venerdì 26 marzo 2021

Canadian bacon – Michael Moore

Michael Moore fa da comparsa nel film, che non è un documentario.

trama un po' folle con qualche idea che verrà ripresa in futuro, per esempio sui canadesi che non chiudono le porte a chiave.

è il primo film di Moore, non è un cult, ma alcune parti sono molto divertenti.

a me è piaciuto abbastanza, siate indulgenti - Ismaele 

 

 

Il primo lungometraggio a soggetto di Michael Moore (e ultimo film dell’indimenticabile John Candy) si colloca tematicamente nel genere della commedia fantapolitica. Dietro l'impostazione satirica e apparentemente svagata, presenta i tratti distintivi dell'impegno civile che avevano già animato il precedente documentario-inchiesta Roger and Me e che informeranno le successive opere del regista, ma a differenza di questi ultimi lavori, in Operazione Canadian Bacon, la denuncia contro la politica della corruzione, del militarismo, della manipolazione dell'opinione pubblica appare soffocata e frammentaria e, nella incertezza di cogliere un preciso bersaglio, finisce per strizzare l'occhio in maniera accomodante al grosso pubblico in cerca di pura evasione.

da qui

 

Gli Stati Uniti hanno bisogno di un nuovo nemico e si rivolgono al vecchio e tranquillo Canada. Alcuni perfetti idioti non vedono l'ora di andare a combattere...

Satira politica un po' surreale, semplice e qualunquista e non esente da esagerazioni. Più che per il suo presunto impegno civile, funziona perché diverte e fa ridere.

da qui

 

Sette anni prima di "Bowling For Columbine" e nove prima di "Fahrenheit 9/11", Michael Moore ha già chiari i suoi obiettivi, che mette in farsa in uno dei suoi pochi film a soggetto. L'ossessione americana per le armi da fuoco (lo stesso Moore compare nel breve cammeo di un "redneck" che inneggia all'uso delle armi contro i canadesi), un presidente stupido (notevole Alan Alda: "quando hanno abolito Miss Canada???") nelle mani di consiglieri cinici e avidi (il personaggio di Kevin Pollak non differisce poi molto da Condoleezza Rice), la moderazione canadese, la loro ossessione per l'ordine e il bilinguismo (persino le scritte offensive devono essere tradotte in francese) sono tutti gli obiettivi di questa satira/farsa piuttosto riuscita, nello spirito delle commedie alla National Lampoon, con un tocco in più di cattiveria ed impegno politico. Azzeccatissime molte macchiette, a cominciare dallo sceriffo Boomer, interpretato, per contrappasso dal canadese (e compianto John Candy). Stupenda la satira sull'ignoranza geopolitica degli americani: "Dove hanno portato l'ostaggio?" "Nella capitale" "Ah, l'hanno portata a Toronto?" "No, no, a Ottawa" "Ottawa? Ma chi credi di prendere in giro? La capitale è Toronto!". Figuriamoci se questa gente sa dove si trovi l'Iraq.

da qui

 

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