una donna già anziana ha stipulato un patto con la morte, in cambio di aver avuto un figlio vivo, con tanti altri morti, offre alla morte la vita di tre persone.
le uccide e ne fa saponette.
ottmi attori e attrici, una visione meritevole.
buona (mortale) visione - Ismaele
QUI si può vedere il
film completo
…la bravura e la professionalità che la
contraddistinguono, finendo per oscurare la presenza degli altri
attori. Gran bollito è una black comedy molto
inglese, teatrale, grottesca che narra le gesta di una donna meridionale
trasferita al Nord insieme al marito (Scaccia) che gestisce un botteghino del
lotto. La donna ha fatto una vita di stenti, ha perduto dodici figli - tra
aborti e morti in culla - ed è morbosamente legata a Michele (Marsina), unico
figlio superstite. Il marito rimane paralizzato, lei prende il suo posto al
botteghino e - da esperta di magia quale dice di essere - si crea un piccolo
gruppo di clienti - amiche. Terrorizzata dalla paura di perdere il solo figlio
che le è rimasto, decide di offrire tre vite umane alla morte con la quale
ritiene di aver stretto un patto. Lea uccide donne che ritiene inutili,
perché non possono avere figli e solo lei sa quanto siano importanti. La
strega spacca la testa alle tre amiche (Lionello, Von Sydow, Pozzetto), in
rapida sequenza, e le mette a bollire in un pentolone ricavandone sapone e
squisite torte al sangue composte di polvere ossea pestata in un
mortaio. Il film termina con la polizia che arresta la donna mentre sta per
uccidere con la scure la fidanzata del figlio (Antonelli)…
…Una storia bellissima e macabra, che parla di un
dolore antico e viscerale, quello della perdita di un figlio. La Winters è
bravissima, veramente nella parte, riesce ad avere la doppia personalità che il
personaggio necessita, e risulta una strega credibilissima. La cucina di Lea è
come un teatro degli orrori con tanto di sipario e quinte, che mostra il
sacrificio umano delle ignare e fiduciose amiche in modo davvero crudele.
Un cast di grande livello per questo film, che
non conoscevo, e con una punta di orgoglio faccio notare come la brava Shirley
Winters proprio in Italia ha trovato nel 1977 con “Un borghese piccolo piccolo”
e con “Gran bollito” forse le sue ultime grandi prove di attrice, dato che in
seguito ha fatto pellicole di poco rilievo, e che male sono riuscite a
valorizzare le grandi doti di questa attrice così talentuosa.
Pervaso da uno spirito indipendente capace di far coesistere
commedia e tragedia, il film di Bolognini entra di petto nei recessi della
solitudine, immobile di fronte alla disfatta dei corpi, s'immerge nei sedimenti
d’odio con un languido decadentismo che si riflette inevitabilmente dentro gli
sguardi, nei colori, tra gli arredi. Mostruosa la perfezione del cast, triste e
suadente il sonoro.
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