venerdì 19 marzo 2021

Salesman – fratelli Maysles, Charlotte Zwerin

un film sulle aspettative, strategie, gioie, delusioni, caratteri, relazioni di un gruppo di venditori porta a porta.

la cosa più inquietante, senza giudizi di valore, da parte dei registi, è che si bussa nelle case per vendere la bibbia, in contanti, in contrassegno o a rate.

gran film - Ismaele

ps: mi ha ricordato, molto mutatis mutandis, American honey , di Andrea Arnold.

 


QUI il film completo, in inglese

 

 

 

Il documentario segue le vicende di quattro venditori di Bibbie nella loro routine lavorativa, che si svolge tra Boston e Miami. Ognuno di essi è personaggio, con carattere, nome e tecniche di vendita differenti. C’è Charles McDevitt, “l’imbroglione” (“The Gipper”), spietato e senza emozioni, i cui modi sono “molto efficaci” perché “sa approfittare di ogni circostanza per ottenere vantaggi”; James Baker, “il coniglio” (“The Rabbit”), giovane, ma “molto impulsivo”, vende, fa buoni guadagni, ma è privo di tatto; Raymond Martos, “il toro” (“The Bull”), che si distingue per forza e determinazione. Infine, abbiamo Paul Brennan, “il tasso” (The Badger”), di fiera discendenza irlandese, costretto in un lavoro che disprezza, soltanto per mantenere una moglie lontana e un figlio malato. La sua è una situazione segnata dall’instabilità economica e dal sacrificio di trovarsi molto spesso lontano dalla propria famiglia. Non ha seguito lo stereotipo irlandese che lo avrebbe visto nel corpo di polizia o all’ufficio postale, benché la madre lo avesse sempre sollecitato a “unirsi all’arma e guadagnarsi una pensione (4)”. Egli è anche, tra i quattro, il meno di successo e il più pessimista.
Paul domina il film in qualità di protagonista. Il lungometraggio si apre e si chiude sulla sua espressione disillusa, assorta. Lo vediamo in entrambi i casi sconfitto e abbattuto dalla ripetitività del lavoro e dal ritmo fluttuante degli affari. Capita che altri, oltre al “tasso”, non riescano a concludere un ordine, ma altre vendite consentono di coprire i possibili fallimenti. Paul, invece, non conclude nemmeno un affare di successo: ottiene solo prenotazioni. E’ questo che lo differenzia dagli altri: la sua sentita inadeguatezza non gli permette il pelo sullo stomaco che hanno gli altri nella persuasione e nella vendita di Bibbie. I complessi di inferiorità di cui lui stesso ci racconta, hanno origine dal rapporto col fratello – laureato presso il Massachusetts Institute of Technology con un magna cum laude – che egli ha cercato di seguire nei passi, senza alcun successo.
L’evoluzione del personaggio, ad un livello diverso da quello a cui siamo abituati a pensare in una struttura narrativa, avviene in senso negativo. Benché Paul rimanga, a livello comportamentale, sempre lo stesso, i suoi atteggiamenti assumono una nota più pessimistica verso la fine della vicenda, quando al venditore sono già state sbattute molte porte in faccia. La pressione che si sente addosso, oltre al bisogno di guadagnare uno stipendio, è personificata in Ken Turner, manager della compagnia, che lo accompagna nel viaggio a Miami. Egli assume significato soltanto durante un assemblea in New England, in cui tiene un discorso duro e motivazionale contro chi perde tempo e soprattutto contro chi non ha la giusta attitudine. Come il Dr. Peale di 
Grey Gardens (5), egli afferma che non c’è giustificazione al fallimento di un uomo: la responsabilità è tutta sua. Così, le disavventure in Florida di Paul, a cui si ferma l’automobile per ben due volte e che viene silurato su due piedi da casalinghe che nemmeno lo fanno accomodare, diventano “tutte scuse”, i frutti marci del un pensiero negativo. Come se non bastasse, la coesione di gruppo viene a mancare, poiché da norma, l’amicizia che sembra unirli è soltanto cordialità all’interno di una coatta situazione di convivenza. L’approccio al cliente, da parte di Paul, si fa sempre più aggressivo e spiacevole. Il suo obiettivo è essere determinato come “il toro” e furbo come “l’imbroglione”, ma la notevole frustrazione lo porta ad atteggiamenti sempre più insistenti, ad esprimere la mancata svendita con scocciatura e scortesia.
I Maysles videro molto in lui. “Come mio padre, è un uomo con una vera anima, ma non ha mai trovato il modo di metterla dentro al suo lavoro.” afferma Albert, mentre David è convinto che sia proprio questa profondità ciò che rende Paul così di poco successo: per sopravvivere, nel vendere beni superflui come una Bibbia illustrata, a famiglie cattoliche di basso reddito, non ci si può comportare con calore e umanità, bensì è necessario avere una certa dose di pelo sullo stomaco, per agire e approfittarne…

da qui

 

…El filme nos muestra como es posible aplicar fríamente las técnicas mas refinadas del marketing para vender algo tan sagrado como La Biblia. Sin embargo, los vendedores no son los malos de la película. Su jornadas de trabajo agotadoras, el desaliento, los escasos ingresos, la presión de los jefes y muchos otros problemas, dan cuenta de un grupo de trabajadores, que no la pasan nada bien, por más sagrado que sea el producto que vendan.

El otro lado de toda venta, es el comprador. El filme, se toma el tiempo necesario para retratar las respuestas de los hombres y mujeres que los vendedores entrevistan. Esas respuestas no son solo de palabra. Sus gestos elocuentes, nos dan testimonio de la incomodidad que significa decir que «no» a la compra de un producto tan significativo. ¿Dejamos de ser buenos católicos porque no dedicamos algún dinero a comprar el libro supremo? Toda la estrategia de los vendedores, llevan a los clientes a plantearse esta pregunta, u otras parecidas, con cierta culpa, de manera consciente o no.

El filme pone en evidencia que la fórmula del capital que tan bien sintetizara Karl Marx en su obra cumbre El Capital, se ve aquí dificultada en su funcionamiento. Me refiero al esquema D – M – D’. Marx nos recuerda en varias partes de El Capital, que los valores de uso determinados de la mercancía (en nuestro caso La Biblia), no tienen mayor importancia para la obtención de la plusvalía. Esto que es válido como afirmación general, se relativiza cuando ciertos bienes y servicios concretos entran al mercado. Aquí la naturaleza misma del bien transado, tensiona todo el tiempo la relación entre las personas. Y es un mérito supremo del filme haber retratado este malestar que impregna toda la comunicación entre compradores y vendedores.

da qui

 

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