Maggie (Brit Marling) arriva dal futuro e ha fondato una setta per aiutare le persone ad affrontare il futuro.
due fidanzati (Peter e Lorna) si infiltrano nella setta per poter fare un documentario che smascheri i loro imbrogli.
Maggie affascina tutti, ha le parole giuste per tutti, li informa che dovrà sparire e dovranno cavarsela da soli.
poi il mistero esplode, sembra che qualcuno ricerchi Maggie per arrestarla, mentre Maggie cerca una bambina, alunna della scuola dove lavora Peter.
Peter e Lorna si guardano, forse Maggie ha sempre detto la verità, lei arriva dal futuro, forse.
ciascuno interpreti le cose, niente è come sembra, o tutto è come sembra, chissà.
piccolo grande film da non perdere.
buona (misteriosa) visione - Ismaele
chi vuole qualche spiegazione, ne trova, forse, qui
…"Sound of My Voice" è un esordio all'insegna
del genere che però non disdegna incursioni nel cinema d'autore, soprattutto
quando costruisce una tensione che esula dai clichè dell'azione e del colpo di
scena, ma deriva direttamente dal volto dei personaggi e dalla bravura del
regista di sapervi leggere umori e stati d'animo. Immerso in un atmosfera
sospesa e dilatata, concentrato in spazi chiusi e claustrofobici ed illuminato
da una luce plumbea quand'anche artificiale, il film di Batmanglji è anche la
conferma di un'attrice in ascesa, Brit Marling ("Another Earth", 2011
ma anche "Le regole del silienzio", 2013) che per il momento riesce a
sfruttare il mistero di un volto da gioconda "preraffaelita" per
costruire visioni di uno spaesamento su cui si riversano le paure di un paese
in cerca di nuove identità.
…L’interpretazione di Brit Marling, già pluripremiata
per Another Earth, fissa l’incanto nell’imperturbabile fermezza che
caratterizza le grandi guide spirituali. L’eloquio del suo personaggio, tanto
brillante e profondo quanto limpido e naturale, porge il racconto dell’impossibile
con quella grazie sofferta che è il nobile sedimento del dolore, e che non
permette al cuore di dubitare della sua autenticità. Anche la ragione di
noi, distaccati spettatori, per un attimo sarà portata a cadere nel tranello. E
in quel momento, permanendo nel nostro romantico errore, proveremo il piacere
di trovarci di fronte ad un film irrisolto, che sembrava un delicato psicothriller e poi è dolcemente naufragato nell’assurdità di un
sogno in cui è tanto bello credere. Tuttavia, anche se alla fine decideremo di
arrenderci alla triste evidenza, l’amarezza di Sound of My Voice ci apparirà comunque stemperata dalla
gentilezza di un animo – teneramente infido – capace di coltivare l’inganno con
il gusto raffinato di chi ama dispensare magnifiche illusioni.
Noi spettatori alla fine siamo persone semplici. Non abbiamo
bisogno di insistiti colpi di scena, trovate raccapriccianti ed epifanie dell’ultima
ora, ci basta una buona manciata di intelligenza, qualche bel dialogo ben
scritto e un incedere elegante, aiutato da una regia degna di questo nome.
Insomma abbiamo bisogno di un film che non vada ad intaccare la nostra
autostima, telefonando fin troppo ed arrivando a giustificare qualsiasi bivio
narrativo. Sound of my voice si classifica ai primissimi posti tra le pellicole
più intelligenti dell’anno, entrando lentamente ed inesorabilmente nella mente
dello spettatore, arrivando a restituire uno spettacolo stimolante, mai banale,
ricchissimo di domande e finalmente avaro di risposte. La storia della coppia
che si avvicina ad una setta di pochi eletti, riuniti nell’adorazione di una
ragazza che dice di venire dal 2054, per smascherarne le menzogne, è di per se
un’idea estremamente intrigante, sviluppata da una sceneggiatura, caso più
unico che raro, più intelligente che furba, capace di istillare nella mente
dello spettatore il tarlo del dubbio e del forse perfino sospetto di non aver
capito nulla. Sempre più spesso il cinema cede alla tentazione di spiegare
tutto, togliendo così a noi spettatori l’etica del dibattito e la dignità
dell’ignoranza. Fin troppo traditi dalle scorciatoie narrative orchestrate da
sceneggiature esili, frutto della mente di sceneggiatori deboli, noi spettatori
senzienti ci siamo abituati ad inserire il pilota automatico, condannando noi
stessi a subire il film. Sound of my voice ci restituisce la vista e il gusto,
riconsegnandoci un cinema più libero e più affascinante, anarchica reliquia di
una gioia espressiva, fatta di dubbi, domande e lacrime. Vero punto di non
ritorno verso un altro cinema più che possibile, un cinema che forse viene da
molto lontano, dal 2054.
