questa volta siamo in un bunker sotterraneo, un microcosmo dominato dai militari, con gli scienziati che vorrebbero essere razionali, cercando soluzioni al problema dei problemi, gli zombie che hanno invaso il pianeta.
il dottor Logan fa degli esperimenti, per (ri)educare gli zombi, preso in giro dai militari, in un clima non favorevole.
protagonista una scienziata donna, in una lotta contro il tempo, in un mondo, quello fino ad allora conosciuto, con i giorni contati.
mai banali i film di Romero, da non perdere - Ismaele
…è un feroce atto
d'accusa sulla natura violenta del potere che coinvolge, in definitiva sullo
stesso piano, tanto i militari quanto gli scienziati. Gli uni perché ottusi
esecutori della logica della guerra; gli altri perché idealisti e fideistici
servitori di un concetto astratto di scienza che, nei crudeli esperimenti
condotti sui prigionieri (non a caso il dottor Logan è soprannominato
"Frankenstein"), si rivela sadica ed efferata quanto la guerra
stessa. Il capitano Rhodes è presentato come un esaltato reazionario che
capisce soltanto la ragione delle armi e il dottor Logan è tratteggiato ad
immagine e somiglianza dell'efficiente scienziato dei lager nazisti. Privo di
speranze e di certezze, il discorso di Romero sembra inevitabilmente scivolare
nel nichilismo. Meno applaudito delle due precedenti pellicole, il film
presenta comunque una ricchezza stilistica considerevole: la claustrofobica
ambientazione del bunker e la crescente tensione che ritmano il racconto,
trasmettono - più dei prevedibili effetti splatter elaborati dalla squadra di
Tom Savini - il senso di un incubo postapocalittico di solitudine e di paura al
cui fascino morboso è difficile sottrarsi.
È sempre una donna a condurci dentro
l'apocalisse zombi: dopo un incipit dalla forza d'urto devastante, tra i più
belli dell'intera produzione romeriana, l'opera precipita in luoghi ctoni,
profondi, uterini, gironi d'inferno dove la violenza è prima nelle relazioni
che nelle atrocità iperrealiste di Savini. Mentre la donna si emancipa verso
un'ambigua mascolinizzazione, ci addentriamo nella fisiologia dei morti
viventi, ormai espressione di un mutamento epocale, nascita di una nuova
progenie - con riferimenti cristologici ed escatologici - destinata a
sovvertire il primato dell'umano. Plumbeo.
Il
Giorno degli Zombi è un lucidissimo affresco della società degli anni ’80
(ma non solo), che si distingue anche per la maestria tecnica con la quale è
stato realizzato: il trucco tocca vette irraggiunte dai due episodi precedenti
della saga, così come gli effetti speciali, che nulla hanno da invidiare a
quelli, pionieristici, mostrati da Un Lupo Mannaro Americano a
Londra quattro anni prima. In definitiva, una vera pietra miliare del
cinema anni ’80, in cui Romero, oltre che l’indiscusso Maestro del cinema
zombie, dimostra una volta di più di essere un regista in grado di
intrattenere, ma anche di portare lo spettatore attraverso un processo di
consapevolezza e di ragionamento utile a comprendere il mondo nel quale vive:
ed oggi più che mai, un cinema di questo genere deve necessariamente essere
salvaguardato.
…L'impressione
degradante che viene data dei militari è facilmente leggibile come una critica
alla violenta politica estera della presidenza Reagan, attuativa di quel
neoimperialismo deprecato da Romero. Nel mezzo, si colloca il Dr. Logan,
personaggio ambiguo disposto a tutto pur di raggiungere il suo obiettivo,
ovvero il controllo degli zombi. Gli zombi, certo. Il film si chiama Il giorno degli zombi, ma si sarebbe potuto chiamare "La notte degli esseri
umani": una notte spirituale, ovviamente, che porta a quel sonno della
ragione che, com'è noto, genera mostri. Perchè nel corso del film gli zombi si
vedono molto meno di quanto ci si possa aspettare: nella prima ora quasi non
compaiono se non nella sequenza iniziale, e solo nel finale avranno davvero un
ruolo determinante. Ma se nell'economia della trama essi si ritrovano quasi ai
margini, possiedono invece una valenza morale estremamente importante: rappresentano
quella purezza impossibile da ravvisare negli umani, e che sullo schermo viene
mostrata soprattutto da Bub, lo zombi del Dr. Logan che mostra una seppur
primitiva capacità intellettiva, ed anche (e soprattutto) emozionale, di fronte
al cadavere del dottore. Il finale chiude perfettamente il cerchio…
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