studente Khaled che attraversa tende, mercati e rovine fino ad arrivare davanti alla tomba del suo insegnante morto durante la guerra. Ma di ogni frammento di From Ground Zero resta qualcosa, proprio come documento storico, politico e soprattutto umano. E può essere visto anche come un unico film soprattutto per come rimbalzano e ritornano tutti i rumori e i suoni della quotidianità su Gaza. In più, pur sommersi dalle proibitive condizioni in cui si trovano ad operare, molti registi sottolineano la vitalità del panorama culturale e artistico palestinese.
Il sogno perduto del cineasta Ahmed Assouna che ora si deve occupare di
salvare la vita della sua famiglia in Sorry Cinema o il
comico stand-up che porta conforto in un campo profughi in Everything
is Fine sono insieme una drammatica frattura con il passato ma anche
uno sguardo verso il futuro.
Progetto collettivo lanciato da Rashid Masharawi, regista
palestinese originario di Gaza, in risposta alla guerra scoppiata dopo gli
attentati del 7 ottobre 2023. Un'idea che nasce da una constatazione: è
complicato riuscire a raccogliere e diffondere le parole degli abitanti di
Gaza, ed è necessario tenere traccia di quello che stanno vivendo per
conservarne la memoria affinché la storia dell'occupazione della Palestina non
possa essere riscritta senza tenere conto del punto di vista dei civili
palestinesi. Venti racconti brevissimi - tre minuti ciascuno - che illustrano
lo spazio della Striscia di Gaza utilizzando ogni tecnica creativa e
cinematografica.
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