…En la película se aborda
el tema de las sectas o grupos religiosos, en este caso formado con una joven
que dice venir del futuro. Una líder misteriosa pero a la vez carismática que
ha formado un grupo importante de fieles. Es interesante la evolución de la
pareja infiltrada, quien al inicio están convencido de que destaparán una
farsa, y como poco a poco en uno de ellos surge la duda, la confusión por su
misión y entre ellos mismos. Toda esa intriga, el director logra trasladarla al
espectador, quien también deambula entre los distintos terrenos de veracidad.
Hay algunas críticas visibles y camufladas en los diálogos, a la psicología y
las mismas organizaciones y sectas, entre otros. Cuando al final, estamos casi
seguro de tener cierta certeza sobre el asunto, la historia toma un rumbo que
pone de cabeza todo lo se venía hilvanando y concluyendo. Aunque algunas
personas critiquen el final, a mi me ha gustado. Pero finalmente, todo el filme
se mantiene por las excelentes actuaciones del reparto, principalmente de la
pareja de infiltrados, Christopher Denham y Nicole Vicius, que realmente
destacan y viven sus personajes; sin olvidar a la líder de la secta, Maggie,
interpretada por la estupenda Brit Marling, quien siempre brilla en
pantalla.
En síntesis, un trabajo muy bueno con un tema muy interesante, con muy buen
ritmo, dosificación y sorpresas, acompañadas de muy buenas interpretaciones.
…Una cinta que habla del cambio, la duda y
el antagonismo; del grupo espiritual, consolador hasta la delirio, y el del
frenesí tradicional de la clase media, con sus ambiciones laborales y sus
angustias materialistas. Una introversión en el devenir temporal. Un futuro que
ya está escrito, un pasado mal borrado y un presenta sujeto al cambio. Un
sermón en boca de una maravillosa Brit Marling, que de entre sus múltiples y
polifacéticas tareas, destaca sobre cualquier otra la de actriz. Está
hipnótica, sublime, persuasiva y su tono y color de voz tirarían abajo
cualquier tentativa de esgrimir un argumento racional. Transmite paz,
esperanza, sabiduría panfletaria. Incluso llega a dar miedo. Un registro
interpretativo que toca los extremos sin aspavientos ni exageraciones. Lo mejor
de una película a la que le haría falta media hora más para hacerse grande,
abandonar ese tufillo a teleserie y no parecerse tanto a un buen capítulo de Fringe. Quizá con más imperfecciones y errores de los que parecen,
para creer en ella se necesita un salto de fe que cualquiera estaría dispuesto
a dar si viene del 2054 una profeta como Brit Marling.
…What's even more impressive is the fact that Marling
co-wrote the screenplay (with director Zal Batmanglij), and created this
character for herself. Not only is Maggie not a typical "pretty
girl" -- she's a grown-up with mystery and depth -- but she also has
powerful, showy moments that many actors wait years for a chance at. But
then, when it comes down to it, Marling actually has the raw skill and charisma
to play the role, and to turn in one of the great performances so far this
year.
Additionally, other characters talk
about her, heightening her allure. After Peter's opening up, Lorna talks
about Maggie as if she has superpowers; she's not only pretty, but she reaches
Peter in ways that Lorna cannot.
Aside from this great character,
Marling and Batmanglij have also whipped up a tantalizing mystery story, broken
up into ten "chapters" and sometimes launching into a puzzling scene
that is, for the moment, totally unconnected. Almost like a "B"
movie, Sound of My Voice embraces its grayish, washed-out,
low-budget video look. Batmanglij paces the movie quickly, paying it off
with a nifty zinger, and closing up shop before anyone has a chance to catch
his or her breath…
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