ieri mi è capitato un film per la tv con Zingaretti che interpreta un magistrato senza nessuna voglia, da prendere a schiaffi, e poi rinasce e lavora come si deve.
ambientato in Calabria, parte piano e poi acquista sempre più spessore.
non sarà un capolavoro, ma merita di sicuro.
buona visione - Ismaele
QUI il film
completo
…Il racconto è dosato sapientemente e si
distacca dalla qualità media della fiction made in Italy, prova a cancellare
ogni traccia di retorica e ad offrire personaggi tridimensionali e
interessanti, ben scritti e ottimamente diretti. Grazie ad un cast ben
assortito e sempre in parte, i protagonisti arrivano dritti al cuore del
pubblico e qualche volta lo lasciano senza fiato, proprio come un pugno nello
stomaco.
La storia ha ritmo, grinta e rabbia miscelati insieme nelle dosi giuste. Dopo eroi irraggiungibili e modelli di assoluta perfezione, la serialità nostrana si concentra maggiormente su imperfezioni e contrasti, per rendere finalmente la narrazione avvincente e persino sorprendente.
La storia ha ritmo, grinta e rabbia miscelati insieme nelle dosi giuste. Dopo eroi irraggiungibili e modelli di assoluta perfezione, la serialità nostrana si concentra maggiormente su imperfezioni e contrasti, per rendere finalmente la narrazione avvincente e persino sorprendente.
La trama della fiction ha suscitato diverse
reazioni: la prima per la piacevole interpretazione di Luca Zingaretti, sempre
bravo e per l'intensità dell'espressione - anche se la regia ha scelto una
tecnica di recitazione che, mettendo in risalto le incertezze intime del
giudice l'hanno obbligato ad un'interpretazione un po' più goffa rispetto ai
ruoli ricoperti finora, come per il ruolo del Commissario Montalbano, di
superiore identità recitativa e di intime certezze in essa configurate.
Mi é piaciuta tanto l'ambientazione scarna, quasi desertica, che fa volare la fantasia dello spettatore ad una regione che, forse, non esiste più, ma rende il senso di immensa solitudine di chi si trova a lottare in solitudine vicende e fatti legati alla mafia nelle sue varie sfaccettature territoriali, fino a lambire i motivi di difficile applicazione del diritto contro i grandi poteri nazionali ed internazionali che riversano tragiche conseguenze su una popolazione incolpevole che espia una pena immeritata sia in termini economici e di equità non rispettata. Complimenti a tutto il cast, egualmente speciale.
Mi é piaciuta tanto l'ambientazione scarna, quasi desertica, che fa volare la fantasia dello spettatore ad una regione che, forse, non esiste più, ma rende il senso di immensa solitudine di chi si trova a lottare in solitudine vicende e fatti legati alla mafia nelle sue varie sfaccettature territoriali, fino a lambire i motivi di difficile applicazione del diritto contro i grandi poteri nazionali ed internazionali che riversano tragiche conseguenze su una popolazione incolpevole che espia una pena immeritata sia in termini economici e di equità non rispettata. Complimenti a tutto il cast, egualmente speciale.
Quando
si inizia a identificare un attore con un personaggio specifico diventa poi
difficile vederlo in un contesto diverso. E così, considerato anche il plot, è
quasi impossibile non immaginare Montalbano, in alcune
scene. Soprattutto perché Zingaretti ha degli standard recitativi buoni ma
ripetitivi. A parte questo, il livello della fiction è superiore alla media dal
momento. Carlei sa come gestire questo tipo di prodotto e il cast, seppur con
qualche volto ricorrente, è di buon livello. Anche la sceneggiatura non è la
solita minestra riscaldata.
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