mercoledì 12 marzo 2025

Gran bollito – Mauro Bolognini

una donna già anziana ha stipulato un patto con la morte, in cambio di aver avuto un figlio vivo, con tanti altri morti, offre alla morte la vita di tre persone.

le uccide e ne fa saponette.

ottmi attori e attrici, una visione meritevole.

buona (mortale) visione - Ismaele

 

 

QUI si può vedere il film completo

 

 

la bravura e la professionalità che la contraddistinguono, finendo per oscurare la presenza degli altri attori. Gran bollito è una black comedy molto inglese, teatrale, grottesca che narra le gesta di una donna meridionale trasferita al Nord insieme al marito (Scaccia) che gestisce un botteghino del lotto. La donna ha fatto una vita di stenti, ha perduto dodici figli - tra aborti e morti in culla - ed è morbosamente legata a Michele (Marsina), unico figlio superstite. Il marito rimane paralizzato, lei prende il suo posto al botteghino e - da esperta di magia quale dice di essere - si crea un piccolo gruppo di clienti - amiche. Terrorizzata dalla paura di perdere il solo figlio che le è rimasto, decide di offrire tre vite umane alla morte con la quale ritiene di aver stretto un patto. Lea uccide donne che ritiene inutili, perché non possono avere figli e solo lei sa quanto siano importanti. La strega spacca la testa alle tre amiche (Lionello, Von Sydow, Pozzetto), in rapida sequenza, e le mette a bollire in un pentolone ricavandone sapone e squisite torte al sangue composte di polvere ossea pestata in un mortaio. Il film termina con la polizia che arresta la donna mentre sta per uccidere con la scure la fidanzata del figlio (Antonelli)…

da qui

 

Una storia bellissima e macabra, che parla di un dolore antico e viscerale, quello della perdita di un figlio. La Winters è bravissima, veramente nella parte, riesce ad avere la doppia personalità che il personaggio necessita, e risulta una strega credibilissima. La cucina di Lea è come un teatro degli orrori con tanto di sipario e quinte, che mostra il sacrificio umano delle ignare e fiduciose amiche in modo davvero crudele.
Un cast di grande livello per questo film, che non conoscevo, e con una punta di orgoglio faccio notare come la brava Shirley Winters proprio in Italia ha trovato nel 1977 con “Un borghese piccolo piccolo” e con “Gran bollito” forse le sue ultime grandi prove di attrice, dato che in seguito ha fatto pellicole di poco rilievo, e che male sono riuscite a valorizzare le grandi doti di questa attrice così talentuosa.

da qui

 

Pervaso da uno spirito indipendente capace di far coesistere commedia e tragedia, il film di Bolognini entra di petto nei recessi della solitudine, immobile di fronte alla disfatta dei corpi, s'immerge nei sedimenti d’odio con un languido decadentismo che si riflette inevitabilmente dentro gli sguardi, nei colori, tra gli arredi. Mostruosa la perfezione del cast, triste e suadente il sonoro.

da qui

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