mercoledì 8 aprile 2020

Colossal – Nacho Vigalondo

(questa è una recensione tripla, non avrete dubbi, dopo)

Secondo me Colossal è un lungometraggio abbastanza interessante. Parla di una parte della vita di Gloria, una ragazza alcolista che, lasciata dal suo ragazzo e perso il suo lavoro di scrittrice, ritorna alla sua città natale dove un sacco di flashback della sua infanzia l’accompagnano.

Un giorno incontra casualmente un vecchio compagno di classe, che si scopre essere l’origine di tutti i suoi mali. 
Il film è pieno di emozioni: rabbia, allegria, tristezza e delusione, dubbio e perplessità.
Questa storia ti fa vedere come anche la più piccola e innocente ferita può infettarsi e diventare sempre più grave con il passare degli anni e trasformarsi in rabbia e rancore.
Quindi, per il tuo bene, guariscila il prima possibile, prima che sia troppo tardi e non potrai più fermare la infezione - Giulia



Premessa: non guardo film con sottotitoli, non mi concentro e non vivo il film, quindi non mi é rimasta altra opzione se non quella di ascoltare in lingua originale (miglior opzione) e con una comprensione vicina al 55%.... 
Lo definirei un percorso terapeutico di grande effetto (speciale), il trauma dell’infanzia che ti accompagna negli anni é risaputo ma ho trovato geniale la modalità per guarirlo.
La scelta di solito è tra una sessione infinita di psicoterapia e un viaggio in Amazzonia a cercare lo Sciamano che accompagna con l’ayahuasca, ma una diversa opzione è possibile. Lei la ricordo in Les Miserables e Il diavolo veste Prada, bravvvva!
Un film da non perdere - Antonella


è un film denso di emozioni e colpi di scena, con omaggi e citazioni (penso a The host, di Bong Joon-ho, cercatelo e non ve ne pentirete, se vi volete bene), un'attrice di seria A, Anne Hathaway, e bella (e un cast azzeccato), una sceneggiatura a orologeria.
Nacho Vigalondo gira negli Usa, per la prima volta, senza perdere un grammo del suo stile e della sua forza.
guardatelo e godetene tutti - Ismaele



Colossal è semplice ma dannatamente efficace: in nessun punto della pellicola vedrete dei giochi di camera particolarmente arzigogolati o sinuosi nè delle scene d’azione in stile blockbuster Marvel o DC (persino con la comparsa dei mostri le scene di distruzione si aggirano più intorno allo standard del primo Godzilla americano). Nonostante questo la regia del film risulta ottima proprio per la sua semplicità e si lega perfettamente alla storia che sta raccontando, oltre che regalare una Anne Hathaway ed un Jason Sudekis in evidente stato di grazia, tanto da far sembrare che il film fosse stato creato apposta per loro.
Definire Colossal è un impresa, forse l’unica definizione possibile è esperimento. Infatti colossal all’inizio è una commedia, poi diventa un monster movie, un drammatico, un thriller, un fantasy ed in fine si butta anche nel genere super-eroistico nelle ultime battute del film. Il tutto mantentendo una sceneggiatura limpida e semplice che si evolve velocemente e costantemente ma senza sforzi e senza tirature. Il fatto che questo punto di forza è allo stesso tempo un possibile punto debole, non tutti gli spettatori sono disposti a guardare un film che cambia di continuo genere, anche se questo lo fà nel modo più pulito possibile. Alcuni perdono l’interesse, altri purtroppo non lo capiscono, come è accaduto con i pubblicitari che si sono occupati di questo film: se andaste a cercare il trailer di Colossal o qualche immagine pubblicitaria, trovereste che tutte sono fatte in stile commedia comica, cosa che questo film è per un ventesimo del suo tempo. Quindi al posto che proporre i film come la ventata d’aria fresca che rappresenta, è stato promosso come un mash up tra un film comico ed un monster movie cosa che ha ucciso l’interesse intorno a questo film e i dati lo dimostrano: chi lo ha visto al cinema lo ha in media ampiamente apprezzato, ma sono stati quattro gatti purtroppo…

…Contrariamente a molti dei suoi connazionali, Nacho Vigalondo non ha mai abboccato ai richiami delle sirene hollywoodiane, rimanendo ben piantato nella sua idea di cinema trasversale e di nicchia. Originario di Cabezón de la Sal, in Spagna, Vigalondo si è laureato in comunicazione visiva all’Università dei Paesi Baschi. Ha esordito nel 2007 con Timecrimes, a cui sono seguiti Extraterrestre (2011) e Open Windows (2014), il primo film da lui girato negli Stati Uniti. Confessiamo che il suo cinema sghembo non ci ha mai convinto più di tanto, ma è arrivato il momento di chiedergli scusa, perché Colossal è una delle sorprese più piacevoli degli ultimi anni.
Con un’idea di partenza così folle si poteva facilmente finire nel ridicolo, ma qui il regista opera un piccolo miracolo: non solo riesce a trovare un ottimo equilibrio tra componenti in apparenza incompatibili (commedia, dramma e monster movie), ma con pochi mezzi a disposizione, e un cast azzeccatissimo, ci fa realmente credere in questa favola agrodolce. Poi va da sé che gran parte del merito spetta alla splendida Anne Hathaway (una che ti fa innamorare anche quando è di spalle), ma bisogna avere fegato e talento per proporre quella che potremmo definire come una versione romantica, stralunata e minimalista di Pacific Rim. In un mondo ideale, questo dovrebbe essere il film per far sognare e riflettere sull’amore. Nel mondo reale, ahimè, tocca sorbirci Bridget Jones. Dategli una chance e Colossal vi incanterà.

Lo femenino y lo masculino se miden en Colossal de una manera original e inteligente a la hora de manejar los géneros, con una película que muta muy bien durante el relato, con dinamismo y convicción, aunque al final quizá le salga un tono de discurso demasiado obvio. Pero Vigalondo ha cumplido: ha rodado una película curiosa, capaz de hacernos reflexionar, y aunque tenga cierto tono de cortometraje en algunos momentos, ese tono no molesta, antes al contrario: creo que le proporciona un aire de mayor proximidad al espectador. Me interesa sea fusión del ritmo y el tono de corto en el largo.

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