due persone che si amano da molti anni fanno in viaggio, per rivedere i luoghi e le persone conosciute da quando si sono innamorati, senza sapere che è l’ultimo viaggio, una delle due persone non lo sa ancora.
buona visione - Ismaele
…Supernova è una delicata e malinconica poesia, un racconto di vita che attraversa terre fisiche e umane in modo da capire bene l’intimità alla base del
rapporto dei protagonisti ma senza rompere quell’alchimia. Macqueen sceglie la via della grazia e della semplicità, non corre mai per narrare questa storia, resta sempre un
passo indietro lasciando a Tusker e a Sam la dignità dei sentimenti. Tutto ciò
si costruisce sugli schemi e con l’impostazione del road movie; uno dei punti
forti della storia è la tensione struggente che si legge nei piccoli gesti,
negli sguardi disperati, nei silenzi assordanti dei due, di chi non è pronto a
lasciare andare e di chi vuole ancora avere il controllo sulla propria vita. Supernova è un film solido, commuovente e recitato magnificamente, non si ha mai la sensazione, la supponenza di poter
giudicare, esprimere un giudizio, non si invade il cerchio d’amore, di stima
che lega i due, ci si tiene a distanza pur partecipi.
…A
dare spessore alla pellicola contribuiscono una bella fotografia, che – pur
senza particolari guizzi – ci immerge a pieno nella calma della campagna
inglese e nel calore intimo degli ambienti familiari, e la prova attoriale dei due protagonisti. Firth e Tucci disegnano
alla perfezione la complicità e la tenerezza di un amore di lunga data, ma è in
particolare Tucci che colpisce per la sua interpretazione di una fierezza dolorosa e commovente.
In Supernova non
ci sono pillole, ospedali o medici, non c’è pietismo o commiserazione, e il
racconto della malattia diventa quasi un pretesto per portarci dentro alle
dinamiche più vere e dure della vita e dell’amore. La pellicola è a tutti gli
effetti un road movie che percorre un breve tratto della vita di una
coppia qualsiasi. Un tratto così breve che il film a un certo punto viene quasi
troncato, accompagnandoci ai titoli di coda con le ultime note di un piano, e
lasciandoci – volutamente – un senso di vuoto
e incompiutezza.
…Grossomodo ogni dialogo inizia con la constatazione dello
stato di salute di Tusker/Tucci, che sta peggio di ieri e meglio di domani. Il
giorno dopo, con le variazioni del caso, si replica il medesimo canovaccio. A
un certo punto, inevitabilmente si parla anche della “morte dignitosa”, ma
nemmeno questo rappresenta in fondo il vero climax drammatico di Supernova. L’autore non vuole d’altronde climax né lacrime e così
finisce per confondere l’equilibrio emotivo del film con una sostanziale
piattezza. Non resta che ammirare i due attori, ma allo stesso tempo si prova
l’insopprimibile desiderio di ascoltarli pronunciare altro, magari un testo di
Pinter o un qualsiasi brano di Thomas Bernhard. Tucci e Firth recitano come se
lo stessero facendo, ma sfortunatamente non è cosi.
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