venerdì 12 marzo 2021

Z for Zachariah (Sopravissuti) - Craig Zobel

il mondo è un posto inospitale, tranne che in una valla baciata da un microclima fortunato.

ci sono solo tra attori e un cane, e per forza di cose devono coesistere, anche se non è sempre facile.

ritmo lento, ma d'altronde non c'è fretta, fuori dalla valle c'è il pericolo, all'interno si sta davvero bene, una specie di paradiso.

forse in un film di sopravissuti qualche tensione in più ci potrebbe stare, ma va bene così, grazie a dei bravi attori che non fanno annoiare.

buona visione (ma il primo film di Zobel ancora resta insuperato) - Ismaele




 

Per questa pellicola un po’ dappertutto, a partire dalla locandina, si parla di thriller. A meno che la parola non abbia cambiato significato negli ultimi tre anni, Z for Zacariah è la cosa più lontana dal thriller a cui riesca a pensare. Z for Zacariah è un dramma, con chiari richiami biblici e, sì, anche un po’ sentimentale.

Nonostante la magnifica ambientazione, è fondamentalmente una pellicola di primi e primissimi piani, di dialoghi ben scritti e di delicati equilibri nei rapporti tra i protagonisti…

da qui

 

…Religione, razza e sentimenti antichi come il mondo si intrecciano, talvolta Z for Zachariah dà l’impressione di inciampare sugli innumerevoli fili sparsi da se stesso, ma Zobel riesce a gestirli, a dare importanza ora a uno ora all’altro. Lo sfondo colorato dai mille delicati fronzoli narrativi è uno splendido affresco su cui poggia la principale tematica religiosa, rappresentata a mo’ di Otello scespiriano, col Moro e il mostro Calibano a giocare a tempi alterni nel ruolo di Iago.

Può apparire come un film spento, scarno e mai sensazioni furono più sbagliate. Il tempo di riflettere sugli eventi di Z for Zachariah più ci si rende conto di quanto la sceneggiatura di Nissar Modi, sul libro di Robert C. O’Brien, sia andata a scavare in profondità senza rinunciare a nulla. L’ultimo Zobel, produttore inspiegabilmente legato al sopravvalutato David Gordon Green, è un post-apocalittico degno d’esser menzionato in future discussioni sul genere tanto quanto The Road.

da qui

 

Il Cinema di Tarkvoskij è ben più che un'ispirazione per Craig Zobel: peccato che il regista americano abbia ancora molta strada da fare per anche solo avvicinarsi al grande maestro russo. Z for Zachariah non è un pessimo film e alcuni passaggi posseggono la giusta dose di lirismo, ma le convincenti e credibili prove del trio di protagonisti non sono sempre supportate da una sceneggiatura (tratta dall'omonimo romanzo) precisa. E così l'impeto drammatico esplode solo a tratti in questo ritratto dell'animo umano ai tempi di una moderna Apocalisse.

da qui

 

Il cast è un trio, forse rappresentante degli ultimi rimasugli dell’umanità,mettendo su ognuno dei tre attori il peso dell’intera pellicola,a dividersi il compito troviamo Margot Robbie ( Focus) ,Chiwetel Ejiofor (12 anni schiavo) e Chris Pine (Star Trek),il risultato è ottimo,sguardi e movimenti che aggiungono profondità e parole alla situazione,se Z for Zachariah è un buon film è soprattutto merito loro,altrimenti il rischio di trovarsi a vedere una storia romantica con sfondo sci-fi era dietro l’angolo.
Se vi piacciono i film particolarmente lenti e non pensate che l’azione sia l’unica via per ottenere la tensione in una pellicola, questo film vi sorprenderà.

da qui

 

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