domenica 21 marzo 2021

La tigre bianca - Ramin Bahrani

è da molto che seguo Ramin Bahrani, e diventa sempre più bravo.

è il quinto suo film che vedo e sono d'accordo con Roger Ebert, che qui scriveva: "Bahrani is the new great American director".

con La tigre bianca riesce ad arrivare al grande pubblico, via Netflix, e tutti potranno apprezzare questo film.

per chi ancora non lo sa, è tratto da un bel romanzo indiano ed è un film che ricorda sia The Millionaire, sia Parasite, ha molti elementi dell'uno e dell'altro, entrambi film memorabili.

come in Parasite la dialettica servo-padrone è in primo piano, è l'asse portante del film.

tutti gli attori sono bravissimi, ma Adarsh Gourav, il protagonista, più di tutti.

buona, imperdibile, visione - Ismaele



 

 

Hoy me van a tolerar no hacer referencias cinéfilas, solo dos palabras, para entrar en un grupo más amplio de la colmena.

Balram (Adarsh Gourav), si digo magnífico me quedo corto, aunque sola sea por esa progresiva perdida de la inocencia, de la que casi el espectador no se da cuenta hasta que la tiene delante de sus ojos, en vidrio ensangrentado.

Pinky (Priyanka Chopra), cuanto con tan poco, magnifica en sus cortas intervenciones, revelándose contra un mundo que la abraza pero al que odia, ella ya perdió la inocencia, por eso se lo intenta hacer comprender a Balram.

El resto de la colmena es amplio.

El rico marido de Pinky, con menos personalidad que los Teletubbies y dispuesto a entrar en el juego de sus asesinos padre y hermano mayor.

La abuela de Balram, una víbora sin sentimientos que arrastra con ella a toda su familia.

La clase política corrupta y asquerosa, encarnada en el ejemplo de La gran socialista.

El gremio de chóferes, que viven en un aparcamiento subterráneo en la más absoluta de las miserias y encima se consideran con un cierto status social.

Y la miseria, maldita miseria que domina la cinta de principio a fin.

El Tigre blanco (The White Tiger) es solo una metáfora, que comprenderán ustedes perfectamente cuando visionen la cinta.

El director (Ramin Bahrani), director de cine y guionista estadounidense. Con varios éxitos y premios en el cine independiente.

Un café en cualquier esquina (2006), Chop Shop (2007), Goodbye Solo (2008) o las más reciente 99 Homes (2015).

Excelente en la dirección de actores, sobre todo en los dos indicados, le da a Tigre blanco (The White Tiger) un tono de tragicomedia y de amargor que casi se convierten en obsesión en toda la película.

Muy bien filmada y con mucho aporte emocional por su parte, aunque a veces nos podamos perder un poco entre el drama y la sátira, que tampoco es malo hacer que pensemos un poco.

Ramin no respeta a nada ni a nadie, toca todos los palos y por supuesto la cultura Occidental también tiene su dosis.

Consigue desde el primer segundo que su protagonista, su héroe, atrape y mantenga la empatía del espectador, cosa harto difícil en un largo sendero rodeado de todo tipo de giros y manipulaciones…

da qui

 

È caratterizzato da un montaggio rapido ed efficace – dal taglio decisamente hollywoodiano – questo La tigre bianca, da un ritmo narrativo vivace che non fa pesare i 125 minuti di durata, e da una scrittura attenta, che si concentra intelligentemente sulla figura del protagonista e ne descrive puntualmente l’evoluzione/trasformazione – aiutata dalla notevole prova attoriale di Adarsh Gourav. Il senso del titolo, spiegato in apertura, viene ribadito dall’ascesa sociale del protagonista con le sue caratteristiche di unicità, a trasmettere il senso di una positività (e di un paradossale ottimismo) che informa di sé tutto il racconto, compreso il finale meta-cinematografico. Il tutto si traduce in un lavoro accattivante per l’occhio e tematicamente di spessore, a cui si potrà forse contestare il carattere a volte esplicito e spesso sopra le righe del messaggio, ma di cui non si possono negare la lucidità e la buona tenuta spettacolare.

da qui


2 commenti:

  1. Piaciuto molto anche a me, perché all'interessante storia narrata aggiunge uno sguardo lucido sull'ambiente sociale ed economico e una gradita assenza di moralismo.

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    1. come un saggio di economia politica in forma di film.
      in una guerra senza esclusione di colpi non ci sono colpi proibiti, il moralismo sarebbe stato fuori luogo (meno male)

      buone visioni:)

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