martedì 29 giugno 2021

Una sull'altra - Lucio Fulci

grande musica di Riz Ortolani, per un film sorprendente, erotismo, giallo, autopsia della pena di morte, attori che fanno bene la loro parte, anche il doppio, e un Lucio Fulci che dirige un grande concerto, con tante anime, sempre in movimento.

una sorpresa, un film che non delude, promesso - Ismaele


 

 


E’ da ricordare anche la presenza nel film di Riccardo Cucciolla, apprezzato attore italiano maggiormente ricordato per aver interpretato Nicola Sacco in Sacco e Vanzetti di Giuliano Montaldo, attivo inoltre anche nel doppiaggio (sua la voce di John Cazale nei primi due film de Il padrino nei panni di Fredo Corleone e di Bruno Ganz ne Il cielo sopra Berlino), che con il suo breve ma incisivo ruolo dona al comparto recitativo del film un prezioso contributo.

Le musiche sono composte dal Maestro Riz Ortolani in vena di jazz.

Il quale svolge un lavoro egregio in grado di spaziare dallo scanzonato nelle scene di transizione, al malizioso nelle scene di sesso, al macabro nelle scene ambientate nella camera a gas, fino a richiamare in alcuni momenti delle musicalità tipicamente morriconiane.

Un film dalla fattura visibilmente grezza, a causa delle ristrettezze economiche che funestarono le produzioni di Fulci attraverso tutta la sua carriera, ma che non gli impedirono mai di girare con caparbietà film il cui valore artistico negli anni a seguire sarebbe stato riconosciuto in tutta la sua grandezza. Il suo giallo d’esordio non fa eccezione: trattasi di un’opera rivoluzionaria sotto molteplici aspetti, invecchiata benissimo e in grado di offrire una massiccia dose di suspense anche allo spettatore odierno. Come già accennato, non è disponibile in tutte le videoteche ed entrarne in possesso richiede uno sforzo leggermente maggiore, ma se siete fan di Fulci questo è un titolo che non può assolutamente mancare alla vostra collezione.

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Una sull’altra” è infatti molto più che un giallo piuttosto spinto: è un film studiatissimo e sui generis, con un’incredibile rivelazione al suo interno ed almeno un paio di azzardi a livello di messa in scena. C’è addirittura qualche richiamo all’horror, con il gusto della narrazione macabra firmata Fulci, oltre ad un’ulteriore idea geniale – ed inaspettata – nel finale: quest’ultima riesce a catturare lo spettatore, tenendolo inchiodato alla poltrona durante tutti gli interminabili minuti conclusivi. Un film che lascerà spiazzati in positivo i fan del regista, uno di quelli che ne esalta forse maggiormente lo spirito “terroristico” di genere. Guardare per credere.

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…L’introduzione di un elemento macabro e inquietante come la sedia elettrica (senza nulla togliere al finale del film!) per Fulci rappresentava il suo modo di criticare il sistema capitalistico americano, quella stessa patria delle libertà individuali che condannò a morte i coniugi Rosenberg solo perché accusati di essere comunisti. E anche con la prima inquadratura dall’alto, remota, sullo sfondo dei titoli di testa, Fulci si fa beffe dell’America e del suo mito incrollabile.

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Lucio Fulci, dopo aver realizzato numerose commedie, con “Una sull’altra” firma il suo primo thriller al quale seguiranno, come sua massima espressione, le personalissime pellicole gore che lo hanno reso un’icona tra gli appassionati di genere.

Regista virtuoso delle inquadrature, colma la pellicola con primi piani sugli occhi, a lui tanto cari, con qualche campo lungo,  con sequenze dall’alto (vedi panoramiche città), dal basso ponendosi sotto le lenzuola generando un effetto a luci rosse od anche al di sotto della rampa delle scale, dall’interno (armadietto dei medicinali, cassetta di sicurezza).

Due le scene cult del film: lo spogliarello hot a bordo di una Custom dell’attrice Marisa Mell nelle “vesti” di Monica Weston, e gli ammiccamenti e le carezze dal carattere lesbo tra la stessa attrice e la Martinelli, momento per il quale la pellicola subì la censura…

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Fulci, in una delle sue poche concessioni al giallo, e pur non lesinando sui morti a lui tanto cari (le scene all'obitorio), trova una fantastica soluzione visiva negli split screen che accompagnano qua e là il prosieguo della pellicola; è solo uno dei tanti leitmotiv ricorrenti (prettamente visivi). L'altro, il più evidente, è quello degli specchi e dei riflessi rubati, a testimoniare una ricerca espressiva che possa supportare una vicenda ingarbugliata e interamente basata sulla questione dell'identità, dell'essere, del fingere. Grande colonna sonora di Riz Ortolani, tra le altre cose, ma soprattutto non si può che sottolineare nuovamente la compiutezza della trama, compatta, coerente, inflessibile, infallibile; unica concessione al giallo vero, al disastroso giallo vero (e lo dico con il massimo rispetto possibile), il finalone, compiaciuto, compiacente, e incredibilmente complicato, al limite dell'impossibile.

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Cette profusion d'effets tend cependant à trop surcharger le film et la mise en scène, continuellement convoquée pour créer du surplus de sens, échoue à engendrer de véritables climax. Mais l'ensemble demeure toutefois de très bonne tenue, Fulci s'avérant inventif et précis malgré le trop-plein. L'interprétation est également un atout. Elsa Martinelli et Marisa Mell sont toutes deux inquiétantes à souhait, la première jouant sur un côté feutré tandis que la seconde se fait sulfureuse. Deux interprétations qui se complètent parfaitement et qui ceinturent un Jean Sorel opaque comme il faut, son manque d'expressivité servant parfaitement son rôle de bourgeois vaniteux et vide, prisonnier des conventions. Les rôles secondaires sont soignés et l'on est particulièrement heureux de retrouver l'habitué du film noir John Ireland. Il faut également souligner la qualité de la composition très Hollywood Classic de Riz Ortolani, une partition qui se fait plus jazz et psychédélique lorsque le film nous conduit dans l'underground, la musique nous faisant passer des vues d'un San Francisco de carte postale aux peep-show et au monde de la nuit. Sans être un chef-d'oeuvre du genre, ce Perversion Story dégage un charme indéniable et le soin qu'apporte Fulci à sa mise en scène annonce ses grandes réussites à venir.

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