Barni (Natalino Balasso) è un maestro che insegna ai discepoli le profondità dell'arte comica, il non cedere ai gusti del pubblico, il provare a elevarlo, evitando le strade facili e già tracciate.
il suo discepolo più problematico, ma coraggioso, è Giulio (già visto, bravissimo, in Tutto il mio folle amore, sempre di Salvatores), uno che stupisce il pubblico, senza mai farlo ridere, che per un comico sembra un fallimento.
si tratta di una gara di fronte a un pubblico vero, i più amati dal pubblico e sopratutto dall'esaminatore, un De Sica in forma, vinceranno un ingaggio.
è sempre la solita lotta fra coraggio e conformismo.
è vero, il film è troppo teatrale, probabilmente.
ma guardatelo, nei cinema estivi vuoti, e la musica di Tom Waits è senza prezzo - Ismaele
…Il
comico, secondo Barni, è "uno che osa" e va a stanare le paure e i
pregiudizi del pubblico, senza sfruttarli né "lasciarli lì", e sempre
cercando di cambiare la situazione, perché "i migliori illuminano".
Per Celli invece la comicità è soprattutto intrattenimento ed evasione, non
cerca di essere profonda o filosofica, ma semplice e accessibile. Che a
intrepretare Celli sia Christian De Sica, che colora i suoi monologhi tanto di
precisione comica quanto di malinconia esistenziale, diventa metacinema, e pone
l'accento sull'altro tema del film: il valore delle scelte e il rispetto della
propria vocazione. Barni è invece interpretato con grande spessore da Natalino
Balasso, anche qui in un cortocircuito metacinematografico dovuto alla sua
immagine pubblica di cabarettista più che di attore drammatico...
…Piove a Milano, si sente la
voce roca e malinconica di Tom Waits e l’atmosfera è cupa: non è
di sicuro l’incipit ideale per un film comico, e infatti Comedians non
lo è, perché l’ultima fatica di Gabriele Salvatores è un
film sulla comicità. Una comicità spiegata, sezionata e vista da due
punti opposti: quella del maestro Barni per il quale una battuta deve “illuminare
lo spettatore” e deve essere libera da paure, pregiudizi e volgarità,
e quella del cinico Bernardo Celli per il quale i comici non devono essere dei
filosofi, né tantomeno profondi, perché il pubblico cerca la leggerezza e
perché “due risate sono meglio di una”. Divisi tra
queste due teorie i sei aspiranti comici arrancano, appaiono da subito come dei
“clown tristi”, arrabbiati, frustrati e non hanno la forza catartica che spesso
la comicità nasconde dietro battute e situazioni esilaranti. Nemmeno
il personaggio dell’outsider, Giulio Zappa, le quali esibizioni si avvicinano
più al Teatro dell’assurdo, riesce a scuotere e a raccontare onestamente il
presente come il film, almeno sulla carta, tenta di fare…
…il valore di un’opera che seppur verbosa
per certi aspetti, ha il merito di far diventare cinema un trattato sull’arte
del comico. Un film sull’arte del buffo in cui si riderà ben poco, e dove a
farla da padrone è il lato più oscuro, clownesco e malinconico della comicità.
Il resto lo fanno le interpretazioni di un cast capace di restituire la parte
più dolente di un’umanità piccola piccola, una scalmanata combriccola di
“uomini ridicoli”.
…Comedians è
un film complesso, che nella sua esecuzione rimane
sospeso in una sorta di limbo e non riesce davvero a spiccare il
volo. Siamo fermamente convinti che se Salvatores avesse portato questo
cast a teatro, invece che al cinema, questa incarnazione della pièce avrebbe
fatto parlare a lungo di sé. Dobbiamo però rendere conto della bravura
degli interpreti coinvolti in questo progetto, che regalano
grandi performance, in particolare Balasso e De Sica.
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