il mondo è un posto inospitale, tranne che in una valla baciata da un microclima fortunato.
ci sono solo tra attori e un cane, e per forza di cose devono coesistere, anche se non è sempre facile.
ritmo lento, ma d'altronde non c'è fretta, fuori dalla valle c'è il pericolo, all'interno si sta davvero bene, una specie di paradiso.
forse in un film di sopravissuti qualche tensione in più ci potrebbe stare, ma va bene così, grazie a dei bravi attori che non fanno annoiare.
buona visione (ma il primo film di Zobel ancora resta insuperato) - Ismaele
… Per
questa pellicola un po’ dappertutto, a partire dalla locandina, si parla
di thriller. A meno che la parola non abbia cambiato significato negli ultimi
tre anni, Z for Zacariah è la cosa più lontana dal thriller a cui riesca a
pensare. Z for Zacariah è un dramma, con chiari richiami
biblici e, sì, anche un po’ sentimentale.
Nonostante la magnifica ambientazione, è
fondamentalmente una pellicola di primi e primissimi piani, di dialoghi ben
scritti e di delicati equilibri nei rapporti tra i protagonisti…
…Religione, razza e sentimenti
antichi come il mondo si intrecciano, talvolta Z
for Zachariah dà l’impressione di
inciampare sugli innumerevoli fili sparsi da se stesso, ma Zobel
riesce a gestirli, a dare importanza ora a uno ora all’altro. Lo sfondo
colorato dai mille delicati fronzoli narrativi è uno splendido affresco su cui
poggia la principale tematica religiosa, rappresentata a mo’ di Otello scespiriano, col Moro e il mostro Calibano a giocare a tempi alterni
nel ruolo di Iago.
Può apparire come un
film spento, scarno e mai sensazioni furono più sbagliate. Il tempo di
riflettere sugli eventi di Z for Zachariah più
ci si rende conto di quanto la sceneggiatura di Nissar
Modi, sul libro di Robert C.
O’Brien, sia andata a scavare in profondità senza rinunciare a nulla.
L’ultimo Zobel, produttore inspiegabilmente legato al sopravvalutato David
Gordon Green, è un post-apocalittico degno d’esser menzionato in future
discussioni sul genere tanto quanto The
Road.
Il Cinema di Tarkvoskij è ben più che un'ispirazione per Craig Zobel: peccato che il regista americano abbia ancora molta strada da fare per anche solo avvicinarsi al grande maestro russo. Z for Zachariah non è un pessimo film e alcuni passaggi posseggono la giusta dose di lirismo, ma le convincenti e credibili prove del trio di protagonisti non sono sempre supportate da una sceneggiatura (tratta dall'omonimo romanzo) precisa. E così l'impeto drammatico esplode solo a tratti in questo ritratto dell'animo umano ai tempi di una moderna Apocalisse.
…Il cast è un trio, forse
rappresentante degli ultimi rimasugli dell’umanità,mettendo su ognuno dei tre
attori il peso dell’intera pellicola,a dividersi il compito troviamo Margot
Robbie ( Focus) ,Chiwetel Ejiofor (12 anni schiavo) e Chris Pine (Star Trek),il
risultato è ottimo,sguardi e movimenti che aggiungono profondità e parole alla
situazione,se Z for Zachariah è un buon film è soprattutto merito
loro,altrimenti il rischio di trovarsi a vedere una storia romantica con sfondo
sci-fi era dietro l’angolo.
Se vi piacciono i film particolarmente lenti e non
pensate che l’azione sia l’unica via per ottenere la tensione in una pellicola,
questo film vi sorprenderà.
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