grande musica di Riz Ortolani, per un film sorprendente, erotismo, giallo, autopsia della pena di morte, attori che fanno bene la loro parte, anche il doppio, e un Lucio Fulci che dirige un grande concerto, con tante anime, sempre in movimento.
una sorpresa, un film che non delude, promesso - Ismaele
E’ da ricordare anche
la presenza nel film di Riccardo Cucciolla, apprezzato attore italiano maggiormente ricordato per aver
interpretato Nicola Sacco in Sacco e Vanzetti di Giuliano Montaldo, attivo inoltre anche nel doppiaggio (sua la voce
di John
Cazale nei primi due film de Il padrino nei panni di Fredo Corleone e di Bruno Ganz ne Il cielo sopra Berlino), che con il suo breve ma incisivo ruolo dona al comparto
recitativo del film un prezioso contributo.
Le musiche sono composte dal Maestro Riz Ortolani in vena di jazz.
Il quale svolge un lavoro egregio
in grado di spaziare dallo scanzonato nelle scene di transizione, al malizioso
nelle scene di sesso, al macabro nelle scene ambientate nella camera a gas, fino a richiamare in alcuni momenti delle
musicalità tipicamente morriconiane.
Un film dalla fattura
visibilmente grezza, a causa delle
ristrettezze economiche che funestarono le produzioni di Fulci attraverso tutta
la sua carriera, ma che non gli impedirono mai di girare con
caparbietà film il cui valore artistico negli anni a seguire sarebbe stato
riconosciuto in tutta la sua grandezza. Il suo giallo d’esordio non fa
eccezione: trattasi di un’opera
rivoluzionaria sotto molteplici aspetti, invecchiata benissimo e in grado di
offrire una massiccia dose di suspense anche allo spettatore odierno.
Come già accennato, non è disponibile in tutte le videoteche ed entrarne in
possesso richiede uno sforzo leggermente maggiore, ma se siete fan di Fulci
questo è un titolo che non può assolutamente mancare alla vostra collezione.
… “Una sull’altra” è infatti molto più che un giallo piuttosto
spinto: è un film studiatissimo e sui generis, con un’incredibile rivelazione al suo interno ed
almeno un paio di azzardi a livello di messa in scena. C’è addirittura qualche
richiamo all’horror, con il gusto della narrazione macabra firmata Fulci, oltre
ad un’ulteriore idea geniale – ed inaspettata – nel finale: quest’ultima riesce
a catturare lo spettatore, tenendolo inchiodato alla poltrona durante tutti gli
interminabili minuti conclusivi. Un film che lascerà spiazzati in positivo i fan del regista, uno di quelli che ne esalta forse
maggiormente lo spirito “terroristico” di genere. Guardare per credere.
…L’introduzione di un elemento macabro e inquietante come la
sedia elettrica (senza nulla togliere al finale del film!) per Fulci
rappresentava il suo modo di criticare il sistema capitalistico americano,
quella stessa patria delle libertà individuali che condannò a morte i coniugi
Rosenberg solo perché accusati di essere comunisti. E anche con la prima
inquadratura dall’alto, remota, sullo sfondo dei titoli di testa, Fulci si fa
beffe dell’America e del suo mito incrollabile.
…Lucio Fulci, dopo aver realizzato numerose
commedie, con “Una sull’altra” firma il suo primo thriller al quale seguiranno,
come sua massima espressione, le personalissime pellicole gore che lo hanno
reso un’icona tra gli appassionati di genere.
Regista virtuoso delle inquadrature, colma
la pellicola con primi piani sugli occhi, a lui tanto cari, con qualche campo
lungo, con sequenze dall’alto (vedi panoramiche città), dal basso
ponendosi sotto le lenzuola generando un effetto a luci rosse od anche al di sotto
della rampa delle scale, dall’interno (armadietto dei medicinali, cassetta di
sicurezza).
Due le scene cult del film: lo
spogliarello hot a bordo di una Custom dell’attrice Marisa Mell nelle “vesti”
di Monica Weston, e gli ammiccamenti e le carezze dal carattere lesbo tra la
stessa attrice e la Martinelli, momento per il quale la pellicola subì la
censura…
…Fulci, in una delle sue poche
concessioni al giallo, e pur non lesinando sui morti a lui tanto cari (le scene
all'obitorio), trova una fantastica soluzione visiva negli split screen che
accompagnano qua e là il prosieguo della pellicola; è solo uno dei tanti
leitmotiv ricorrenti (prettamente visivi). L'altro, il più evidente, è quello
degli specchi e dei riflessi rubati, a testimoniare una ricerca espressiva che
possa supportare una vicenda ingarbugliata e interamente basata sulla questione
dell'identità, dell'essere, del fingere. Grande colonna sonora di Riz Ortolani,
tra le altre cose, ma soprattutto non si può che sottolineare nuovamente la
compiutezza della trama, compatta, coerente, inflessibile, infallibile; unica
concessione al giallo vero, al disastroso giallo vero (e lo dico con il massimo
rispetto possibile), il finalone, compiaciuto, compiacente, e incredibilmente
complicato, al limite dell'impossibile.
…Cette profusion d'effets tend
cependant à trop surcharger le film et la mise en scène, continuellement
convoquée pour créer du surplus de sens, échoue à engendrer de véritables
climax. Mais l'ensemble demeure toutefois de très bonne tenue, Fulci s'avérant
inventif et précis malgré le trop-plein. L'interprétation est également un
atout. Elsa Martinelli et Marisa Mell sont toutes deux inquiétantes à souhait,
la première jouant sur un côté feutré tandis que la seconde se fait sulfureuse.
Deux interprétations qui se complètent parfaitement et qui ceinturent un Jean
Sorel opaque comme il faut, son manque d'expressivité servant parfaitement son
rôle de bourgeois vaniteux et vide, prisonnier des conventions. Les rôles
secondaires sont soignés et l'on est particulièrement heureux de retrouver
l'habitué du film noir John Ireland. Il faut également souligner la qualité de
la composition très Hollywood Classic de Riz Ortolani, une partition qui se fait plus jazz et
psychédélique lorsque le film nous conduit dans l'underground, la musique nous
faisant passer des vues d'un San Francisco de carte postale aux peep-show et au
monde de la nuit. Sans être un chef-d'oeuvre du genre, ce Perversion Story dégage un charme indéniable et le soin
qu'apporte Fulci à sa mise en scène annonce ses grandes réussites à venir.
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